Leone Ginzburg

letterato e antifascista italiano

Leone Ginzburg (1909 – 1944), letterato e antifascista italiano.

Leone Ginzburg

Citazioni di Leone Ginzburg

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  • Il dramma di Il'ja Oblomov, infatti, non è soltanto la mancanza d'energia attiva che egli ha in comune con tutte le persone della sua epoca e condizione, ma anche quello più vasto d'ogni spirito contemplativo dotato d'una fantasia potente, che si vede operare, e prevede ogni più remota conseguenza del proprio gesto, e dagli scrupoli di una coscienza delicata è portato a dubitare sempre, finché si convince che tutto è inutile. (da «Oblomov» tradotto, in Scritti, p. 164)
  • La classicità del Dostoevskij dimostra d'essere creazione non solo equilibrata, ma anche, e soprattutto, unitaria, quando si pensi che le sue qualità «filosofiche» e «psicologiche», che sono come i simboli d'un «contenuto» e d'una «forma» violentemente scissi e contrapposti, sfociano allo stesso modo nell'interesse per la personalità umana, nel proposito d'indagarla e di ricostruirla poeticamente. Tutta l'opera del Dostoevskij è pervasa di questa poesia della personalità umana, che assume atteggiamenti diversi, ma non eterogenei, i quali per metafora si possono qualificare come i tre momenti della tesi, dell'antitesi e della sintesi. (da Classicità del Dostoevskij, in Scritti, p. 192)
  • Nei Demonî la poesia si innesta sul tronco originario del libello politico, che ne viene profondamente modificato, ma non certo trasformato per intero: a Dostoevskij premeva soprattutto di potersi sfogare contro gli inconcludenti liberali della sua generazione e contro i rivoluzionari senza scrupoli che, di venti o trent'anni più giovani, intorno al 1870 stavano sostituendo i suoi coetanei sulla scena politica russa; e in quell'epoca gli sembrava di non trovare mai parole abbastanza forti per svalutare e rimpicciolire, con la foga di autodenigrazione propria di certi suoi personaggi, le opinioni che aveva professate un tempo e gli uomini che gliele avevano ispirate. (da «I demonî», in Scritti, p. 248)
  • È fondamentale, in Guerra e pace, la differenza fra personaggi storici e personaggi umani. I personaggi umani – si tratti di Nataša, di Pierre, del principe Andrej o anche dei più insignificanti – amano, soffrono, sbagliano, si ricredono, cioè, in una parola, vivono; mentre gli altri sono condannati a recitare una parte che non è scritta da loro, anche se tutti – tranne forse Kutuzov – s'immaginano d'improvvisarla. Pierre s'innamora, e non è una sua illusione, ma il mondo intero è proprio fatto partecipe del suo sentimento e lo circonda di sorrisi e di simpatia: è un uomo, e fa parte del mondo umano. Napoleone cerca di organizzare la vita di Mosca conquistata, con l'impegno e l'energia instancabile che gli sono propri, ma le disposizioni più precise e più opportune non riescono a regolare o a trasformare nulla in quel caos di saccheggi, di disordine e d'indisciplina: Napoleone è un personaggio del mondo storico, e la sua voce non giunge fino al mondo umano, o se vi giunge è puro suono, privo d'efficacia. (da «Guerra e pace», in Scritti, p. 284)

Citazioni su Leone Ginzburg

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  • La nostra classe, o per lo meno alcuni di noi, avevano acquistato una speciale sensibilità [...] per la presenza di un giovane precocissimo, che aveva, a quindici anni – quando entrò al d'Azeglio come studente di prima liceo – tal vastità di cultura, tal maturità di giudizio e tal altezza di coscienza morale da suscitar meraviglia nei professori – e uno di quei professori lo ha chiamato discepolo maestro – e schietta ammirazione, senza invidia, nei compagni: parlo di Leone Ginzburg. (Norberto Bobbio)
  • Leone, la sua passione vera era la politica. Tuttavia aveva, oltre a questa vocazione essenziale, altre appassionate vocazioni, la poesia, la filologia e la storia. (Natalia Ginzburg)

Bibliografia

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  • Leone Ginzburg, Scritti, Einaudi, Torino, 1964.

Voci correlate

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