Raul Montanari

scrittore italiano
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Raul Montanari (1959 – vivente), scrittore italiano.

Incipit di Il buio divora la strada

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Spalanco una porta, poi un'altra, urtandola con la spalla come se volessi abbatterla invece di aprirla.
La tenda rossa del corridoio mi chiude la vista. Infilo le mani fra i suoi drappeggi e mi lascio inghiottire. Tutto il resto – il viaggio in auto, l'odore delle foglie marce lungo il sentiero che sale in cima alla collina, e prima ancora i sogni orribili e il risveglio di stamattina… è come se dimenticassi ogni cosa attraversando questo velluto carico di polvere, di ricordi non miei. Un altro uomo l'ha messo qui molto tempo fa, e io non l'ho mai tolto.

La verità bugiarda

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L'uomo e il serpente. Fra seimila anni. Silenzio. Chris Bergmann. Occhi bianchi. Viaggio in Italia. Lavorare è una tragedia. Il pacco e la pistola. Ci vorrebbe un'altra età. Mia moglie. Io ti conosco ma non so chi sei.

Luca vede la chiazza bianca di polvere sul nero dell'asfalto, i rami appena caduti dalla parete rocciosa e i frammenti di pietra; poi la forma indistinta che si muove più lentamente, più scura. La Yamaha frena, il ronzio metallico che finora ha riempito la valle si spegne.
L'uomo e il serpente si guardano, in mezzo alla strada deserta.

Citazioni

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  • "La vita è un libro con le note tutte in fondo", disse improvvisamente, come se tutto quello che gli girava dentro, da tempo, avesse preso forma in questa frase.
    "Bello. Ma in che senso?" chiese Gerry. Stefania lo guardava.
    "Se la vita avesse le note a ogni pagina, vedresti momento per momento dove sbagli, cosa è giusto fare, di cosa devi avere paura. Invece lo scopri solo alla fine. Quando sei arrivato in fondo, quando sei vecchio, voglio dire. Forse, nel momento in cui muori hai davanti il libro tutto intero, completo di note e indice. Leggi le note al capitolo 17, quello dei diciassette anni, mettiamo, e scopri che a quella ragazza piacevi davvero e sei stato uno scemo a non farti avanti, e che quell'amico ti voleva bene e hai sbagliato a non telefonargli. A non chiedergli scusa, dopo che avevate litigato. Al capitolo 35 viene fuori che non avresti mai dovuto licenziarti da quel lavoro, e che il figlio era meglio farlo prima, o dopo. Così le note non servono a niente."
    Si passò una mano sulla faccia e guardò i suoi amici.
    "Cosa dicono le note al capitolo 18? Io sono arrivata lì", disse Stefania.
    "Io sono al 22", borbottò Gerry, e tornò a fissare il fiume ormai quasi nero. Un pesce molto grosso saltò vicino a riva, facendo sussultare la ragazza.
    "Le note di cui parlo sono nel mio libro. Io nel vostro non posso leggere. Non si impara niente dall'esperienza degli altri. Niente. Anche se guardassi i capitoli 18 e 22 del mio libro, e vi dicessi cosa dovete fare, non mi ascoltereste. E fareste bene." (Chris parla a Gerry e Stefania, p. 178)

L'esistenza di dio

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Portati in casa una pazza e farà impazzire anche te.
Non so perché furono queste le uniche parole che mi vennero alla mente, e ci rimasero a lungo, mentre ero affacciato alla finestra e guardavo il corpo di mia moglie steso sull'asfalto, venti metri sotto di me.
Forse fu perché quello stesso giorno ero tornato dall'ospedale dove era morta mia madre, e sapevo che era stata lei a pronunciare quella frase, la prima volta che le avevo parlato di Sara. O forse perché davvero ero pazzo anch'io, da tempo.

Citazioni

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  • Il mondo non ha bisogno di te, non aspetta te. Il mondo fa a meno di chiunque. (dall'introduzione)
  • Il contrario della speranza è la disperazione, la resa totale. L'unico peccato per il quale non c'è perdono, né in terra né in cielo. (dall'introduzione)
  • Non si guarisce mai del tutto, da niente. (p. 28)
  • Sara non capiva niente di musica, ma un giorno ha detto una cosa che non ho più dimenticato: tutto il rock si può ridurre a Led Zeppelin e Pink Floyd. (p. 60)
  • […] perché sapevo che lei non pensava solo ai miei problemi ma anche ai suoi – a tutto quello che ci eravamo promessi di vincere insieme, come due soldati di un valoroso piccolo esercito, senza capire che ciò di cui soffrivamo (io la claustrofobia, lei tante cose dolorose e senza nome) era anche tutto quello che ci univa. (p. 76-77)
  • «Sai cosa diceva un amico di mio padre, una persona saggia? Diceva: Io ti auguro tutta la felicità che meriti, neanche un grammo di più.» Strinse il grammo immaginario fra i polpastrelli dell'indice e del pollice. «Perché tanto, quella che ti meriti basta per una vita intera!» (p. 95)
  • Sai, molte scelte che facciamo nella nostra esistenza appaiono logiche solo guardandole dopo, a fatto ormai compiuto. Sembrano perfino far parte di un disegno dotato di senso. (p. 171)
  • Molta della razionalità che mettiamo nella nostra vita, e nel giudicare quella degli altri, non è affatto razionalità ma è quella che la mia psicanalista chiamava razionalizzazione: la giustificazione a posteriori, con argomenti che si sforzano di essere razionali, di impulsi emotivi istantanei e inspiegabili. È il tentavito di ingannare noi stessi e il caos in cui annaspiamo ogni giorno, fingendo un ordine che non esiste. (p. 171)
  • Che brutto vedere una donna scema! In una donna mi fa più impressione che in un uomo. Forse perché tutto sommato trovo normale che un uomo sia scemo. (p. 179)

Bibliografia

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  • Raul Montanari, Il buio divora la strada, Baldini&Castoldi Editore, 2002. ISBN 8884902258
  • Raul Montanari, La verità bugiarda, Baldini Castoldi Dalai Editore, 2005. ISBN 8884906849
  • Raul Montanari, L'esistenza di dio, Baldini Castoldi Dalai Editore, 2006. ISBN 8884909163

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