Lo straniero (film 1946)

film del 1946 diretto da Orson Welles

Lo straniero

Immagine The Stranger (1946 film poster).jpg.
Titolo originale

The Stranger

Lingua originale inglese
Paese Stati Uniti d'America
Anno 1946
Genere noir
Regia Orson Welles
Soggetto Victor Trivas
Sceneggiatura Anthony Veiller, Victor Trivas, Decla Dunning, Orson Welles, John Huston
Produttore Sam Spiegel
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Lo straniero, film statunitense del 1946 con Orson Welles, Loretta Young ed Edward G. Robinson, regia di Orson Welles.

Dialoghi

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  Citazioni in ordine temporale.

  • Rankin: I principi di uguaglianza, fratellanza e libertà non metteranno mai piede in Germania, benché l'aspirazione alla libertà sia ripetuta in tutte le lingue, "tutti gli uomini sono eguali", "liberté, égalité, fraternité", ma in Germania...
    Noah: C'è Marx. "Proletari unitevi, per spezzare le vostre catene".
    Rankin: Ma Marx non era tedesco, era ebreo.
  • Mary: Perché fai le valigie? Andiamo forse in qualche posto?
    Rankin: Non noi, tesoro. Io.
    Mary: Ma cosa stai dicendo?
    Rankin: Generalmente gli uomini che lasciano le loro mogli lo fanno perché non le amano più, io ti lascio perché ti amo. Oh, tu... tu non farai obiezioni quando saprai che razza di uomo hai sposato.
    Mary: Tu sei l'uomo che ho sposato e questo per me è quello che conta. Questo intendevo dire quando ho detto "nella gioia e nel dolore".
    Rankin: Anche se ho avvelenato Red?
    Mary: Che dici? È stato un incidente?!
    Rankin: No, volevo ucciderlo. Il delitto è come una catena, Mary, è un anello che si congiunge all'altro finché ti stringe il collo.
  • Rankin: Ho fatto ciò che mi è stato ordinato. Io eseguivo soltanto degli ordini.
    Wilson: Voi avete dato ordini.

Citazioni su Lo straniero

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  • È il 3° e il più convenzionale dei film diretti da Welles, in linea con un personaggio di moda a Hollywood negli anni '40: l'ospite in casa che non è quel che sembra. Prodotto da Sam Spiegel e scritto da Anthony Veiller su un soggetto altrui, ha molti punti deboli, ma, oltre a quella finale, vanta almeno 2 sequenze memorabili (l'inizio e l'assassinio nel bosco) e lo straordinario bianconero di Russell Metty. Interessante la descrizione dell'ambiente di provincia. Pur andando talvolta sopra le righe, Welles sfaccetta con sottile istrionismo il suo nazista. Memorabile la figuretta del farmacista che gioca a scacchi. (il Morandini)

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