Evelyn Waugh

scrittore britannico
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Evelyn Waugh (1903 – 1966), scrittore britannico.

Evelyn Waugh nel 1940

Citazioni di Evelyn Waugh

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  • A Genova ..., per più di un secolo, le famiglie dei grandi mercanti o professionisti fecero a gara nell'erigere cappelle squisitamente domestiche. Le vediamo tutt'attorno a due grandi quadrilateri e sulle terrazze della collina, dove gli echi di Canova evidenti nei primi esempi, si smorzano in sussurri di Mestrovic e di Epstein nei più recenti. Sono in marmo o in bronzo: un affastellato compatto ed intricato. Figure più o meno drappeggiate, simboli di lutto e speranza. Sono qui collocate in disinvolta intimità con i ritratti dei defunti di un realismo inquietante. Qui stanno le immagini dei cari estinti che mostrano, sull'arco di un secolo, le mutevoli mode: l'uomo coi basettoni, vestito alla finanziera, occhialuto; la signora in crinolina, scialle guarnito di pizzi, il cappellino di piume, ogni bottone o laccio esattamente riprodotto... E gli angeli di marmo che emergono, consolatori, dalle porte di bronzo, sussurrano qualcosa all'orecchio dei parenti inginocchiati: veri tableaux vivants! In uno di questi gruppi l'illusione doppia: una mamma di marmo regge il bambino che bacia il busto di marmo del padre! Verso gli anni '80 lo stile liberty ammorbidisce il troppo acuto cesello. Quello che è stato fatto dopo il 1918 non ha alcun interesse per il vero conoscitore. Il Camposanto di Genova, nel pieno e vero senso della parola, è un museo dell'arte borghese della seconda metà del secolo scorso. Il Père Lachaise e l'Albert Memorial sono nulla al confronto e la loro scomparsa non sarebbe una perdita grave fino a quando questa collezione esisterà.[1]
  • Io non ritengo che uno scrittore serio debba riguardarsi dall'usare un'espressione solo perché è già stata usata da altri. È l'agente pubblicitario che si sforza di trovare sempre bizzarri epiteti per cose comuni.[2]
  • La puntualità è la virtù di chi si annoia.[3]

Il caro estinto

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Durante tutto il giorno il caldo era stato quasi insopportabile, ma verso l'ora del tramonto un po' di ponentino s'era levato dal cuore del sole morente e dall'oceano invisibile e silenzioso dietro le colline sterpose.[4]

Citazioni

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  • Languisco lentamente tra le tue braccia, in questo silenzioso confine del mondo.
  • E perché non dovrei esserlo [geloso], quando vedo spendere tanto denaro per dei parenti che furono detestati tutta la vita; mentre i cani che li avevano amati, che erano stati vicini a loro senza chiedere niente, senza lamentarsi, fossero ricchi o poveri, sani o malati, vengono sepolti come va va, proprio da bestie?
  • Si renda conto che la morte non è una tragedia sua, ma è sorte comune a tutti gli uomini.
  • Molti lasciano declinare prematuramente la propria energia vitale e diminuire la capacità produttiva semplicemente per paura della morte. Eliminando tale paura, prolungano di valore la loro esistenza. Scelga dunque con comodo, e mentre è in buona salute, la forma che più le conviene per l'atto finale; paghi finché è nelle migliori condizioni di farlo; dia il bando a tutte le preoccupazioni. Lasci fare a noi, signor Barlow, la nostra Istituzione se la caverà.
  • È un istinto naturale di ritirarsi davanti all'ignoto.
  • "Ammira il sogno che feci, e in cui scorsi una Nuova Terra consacrata alla FELICITA'. Fra tutto ciò che l'Arte e la Natura potevano offrire per innalzare l'Anima dell'Uomo, là vidi il felice Luogo di Riposo di innumerevoli Cari Estinti. Vidi i Rimasti sostare sull'argine di quel ruscello che ora li separava da quelli che li avevano preceduti. Giovani e vecchi, anch'essi erano felici. Felici nella Bellezza, felici nella certezza che i loro Cari Estinti erano vicinissimi, in una Bellezza e felicità che la terra non può dare. Sentii una voce che diceva: "Fai questo". Ed ecco che mi svegliai, e nella Luce e nella Provvidenza del mio SOGNO, creai i BOSCHETTI MORMORANTI. ENTRA STRANIERO E SII FELICE." Wilbur Kenworthy, il sognatore.

