Luigi XVII di Francia

delfino di Francia, figlio di Luigi XVI e Maria Antonietta

Luigi Carlo di Borbone (1785 – 1795), terzo figlio e secondo maschio di Luigi XVI di Francia e di Maria Antonietta d'Asburgo-Lorena.

Luigi Carlo nella prigione del Tempio, opera di Anne de Chardonnet

Citazioni su Luigi XVII

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  • Era dotato di qualità molto belle così di anima come di corpo, e le grazie della sua innocenza e vivacità furono gran conforto e ricreazione alla real famiglia nel carcere del Tempio. Conosceva appieno lo stato lagrimevole di sé e della sua famiglia, e un giorno che certo Mercereaut, muratore di professione, e allora commissario al carcere del tempio, gli disse: Sai tu bene che la libertà ci ha fatti liberi, e siamo tutti quanti eguali? l'augusto fanciullo rispose: Eguali finché vorrete; ma in questo luogo non potete persuaderci che la libertà ci abbia fatti liberi. E in così dire volgeva uno sguardo al prigioniero suo padre. (Guy-Toussaint-Julien Carron)
  • Morto Luigi XVI sul patibolo, il delfino di Francia prigioniero nel Tempio prese moralmente la corona e fu salutato sotto il nome di Luigi XVII dai monarchici, i partigiani dell'antica società francese. Dirò io il martirio di questo fanciullo che visse in una abietta prigione del Tempio circondato da carcerieri dalla sinistra guardatura, che per musica della sua giovinezza ebbe il suono strepitoso delle chiavi dei suoi guardiani e le imprecazioni d'una vecchia? Luigi XVII vide perire suo padre, sua madre e la sua zia, il suo stato malaticcio peggiorò fino alla morte. Destano sempre la mia compassione quei poveri fanciulli dei quali la tirannia s'impadronisce e uccide a lento fuoco. (Jean-Baptiste Capefigue)
  • Tornando alla voce che Luigi XVII morisse avvelenato, dirò che quantunque altri indizi ancora si potessero riferire a confortare simile opinione, pure rimane incerto se gli scellerati ad opprimere l'innocente abbiano[1] aggiunto questo mezzo del veleno agli altri indubitati e certissimi che ho finora narrati, cioè i trattamenti crudeli e spietati. (Guy-Toussaint-Julien Carron)
  1. Nel testo "abbiamo".

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