Lamborghini Miura

autovettura del 1966 prodotta dalla Lamborghini

Citazioni sulla Lamborghini Miura.

Lamborghini Miura P400 (1967)

Citazioni

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  • È stata la prima vera supercar dell'industria automobilistica. [...] Il comfort non esiste, e semmai ce ne fosse ancora un pizzico, sarebbe comunque vanificato dal rombo del motore 12 cilindri Lamborghini che [...] trasmette sonorità e vibrazioni incredibili attraverso la paratia che separa il vano motore posteriore e l'abitacolo. La Miura fu un progetto audace creato dall'ingegner Dallara di una supercar stradale con caratteristiche da corsa che prevedeva il motore V12 4 litri da quasi 400 cavalli in posizione trasversale. Questo ha spinto Dallara a costruire una vettura corta e larga ed a passo estremamente ridotto, quindi molto agile nelle curve lente ma da controllare con perizia sul veloce. (Alberto Sabbatini)
  • Ha [...] rappresentato e rappresenta ancora oggi l'idea dell'innovazione, del progresso nel mondo dell'auto. (Stephan Winkelmann)
  • Per la vera consacrazione, Ferruccio Lamborghini dovette attendere la nascita della vettura che per audacia stilistica e per i contenuti tecnologici rivoluzionari, sconvolse infatti ogni regola costruttiva tradizionale. Era nata la Miura: motore posteriore centrale 12 cilindri e 4 litri, montato su telaio di lamiera piegata e saldata e fu presentata al salone di Ginevra nel 1965. Il successo fu così enorme da essere eletta subito la reginetta del salone. Ferruccio, ma non si è mai saputo perché, la chiamò Miura, nome di un'importante razza di tori spagnoli da combattimento. Probabilmente perché lui era nato, come dicevo all'inizio, sotto il segno del toro e da qui aveva ricavato l'altero stemma ed usato in tutte le sue attività industriali. (Sandro Munari)
  • Con la Lamborghini Miura ero agli inizi del mio lavoro e non avevo un'autonomia tale da poter fare proprio quello che volevo. Mi ero affidato un po' al gusto della grande macchina sportiva 50/60 e poi dal fatto di fare qualcosa che fosse diverso, ma che, allo stesso tempo, fosse già nell'occhio della gente. Quindi aggressiva, ma con qualche dolcezza, un misto. Il disegno della Miura era un compromesso tra il desiderio di fare qualcosa di nuovo, e qualcosa di diverso, ma di non dispiacere il pubblico.
  • Nella Miura quel poco di audacia che c'era era reso accettabile dalla dolcezza, dall'andamento del disegno. Nessuno rifiutò la Miura, ci fu un consenso immediato. Anche di più di quel che meritasse.
  • [«Ho letto in più interviste che lei ritiene la Lamborghini Miura "inguardabile"»] Per me sì, ma me ne rendevo conto. [«Personalmente trovo la Miura bellissima e il dettaglio delle branchie è il mio preferito»] Quelle fanno parte di quel tocco di originalità necessario, che bisogna metterci perché sennò non c'è novità. Come le ciglia nei fari, disegnate semplicemente per mascherare il faro della Fiat 850. Per fare i prototipi si utilizzavano prodotti di serie di altre vetture, cercando poi di mimetizzarli il più possibile. C'era un motivo pratico in alcuni casi. Le prese d'aria ci volevano, potevano essere disegnate diversamente, oppure messe in un altro posto, ma c'era una funzione pratica perché bisognava sostenere il vetro a giorno, senza cornice, e c’era bisogno di una guida in qualche modo. Anche le griglie con gli esagoni, servivano a diversificare un qualcosa che era già di serie.
  • [«Quanto è stato lungo lo studio del progetto Miura?»] Un mese o due. Nell'autunno del 1965, Ferruccio Lamborghini, Paolo Stanzani e Gianpaolo Dallara sono venuti da me e mi hanno proposto una collaborazione. Io non ho iniziato subito perché c'erano alcuni progetti da finire, per cui i primi schizzi li ho prodotti alla fine di novembre. Mi ricordo la vigilia di Natale, alle 10 di sera del 24 dicembre 1965, avevamo il modello in legno ed ecowood pressoché finito, abbiamo battuto Bambino Gesù per un paio d'ore. Poi la macchina è stata costruita tra gennaio-febbraio e presentata a marzo.

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