Clara Maffei

patriota italiana, animatrice di un celebre salotto

Elena Chiara Carrara Spinelli, meglio nota come Clara Maffei (1814 – 1886), patriota e mecenate italiana.

Clara Maffei

Citazioni su Clara Maffei modifica

Raffaello Barbiera modifica

  • Fra le amiche più ammirate da Balzac, va annoverata certo la contessa Clara Maffei. Non è credibile che la contessa Maffei, appena vide Balzac salire per la prima volta le sue scale, gli sia volata incontro e, quasi inginocchiatasi, abbia esclamato: "J'adore le génie!" Ciò fu detto e si ripete; ma la Maffei possedeva troppo il senso della misura per abbandonarsi a queste esagerazioni.
  • Il salotto di Clara Maffei, nata contessa Carrara-Spinelli, durò mezzo secolo a Milano, e per questo tempo rimase il salotto più celebre di tutta Italia. Per cinquantadue anni, fu il centro di riunione di patrioti, letterati e artisti italiani, e degli stranieri illustri che visitando la nostra penisola, passavano per Milano.
    L'influenza, esercitata dal salotto Maffei nel decennio dal 1849 al 1859 nei destini di Lombardia e possiamo dire d'Italia, non va trascurata. La sua patriottica irradiazione si diffuse oltre i limiti di Milano e della Lombardia, si diffuse in altre regioni italiane; e vi portò la parola d'ordine che ben presto divenne fatto. Anche fuori d'Italia, specialmente a Parigi, che pur vanta nella sua storia politica, letteraria e galante, salotti famosissimi, il nome di Clara Maffei era conosciuto e ripetuto con reverente simpatia: le salon Maffei veniva citato alle Tuileries come ritrovo d'uomini d'alta tempra sul cui senno e sul cui ajuto il grande statista del nostro risorgimento, Camillo Cavour, contava con fiducia. Non si tratta, adunque, d'un salotto provinciale, bensì d'un salotto degno d'una metropoli.
  • La sua potenza consisteva nell'arte, così ardua, di ricever bene, di riunire nobili elementi; di esser centro d'un ordine d'idee civili, liberali, senza farne mostra. Nessuna ostentazione nessuna posa, nessuno sforzo in lei: sembrava nata per ricevere, per guidare una conversazione eletta, per ispegnere subito abilmente gli attriti, che nel calore delle discussioni possono insorgere. Era gentildonna nell'aspetto, nel discorso, nella delicata vivacità, nella scioltezza, nel gesto, nell'anima, e nella finezza colla quale sapeva porre ogni nuova persona presentata in grado di trovare ben presto nel salotto un compagno di attitudini, di gusti, di studii, un concittadino, un amico.

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