La signora del venerdì

film del 1940 diretto da Howard Hawks

La signora del venerdì

Descrizione di questa immagine nella legenda seguente.

Foto promozionale con Cary Grant, Rosalind Russell e Ralph Bellamy

Titolo originale

His Girl Friday

Lingua originale inglese
Paese Stati Uniti d'America
Anno 1940
Genere commedia
Regia Howard Hawks
Soggetto dalla commedia The Front Page di Ben Hecht e Charles MacArthur
Sceneggiatura Charles Lederer
Produttore Howard Hawks per Columbia Pictures
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Doppiaggio originale:

Ridoppiaggio:

La signora del venerdì, film del 1940, regia di Howard Hawks.

Cose che accadevano nel Medioevo del giornalismo, quando un cronista, per "fare quel colpo", era disposto a tutto, escluso l'omicidio. Ad ogni modo in questo film non troverete alcuna rassomiglianza con gli uomini e le donne della stampa di oggi. Pronti? C'era una volta... (Voce narrante)

  Citazioni in ordine temporale.

  • [Dopo aver strappato l'intervista a Earl Williams] E questo è il mio addio al giornalismo! Voglio essere una donna normale, non una fabbrica di notizie! Voglio allevare anch'io dei bambini, fargli il bagnetto, portarli a spasso ai giardini e se vedo uno di loro che guarda un giornale lo strangolo! (Hildy)
  • Quando mi rivedrete sarò in Rolls-Royce e concederò interviste ai giornalisti! [...] Auguri a voi, schiavi! E quando correrete dietro a un ambulanza e verrete cacciati a calci da qualche rispettabile abitazione, ricordatevi di Hilde [...]! (Hildy) [ai colleghi reporter]
  • Hai tutti i giorni dell'anno per sposarti, però un assassino nello scrittoio non capita tutti i giorni. (Walter) [a Hildy, riferendosi a Earl Williams nascosto nello scrittoio]
  • Prendi Hitler e mettilo nella pagina dei fumetti! (Walter) [ai suoi redattori]
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  Citazioni in ordine temporale.

