Luigi Sugana

drammaturgo italiano

Luigi Sugana (1857 – 1904), drammaturgo italiano.

Citazioni su Luigi Sugana

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  • Egli era tutto espresso e significato da una grande barba rossiccia e profluente, una barba fastosa, indiscreta, un torrente di barba, che stringeva entro le mani nodose e lisciava o rabbuffava secondo l'ora e l'umore. Il naso si protendeva e si inclinava aquilino per vederla tutta. Sugli occhi, talora, scendevano un po' sonnolente le palpebre pesanti; oppure, quando essi si arrotondavano vividi ed ilari, si inarcavano inquiete le sopracciglia che parevano spingersi più in su nella fronte, per ricacciare in alto e riunire le rughe. Portava quasi sempre una gabbana di falde ampie, maculata di grasso e di cenere, un cappelluccio stinto e sformato che non lasciava mai; credo neppure dormendo.
  • La casa era, per lui, il sonno cieco e nulla più. Il suo mondo era la notte. La notte e Sugana si davano del tu.
  • Ogni passante era per lui un compare. Afferrava per il petto il primo che gli capitava, lo accarezzava con un «pare» pieno di erre e di paternità, lo incantonava presso un tavolino di marmo, gli offriva un bicchier d'acqua o un caffè e gli intronava le orecchie. Perché non sapeva parlare che forte. I suoi colloqui erano a tiro lungo, come i fucili. Potevano svolgersi da un angolo all'altro di un salone. Aveva la confidenza effusa per un raggio di venti metri. Le sue opinioni nascevano sonore. Gli esplodevano dal petto, facendo sobbalzare la barba rossa.

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