Lina Merlin

politica e insegnante italiana (1887-1979)

Lina Merlin, propr. Angelina Merlin (1887 – 1979), politica e insegnante italiana.

Lina Merlin alla sua prima legislatura (1948)

Citazioni di Lina Merlin modifica

  • Sono stata coerente con la mia decisione [di lasciare il Parlamento], non ho accolto inviti né da sinistra né da destra, ho rifiutato interviste che avrebbero dato a un fatto serio e doloroso l'aspetto di un pettegolezzo, dal quale rifuggo, e di una meschina vendetta derivante da un astio che non sento.[1]

Citazioni su Lina Merlin modifica

  • Andava in giro a visitare case chiuse, ospedali celtici e prigioni assieme all'inseparabile amica e giornalista Carla Barberis. Il mestiere di parlamentare le piaceva perché le assicurava una vita indaffarata, un ruolo pubblico di tutto rispetto. E le piaceva anche destreggiarsi nelle lotte intestine del suo partito[2]: allorquando i suoi successi e i suoi eccessi in difesa dei dannati della terra davano fastidio lei si batteva apertamente, forte della popolarità alla base del partito, dell'instancabile lavorio istituzionale. (Roberta Tatafiore)
  • È difficile raccontare Lina Merlin perché è un'icona del femminismo ante litteram ed è inchiodata alla legge che porta il suo nome. Ed è anche vituperata per questo. Bacchettona, irresponsabile, utopista: da una decina di anni ne abbiamo sentite e lette tante su di lei. Lina Merlin ha semplicemente pagato, in memoria, il prezzo di una troppo persistente notorietà, adulatoria o denigratrice, dovuta all'ignavia del Parlamento italiano che, fatta la riforma del 1958 che abolì il regime della prostituzione di Stato, non è stato più capace di legiferare in materia, di riformare quella legge diventata con gli anni sempre più inadeguata alla realtà cambiata, nella prostituzione e non solo. (Roberta Tatafiore)
  • L'iter della legge [Merlin] fu lento e costellato d'ostruzionismo, di destra e di sinistra, di parte laica e di parte cattolica. Ma lei era tenace, odiava la proprietà privata, lo sfruttamento "dell'uomo sull'uomo" e le "signore borghesi". Mentre aveva a cuore l'emancipazione delle donne oppresse. Era rispettata, brava a parlare e a convincere. E non si perdeva in fronzoli. Indossava eleganti cappellini, è vero, e c'è persino una foto che la ritrae in vestaglia di raso, i capelli riccioluti e le labbra dipinte. Come una prestante maitresse di bordello. (Roberta Tatafiore)

Note modifica

  1. Citato in Roberta Tatafiore, Lina Merlin, in AA.VV., Italiane. Dagli anni Cinquanta ad oggi, vol. III, Dipartimento per l'informazione e l'editoria, Roma, 2004, p. 185.
  2. Partito Socialista Italiano.

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