 
Ah, tu hai un'idea all'antica del divorzio, come se fosse eterno! "Fino a che morte non vi riunisca". Oggi però il divorzio non vuol dire più niente, Hilde, sono due parole dette da un giudice distratto. Ma tra me e te c'è qualcosa che non potrà cambiare mai! (Walter, a Hildy)
  • Hildy: Come va oggi l'oroscopo per il toro?
    Giornalista: Ottimo. Prevede fortuna in amore.
  • Walter [parlando del Governatore]: Digli che se firma il rinvio lo appoggeremo per le prossime elezioni al Senato.
    Duffy: Cosa?!
    Walter: Certo, lo appoggeremo e gli regaleremo anche una canna da pesca.
    Duffy: Ma non è possibile!
    Walter: Perché no?
    Duffy: Perché il nostro giornale da più di vent'anni è un giornale democratico!
    Walter: Benissimo! Dopo aver ottenuto il rinvio vuol dire che ritorneremo democratici!
  • Hildy: Vedo che sfoggi la solita grinta.
    Walter: È la prima volta che mi giostro un Governatore. Cosa posso fare per te?
    Hildy: Ti dispiace se mi metto a sedere?
    Walter: C'è sempre stata la lampada alla finestra per te!
    [Walter fa cenno a Hildy di sedersi sulle sue gambe]
    Hildy: Sono già saltata da quella finestra tanto tempo fa. [Walter prende una sigaretta] Posso averne una anch'io? Grazie... e un fiammifero... grazie.
    Walter: Bene bene, quanto tempo è?
    Hildy: Quanto tempo è cosa?
    Walter: Andiamo, lo sai. Quanto tempo è che non ci vediamo noi due?
    Hildy: Fammi pensare un attimo, sei settimane a Reno, poi le Bermuda... quattro mesi circa, direi. Eppure mi sembra ieri.
    Walter: Forse era ieri, Hilde. Di un po', ti sono mai comparso in sogno?
    Hildy: No, no non funziona più, non mi riconosceresti per come sono cambiata.
    Walter: Oh, sì, invece. Ti riconoscerei sempre ovunque in qualsiasi momento...
    Hildy: "Sempre, ovunque"... Ah, ti stai ripetendo, caro, queste sono le parole della tua dichiarazione.
    Walter: Noto che te le ricordi ancora.
    Hildy: Ma certo, è perché le ricordavo che ho divorziato.
    Walter: Eh, questo non te lo perdonerò mai.
    Hildy: "Questo" che?
    Walter: Il divorzio, mia cara. È una cosa che ti fa perdere la fiducia in te stesso, ti dà la sensazione di essere superfluo.
    Hildy: A volte è la verità. I divorzi servono proprio a questo.
    Walter: Ah, tu hai un'idea all'antica del divorzio, come se fosse eterno! "Fino a che morte non vi riunisca". Oggi però il divorzio non vuol dire più niente, Hilde, sono due parole dette da un giudice distratto. Ma tra me e te c'è qualcosa che non potrà cambiare mai!
    Hildy: Uhm, be' in fondo hai ragione, in un certo senso.
    Walter: Certo che ho ragione.
    Hildy: Tu mi piaci, sì, questo è vero.
    Walter: Oh, così va bene.
    Hildy: Vorrei che tu non fossi un lestofante.
    Walter: Senti, io... Latino, immagino. Non approfittare della tua superiorità culturale.[1]
    Hildy: Perché avevi promesso di non opporti al divorzio e poi invece hai fatto di tutto per ritardare e insabbiare la faccenda.
    Walter: Ah, le mie intenzioni erano buone, ma sai com'è... Non ti manca tanto l'acqua come quando il rubinetto è asciutto.
    Hildy: Un lumacone della tua specie, che noleggia un aereo per scrivere in cielo: "Hilde, pensaci bene. Non dimenticare mai il tuo dolce Walter". Anche il giudice corse alla finestra per vedere cosa succedeva.
    Walter: Be', non faccio per vantarmi, ma al momento mi sembrò un'idea più che eccellente. Dopo tutto ero un marito che non voleva veder distrutto il suo focolare domestico.
    Hildy: Quale focolare?
    Walter: Ma come "quale"? Quello che ti avevo promesso, non te ne ricordi?
    Hildy: Ma come no, per inaugurarlo dopo la luna di miele, vero? Ah, la luna di miele!
    Walter: Non è colpa mia se proprio allora ci fu una tremenda frana in quella miniera. Io volevo passare la luna di miele con te, Hildy, te lo giuro.
    Hildy: No, tutto ciò che so è che invece di due settimane ad Atlantic City con mio marito, ho passato quasi due settimane in una miniera come cronista! Non vorrai negarlo, spero.
    Walter: Negarlo? Ne sono orgoglioso, abbiamo battuto tutti con quel servizio!
    Hildy: E anche se fosse? Non mi ero di certo sposata per questo! Oh, ma tanto a che serve? Senti, senti un attimo: quello che sono venuta qui a dirti è di smetterla di telefonarmi dodici volte al giorno e di mandarmi venti telegrammi...
    Walter: Vado forte con i telegrammi, vero? Lo dicono tutti quanti!
    Hildy: Vuoi ascoltare quello che devo dirti?
    Walter: Lo so, lo so, non val la pena litigare, sei tornata per lavorare qui con me al giornale, se vediamo poi che da buon amici non funziona, ci risposiamo di nuovo!
    Hildy: Cosa, come?
    Walter: Certo, io non ti serbo nessun rancore, tesoro.
    Hildy: Oh Walter, sei un vero fenomeno, anche se detestabile. Ma vuoi stare un po' zitto fino a che ti ho detto ciò per cui sono venuta qui a dirti?
    Walter: Andiamo a mangiare qualcosa? Che ne dici?
    Hildy: Ho già un impegno per il pranzo.
    Walter: Disdicilo!
    Hildy: Non posso disdirlo!
    Walter: Ma sì che puoi!
    Hildy: Lasciami le braccia! Vuoi mettermi le manette?
    Walter: Ehi, calma, calma.
    Hildy: Sta' a sentire, caro Walter, tu non sei più mio marito, non sei più nemmeno il mio capo e dimenticami per sempre!
    Walter: Cosa diavolo vorresti dire?
    Hildy: Proprio quello ch'ho detto.
