Luigi Capranica

romanziere, drammaturgo e patriota italiano

Luigi Capranica del Grillo (1821 – 1891), romanziere, drammaturgo e patriota italiano.

Luigi Capranica in una incisione di Francesco Giovanni Cantagalli del 1891

Incipit di alcune opere modifica

Fra Paolo Sarpi modifica

Non vi fu governo in Europa, che più della Repubblica Veneta tenesse alto il vessillo della fede cristiana, come quello della religione in origine la più liberale.
Ciò avria dovuto decidere la Santa Sede a qualunque sacrifizio politico, piuttosto che inimicarsi la Serenissima.
Eppure la Corte di Roma fu la prima sempre a romperla con questa, e, quel che è peggio, per un principio d'orgoglio, indegno del sacerdozio.
Passeremo sotto silenzio i dissidii avuti con Sisto IV e con Giulio II, e verremo a quelli di Clemente VIII, come più vicini all'epoca della nostra storia.

La contessa di Melzo modifica

Nel sobborgo di Porta Vercellina, venendo da Santa Maria tra la vigna, a pochi passi dalla chiesa delle Grazie, sorgeva a manca, nel 1471, la casa Olgiato.
L'ultimo barlume del crepuscolo era scomparso, e le fiamme di due doppieri rischiaravano la sala, in cui la illustre famiglia stava riunita a veglia.
Messer Jacopo, uomo di severissimo aspetto, e monna Cia sua moglie, che, ad onta della fatale cinquantina, conservava ancora un resto d'avvenenza, sedevano conversando col loro confessore Don Pietro Pelizzone prete di santa Maria alla Porta e col maestro Cola Montano di Gaggio bolognese, che da cinque anni aveva aperta pubblica scuola d'eloquenza in Milano.

Le donne di Nerone modifica

Ha di poco varcato il terzo lustro, è bella, gentile, amata dal popolo romano, circondata dagli agi della vita, dallo splendore della ricchezza.
Eppure la bionda figlia dell'imperatore Claudio e di Messalina, la sorella di Britannico ha i grandi occhi azzurri velati di lacrime.
Piange l'Imperatrice Ottavia...
E perché piange?
Suol dirsi, che la lupa mai non nacque agnellino; eppure la illibata Ottavia nasceva da colei, che lasciò di sé fama tristissima per le sfrenate libidini, e che usciva stanca ma non sazia dalla Suburra.

Papa Sisto modifica

Il titolo del mio romanzo farà molti entrare in sospetto. Taluni supporranno ch'io abbia esagerato nel biasimo pel disprezzo al papato.
E questi sono gli ortodossi, che adorano il Dio in terra, e giurano sull'infallibilità della creta.
Altri crederanno che io abbia adulterata la verità a favore di Sisto V.
E questi sono coloro i quali diffidano di chiunque non vuole innalzare il clero all'onor del martirio.
Si tranquillizzino e papisti e papofobi.
Non è questo un libello, non è una riabilitazione.
Io feci servire al romanzo il personaggio del protagonista senza alterare le tradizioni della storia.
Lo si troverà grande e crudele quale lo dipinsero il Padre Tempesti con tinte cortigianesche, Gregorio Leti con esagerazione più malevola che benigna, e il Barone di Hübner colla giusta misura del diligente scrittore tedesco.

Re Manfredi modifica

– O malnato Papa Innocenzo, tu mi pagherai a caro prezzo siffatti disagi!
Così fra' denti taroccava un cavaliero attraversando le pianure tra Venosa e Luceria.
Correva l'anno 1254, ed era la notte del 1º novembre, notte buia, tempestosa. La pioggia, che cadeva a torrenti, era spinta or qua or là dall'infuriar dell'uragano. I venti, cozzando impetuosamente tra le gole dei monti, univano il loro sibilo al grido d'augelli voraci, al rumore dei rami, che minacciavano schiantarsi, e ai mesti rintocchi, coi quali dalle vicine terre si chiedevano preci per le anime dei trapassati.

Citazioni su Luigi Capranica modifica

  • Il marchese Luigi Capranica, romano, gentiluomo affabile, dell'antica razza, entrava nel salotto [della contessa Maffei[1]] con quel suo dondolio tutto particolare, sorridendo fra la fulva barba. Per difendere un giorno a Roma la moglie d'un suo amico dalle maldicenze d'un nobilastro, provocò quest'ultimo a un duello alla spada; e il ferro dell'avversario lo colpì trapassandogli il polmone. (Raffaello Barbiera)
  • Incerto tra il romanzo storico e il romanzo psicologico, quaerens quid scribat, optò per il primo, in seguito al consiglio del D'Azeglio, poiché attraverso le ricostruzioni storiche poteva con maggiore efficacia provvedere all'educazione politica degli italiani. (Luigi Russo)

Note modifica

Bibliografia modifica

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