Billie Holiday

cantante statunitense
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Billie Holiday, pseudonimo di Eleanor Fagan Gough (1915 – 1959), cantante statunitense.

Billie Holiday nel 1949

La signora canta il Blues

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  • La mamma e il babbo erano ancora due ragazzi quando si sposarono. Lui aveva diciott'anni, lei sedici, io tre. (p. 5)
  • Io non mi figuro di cantare. Io mi sento come se suonassi uno strumento a fiato. Cerco di improvvisare come Lester Young, come Louis Armstrong, o qualcun altro che ammiro. Quello che esce fuori è ciò che sento. Non mi va di cantare una canzone così com'è. Devo cambiarla alla mia maniera. È tutto quello che so.
  • Non c'era cotone da raccogliere tra il Leon & Eddie's e L'East River, ma, credetemi, da qualunque punto di vista la guardaste, era vita da piantagione. E noi non andavamo lì per guardare; dovevamo viverci, Fraternizzare coi bianchi era proibito nel modo più assoluto: appena finito il nostro numero; ci toccava scappar via dalla porta posteriore e metterci a sedere nel vicolo, fuori.
  • Non tardai molto a diventare una schiava tra le meglio pagate. Prendevo anche mille dollari alla settimana, ma quanto a libertà non ne avevo più di quando ne potesse avere il più pidocchioso bracciante della Virginia, cento anni fa.
  • Mi hanno detto che nessuno canta la parola "fame" e la parola "amore" come le canto io. Forse è perché so cosa han voluto dire queste parole per me, e quanto mi sono costate . Forse è perché son così orgogliosa da volere per forza ricordare Baltimora e Welfare Island[1], l'istituto cattolico e il tribunale di Jefferson Market, lo sceriffo davanti al ritrovo nostro di Harem, e le città sulla costa da un oceano all'altro dove ho preso le mie batoste e le mie fregature, Filadelfia e Alderson, San Francisco e Hollywood; ricordare metro per metro ogni dannato pezzo di tutto questo. Tutte le Cadillac e i visoni di questo mondo, e io ne ho avuti un bel po', non possono ripagarmi e nemmeno farmi dimenticare. Tutto quel che ho imparato in tutti questi posti da tutta questa gente si può riassumere in quelle due parole. Nella vita, per prima cosa devi avere da mangiare e un po' d'amore.
  • Nei due anni che cantai nel complesso di Basie, mettemmo insieme un repertorio d'un centinaio di canzoni e più. E ognuno di noi custodiva questo repertorio, passaggio per passaggio, nota per nota, tutto e soltanto dentro la sua testa. (p. 78)
  • Non si può copiare un altro, e nello stesso tempo pretendere di arrivare a qualcosa. Se tu copi, ciò inoltre è perché il tuo lavoro non ha un sentimento sincero, e senza sentimento nessuna delle cose che fai avrà realmente un valore.Come non ci sono al mondo due persone uguali, così dev'essere anche con la musica, sennò non è musica. (p. 59)

Citazioni su Billie Holiday

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  • Billie è stata una delle prime artiste a integrarsi. Esibirsi alla Carnegie Hall ha rappresentato qualcosa di enorme, soprattutto per lei. Era appena uscita di prigione, era magnetica, univa le persone. E usava la canzone per parlare del terrore razziale in America, di linciaggio. Questo ha spaventato l’establishment, che ha pensato a una sfida, una minaccia allo sfruttamento dei neri, all’ego: come osava, questa donna nera? (Andra Day)
  • Billie Holiday era nera e per questo umiliata ed emarginata ma non si è mai rassegnata e ha fatto valere il suo talento musicale. (Cinzia Tani)
  • E quando tornerete a casa dite | Ho sentito cantare un angelo | Con le ali di marmo e raso | Puzzava di whisky era negra puttana e malata | Dite il mio nome a tutti, non mi dimenticate | Sono la regina di un reame di stracci | Sono la voce del sole sui campi di cotone | Sono la voce nera piena di luce | Sono la lady che canta il blues | Ah, dimenticavo... e mi chiamo Billie | Billie Holiday (Stefano Benni)
  • Era una donna molto dolce, molto calda [...] aveva un aspetto da indiana con la pelle vellutata, marrone chiaro [...] Billie era una donna splendida prima che l'alcool e la droga la distruggessero. [...] Ogni volta che mi capitava di incontrarla le chiedevo di cantare "I Loves you, Porgy", perché ogni volta che lei cantava "non lasciare che mi tocchi con le sue mani calde" potevi praticamente sentire quello che sentiva lei. Il modo in cui la cantava era magnifico e triste. Tutti quanti amavano Billie. (Miles Davis)
  • Possiamo trovare nelle sue incisioni del periodo 1935-40 tutti i procedimenti per mezzo dei quali essa trasformava una melodia: L'accentazione di certe note, che faceva precedere da brevi silenzi che attiravano su di esse l'attenzione (Why was I born, I wished on the moon) L'affrancamento, in rapporto al tempo, della frase (I Can't get sterted) cominciata generalmente con un leggero ritardo su quello: un effetto da cui Billie Holiday ricavava un considerevole swing (Miss Brown to you); le improvvise opposizioni dei registri (Body and soul); o la combinazione di questi due ultimi effetti (Can't help lovin' thet man). Per tutta la durata di queste registrazioni, si resta colpiti dal modo in cui Billie Holiday "pensa" – o "sente" – i suoi vocali; ella lo fa molto più alla maniera d'uno strumentista che a quella di una cantante, tanto che quando, in She's funny that way, ella segue Lester Young, sembra continuare il pensiero musicale di quest'ultimo. (Demètre Ioakimidis)
  1. Luogo in cui fu in arresto per 4 mesi.

Bibliografia

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