    Walter: Che non ritornerai a lavorare al giornale?
    Hildy: Bravo, giusto, azzeccato in pieno, signor Burns.
    Walter: Ah, hai un'offerta migliore!
    Hildy: Ma certo che ho un'offerta migliore!
    Walter: E va bene, accetta pure, lavora per qualcun altro! Ecco qual è la tua gratitudine...
    Hildy: No, non esagerare...
    Walter: Te lo dico cos'eri quando sei venuta a lavorare cinque anni fa: una ragazzina diplomata in giornalismo con l'aria da bambolona!
    Hildy: Se non avevo quell'aria lì, non mi assumevi!
    Walter: È che mi era sembrata un'ottima idea poter avere in redazione una bella bambolona!
    Hildy: Ascolta, Walter!
    Walter: Io ho fatto di te una grande cronista che però non varrebbe la metà in un altro giornale! [intanto Hildy gli parla sopra] Perché noi siamo un tandem: tu hai bisogno di me e io ho bisogno di te! E il giornale è di tutti e due!
    Hildy: Avanti, coraggio, signori!
    Walter: E va bene, come vuoi...
    Hildy: Ascolta, Walter, ti prego, il giornale dovrà arrangiarsi senza di me. E anche tu. Non ha funzionato, Walter.
    Walter: Avrebbe funzionato se tu ti fossi accontentata di fare la cronista, ma no signore, tu hai voluto sposarmi e rovinare tutto.
    Hildy: Ah, perché, è così? Io avrei chiesto la tua mano?
    Walter: Be', praticamente sì, perché per due anni interi mi hai fatto gli occhioni languidi: "Oh Walter!" E poi la sera in cui mi sono dichiarato ero sbronzo, se tu fossi stata una signora non avresti fatto caso a quello che dicevo!
    Hildy: Brutto villano! [gli lancia una borsa, ma Walter la schiva]
    Walter: Oh, oh, non hai più l'occhio di una volta, miravi meglio!
  • Walter: [...] sei una giornalista nell'animo.
    Hildy: Per questo lascio. D'ora in poi voglio essere solo una donna.
    Walter: Dopo aver tradito!
    Hildy: Tradito che cosa? Vuoi dirmelo?
    Walter: Il tuo lavoro di giornalista, se ti interessa!
    Hildy: Di giornalista? Che cosa vuol dire? Origliare alle porte, correre dietro ai pompieri, svegliare la gente di notte per chiedergli che cosa pensa di Hitler o del delitto della sera prima? La so a memoria ormai tutta questa roba: siamo solo un branco di disperati alla caccia di ignobili avvenimenti di cronaca nera da ammannire alle casalinghe e alle dattilografe.
  • Hildy: È dolce, gentile, comprensivo... e mi darà una casa e dei bambini.
    Walter: Vorrei sposarlo io un uomo così. Come si chiama?
    Hildy: Ah, Baldwin. Bruce Baldwin.
  • Walter: E dimmi, Bruce, come vanno le assicurazioni ad Albany?
    Bruce: È una buona zona. La gente è spinta ad assicurarsi perché è frequente che muoiano giovani.
    Walter: Be', che altro possono fare ad Albany?
  • Bruce [parlando di Walter]: Lo sai, Hilde, non è niente male in fondo.
    Hildy: No, potrebbe far felice qualche ragazza. [sottovoce] Disgraziata.
  • Hildy [al telefono con Bruce]: Bruce, si dice che il primo grosso assegno che si riceve bisogna metterlo nella fodera del cappello... sì, del cappello... porta fortuna.
    Duffy: Faccio il cronista da vent'anni e non l'ho mai sentito.
    Hildy [senza farsi sentire da Bruce]: Neanch'io!
  • Hildy: Senta, Williams, quando si è trovato con quella rivoltella in mano e il poliziotto si stava avvicinando, a che cosa ha pensato?
    Earl Williams: Non so esattamente.
    Hildy: Avrà pensato a qualcosa.
    Earl Williams: Be'...
    Hildy: Sarà stata la "produzione per l'uso".[2]
    Earl Williams: Non lo so... ero...
    Hildy: A che serve una rivoltella?
    Earl Williams: A che serve? A sparare evidentemente.
    Hildy: È forse per questo che l'ha usata.
  • Peter Hartwell: E ti prego di non chiamarmi Pinky.
    Giornalista #1: Perché?
    Peter Hartwell: Perché, se vuoi saperlo, il nome è Peter S. Hartwell.
    Giornalista #2: E la "S" per...?
    Giornalista #3: "Sbirro"![3]
  • Sanders: Io dico che una donna che scrive così non può rinunciare al proprio lavoro per dedicarsi tutta a un modesto assicuratore come quello e quindi scommetto tre a uno che è un matrimonio che non può durare. Chi ci sta?
    Hildy: Io ci sto! Ah, non si fa in tempo a uscire che le comari si mettono a spettegolare!
  • Walter: Te li mando immediatamente [i soldi di Bruce]. Lo giuro sulla tomba di mia madre.
    Hildy: Oh d'accordo, senti... Un momento! Tua madre è viva!
    Walter: Sulla tomba di mia nonna... Non ti formalizzare tanto, suvvia!
  • [Al telefono, raccontando dell'evasione di Earl Williams] E così a un tratto ha deciso di ricostruire la scena del delitto per vedere in quale maniera dopo si sarebbe comportato. [...] Però per questo c'era bisogno di una rivoltella. E chi credi che l'abbia fornita? Peter S. Hartwell. "S" per "scemo".[4]
  • Walter: Ehi, Wanda, senti, c'è un tipo che aspetta su un taxi fuori dal tribunale penale. Il nome è Bruce Baldwin.
    Wanda: Come lo riconosco?
    Walter: Be', assomiglia a quell'attore cinematografico... Ralph Bellamy.[5]
  • [Riempiendo di domande il sindaco]
    Giornalista #1: E come la mettiamo con le minacce rosse?
    Giornalista #2: Come ha fatto Williams a battersela così facilmente?
    Giornalista #3: Mi dica, avete già sotto mano un capro espiatorio per questa faccenda?
    Giornalista #1: Ci dica, è vero o no che lei è foraggiato da Stalin?
    Giornalista #3: E che lei porta abitualmente le mutande rosse?
 