L'inviato speciale

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Ancora giovane, John Courteney Boot, come proclamava il suo editore, aveva raggiunto una posizione sicura e invidiabile nel mondo letterario contemporaneo. I suoi romanzi vendevano quindicimila copie il primo anno ed erano letti dalle persone il cui giudizio era da lui considerato degno di rispetto.

Citazioni

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  • [Mr. Corker a Mr. William Boot[5]] Mai sentito parlare della Universal News?
    – Temo proprio di no
    – Beh, non dico che siamo la più grande agenzia del Paese – alcuni giornali con la puzza sotto il naso non vogliono avere a che fare con noi – ma noi siamo certamente la più sensazionale
    – Mi scusi, ma che cos'è un'Agenzia giornalistica?
    Corker glielo spiegò.
    – Volete dire che tutto ciò che voi scrivete finisce sul The Beast? [Il quotidiano di cui William Boot è inviato speciale]
    – Ecco, questo è un punto un tantino dolente, fratello. Ultimamente siamo stati ai ferri corti con voi: qualcosa riguardo ad una denuncia per diffamazione da parte di uno dei nostri ragazzi. Ma prendete pure le altre agenzie, ed io oso dire che tornerete a far pace con noi. Me, mi mandano per un servizio speciale.
    – Allora perché vogliono mandare me?
    – Tutti i giornali mandano inviati speciali.
    – E tutti i giornali ricevono notizie da tre o quattro agenzie?
    – Sì
    – Ma se tutti inviano le stesse notizie, è uno spreco, no?
    – Ne verrebbe fuori una buriana se lo facessimo.
    – Ma non c'è una gran confusione se tutti inviamo notizie diverse?
    – Questo dà ai giornali una scelta. Seguono tutti politiche diverse, per cui, come è ovvio, devono dare notizie diverse.

    Se ne andarono a prendere un caffè in salotto.[6]
  • Corker lo guardò sconsolato: Sa che le dico? Lei deve imparare ancora molte cose sul giornalismo. Mettiamola così. Le notizie sono quella cosa che un tale che non si interessa un gran ché di nulla vuole leggere. Ed è notizia fin tanto che lui la legge. Dopo, è morta. Noi siamo pagati per fornire notizie. Se qualcun altro ha mandato un dispaccio prima di noi, la nostra storia non fa notizia. Certo, c'è il colore. Il colore è un mucchio di chiacchiere a vuoto: facile da scrivere e facile da leggere, ma costa troppo in telegrammi, per cui dobbiamo andarci piano. Capito?[6]
  • [Funzionario:] Anche ammettendo che a Ismaelia ci sia il petrolio, come intende farlo uscire?
    – Ma io non ho alcun interesse per il commercio. Vado a farci la cronaca della guerra.
    – La guerra non è che commercio. (dialogo fra Mr. W. Boot e un funzionario coloniale francese, libro I, The Stitch service, cap. 5, I)
  • [Mr. Corker:] È stato quel trucco della barba. Sapevo che ci avrebbe messo nei guai.
    – Ma è un impiegato delle ferrovie. L'ho visto nella biglietteria oggi, quando sono andato a chiedere del mio bagaglio.
    – Certo che lo è. Ma a noi che ce ne importa? Schumble ha lanciato la notizia e adesso noi dobbiamo trovare un agente rosso o siamo fritti.
    – Oppure spiegare l'errore.
    – Rischioso, vecchio mio, e poco professionale. Sono quelle cose che puoi fare una volta o due in caso di vera emergenza, ma non conviene. I giornali non stampano smentite, è ovvio: diminuisce la fiducia del pubblico nella stampa. E poi si dà l'impressione che noi non facciamo bene il nostro mestiere. Sarebbe troppo facile se ogni volta che uno ha una notizia in esclusiva, il resto del branco[7] la smentisse. E debbo riconoscere che quella di Schumble è stata un'ottima idea … la barba ha avuto la sua parte, naturalmente... avrei potuto pensarci io stesso, se non fossi stato così arrabbiato. (dialogo fra Mr. Corker e Mr. William Boot, libro II, Stones 20 £, cap. 1, XI)