«Un assassino nello scrittoio non capita tutti i giorni.» (Walter, a proposito di Earl Williams)
  • Walter: Come va? Hai abbastanza aria?
    Earl Williams [chiuso nello scrittoio]: Non molta...
    Walter: Meglio così! Respira poco!

Citazioni su La signora del venerdì

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Frasi promozionali

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  • Cary Grant e Rosalind Russell interpreti di questa rfenetica versione di The Front Page.
Cary Grant and Rosalind Russell star in this fast-paced version fo The Front Page.[6]
  • Ha imparato tutto a proposito degli uomini da lui!
She learned about men from him![7]
  • Un duello umoristico in questa battaglia dei sessi.
It's a duel of wits in this battle of the sexes.[8]
  1. Battuta non presente nella versione originale.
  2. Cfr. Production for use.
  3. Nella versione originale si chima Peter B. Hartwell e la "B" viene interpretata come "bull" ("toro"), slang per "poliziotto".
  4. Nella versione originale «Peter B. Hartwell. B for brains.»
  5. Il personaggio di Bruce Baldwin è davvero interpretato da Ralph Bellamy.
  6. Dalla locandina in inglese. Cfr. Pictures & Photos from La signora del venerdì (1940), IMDB.com
  7. Dalla locandina in inglese. Cfr. Poster La signora del venerdì, MYmovies.it
  8. Dalla locandina in inglese. Cfr. Pictures & Photos from La signora del venerdì (1940), IMDB.com

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