Lady Margot

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«Espulso per cattiva condotta, eh?» esclamò il tutore di Paul Pennyfeather. «Be' grazie a Dio, al tuo povero padre è stata risparmiata questa sciagura. È tutto quello che posso dire».
Ci fu un silenzio, in Onslow Square, rotto soltanto dal grammofono della figlia del tutore di Paul, che stava suonando Gilbert e Sullivan nel suo boudoir rosa tenero, in cima alle scale.

Citazioni

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  • La giustizia [...] è la capacità di considerare ogni caso come un problema interamente nuovo. (p. 198)
  • Sono giunto molti anni fa alla conclusione che quasi tutti i delitti sono dovuti a un desiderio represso di espressione estetica.[8]

Incipit di alcune opere

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Sempre più bandiere

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Durante la settimana che precedette lo scoppio della seconda guerra mondiale – giorni di congetture e di apprensioni che non è possibile chiamare senza ironia gli ultimi giorni di «pace», – e in quel mattino di domenica in cui ogni dubbio fu finalmente chiarito e ogni illusione dileguata, tre donne ricche pensavano prima di tutto e soprattutto a Basii Seal. Erano sua sorella, sua madre e la sua amante.[4]

Viaggio in Africa

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Si stava ancora ballando quando, il 19 ottobre 1930, l'Azay le Rideau entrò nel porto di Gibuti, poco prima dello spuntar del giorno.[4]

  1. Da A Tourist in Africa, Londra, 1960; citato in Franco Sborgi, Staglieno e la scultura funeraria ligure tra Ottocento e Novecento, Artema, Torino, 1997, p. 1. ISBN 88-8052-009-1
  2. Da Fan-fare, Life, 8 aprile 1946, p. 60; citato in Giovanni Cecchin, Waugh controcorrente. Profilo letterario di un enfant terrible, Imabooks, Torino, 1970, p. 128.
  3. Da Diari; citato in Elena Spagnol, Enciclopedia delle citazioni, p. 787.
  4. a b c Citato in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi, Antonio Stella, Incipit, Skira, 2018. ISBN 9788857238937
  5. Si tratta di altra persona rispetto al Boot di cui all'Incipit, un omonimo. Il romanzo di E. Waugh si sviluppa proprio sull'equivoco causato dall'omonimia fra lo scrittore John Courteney ed il gentiluomo di campagna e poi giornalista per caso, William.
  6. a b Dialoghi fra Mr. W. Boot e Mr. Corker, libro I, The Stitch service, cap. 5, I.
  7. Nome gergale dato nel testo al gruppo di inviati speciali concentrati in una determinata zona per il medesimo motivo.
  8. Citato in Elena Spagnol, Enciclopedia delle citazioni, p. 235.

Bibliografia

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  • Elena Spagnol, Enciclopedia delle citazioni, Garzanti, Milano, 2009. ISBN 9788811504894
  • Evelyn Waugh, Lady Margot (Decline And Fall), traduzione di Giovanni Fletzer, Valentino Bompiani & C. 1953.
  • Evelyn Waugh, L'inviato speciale, traduzione di Francesco Saba Sardi, Ugo Guanda Editore, Parma, 2002. ISBN 88-8246-482-2

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