La gabbianella e il gatto
film di animazione del 1998 diretto da Enzo D'Alò
La gabbianella e il gatto
Titolo originale |
La gabbianella e il gatto |
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Lingua originale | italiano |
Paese | Italia |
Anno | 1998 |
Genere | animazione, drammatico, musicale |
Regia | Enzo D'Alò |
Soggetto | Luis Sepúlveda (dal romanzo Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare) |
Sceneggiatura | Umberto Marino |
Produttore | Cecchi Gori Group |
Doppiatori italiani | |
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Note | |
Premi:
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La gabbianella e il gatto, film d'animazione del 1998, regia di Enzo D'Alò.
Frasi
modificaCitazioni in ordine temporale.
- Continuiamo a lavorare, | cresceremo sempre più. | Mentre gatti polleggiati, | croccantini mandan giù. | La fatica che facciamo, | presto ci compenserà, | il momento si avvicina, | presto sarà nostra tutta la città! (Grande Topo)
- Vuoi sentire come ho cambiato la poesia sui gabbiani? "Ma il loro piccolo cuore, | lo stesso degli equilibristi, | per nulla sospira tanto, | come per quella pioggia sciocca, | che quasi sempre porta il vento, | che quasi sempre porta il sol." (Poeta)
- A quei tempi non potevamo circolare liberamente per la strada... ma un grande giorno, quando fu troppo, ci mobilitammo in massa e li facemmo ritornare al loro posto. [riferendosi ai cani] (Colonnello)
- Quello è il petrolio, la maledizione degli umani. (Igor)
- [Elegia funebre] Miei cari compagni gatti, siamo qui riuniti in questa notte di luna per dare il nostro ultimo saluto a una giovane e sfortunata gabbiana. Ci rattrista che ci abbia lasciati, ma soprattutto ci piange il cuore per come ci ha lasciati, uccisa dalla pazzia degli uomini, che un giorno finirà per distruggere il mondo selvaggio e meraviglioso che Madre Natura ci aveva donato! E adesso, tutti insieme, gnauliamo alla luna la canzone d'addio di noi gatti del porto! [tutti i gatti iniziano a miagolare rivolti al cielo] (Colonnello)
- Siamo gatti, | siamo noi. | Siamo gatti, | beati noi. (I gatti in coro)
- Corri e striscia! Corri e striscia! (I topi) [mentre corrono nelle fogne]
Dialoghi
modificaCitazioni in ordine temporale.
- Zorba: Detesto doverlo dire, ma quello... schifoso del Grande Topo ha ragione!
Colonnello: Già, in effetti... quei lerciosi diventano ogni giorno più grassi e sempre più numerosi!
Segretario: Per tutti i topi, c'è un odore così nauseante... eeeh... eeeh... [gli viene da starnutire]
Colonnello: Silenzio, giovanotto!
Zorba: Non possiamo restare qui a guardare, dobbiamo fare qualcosa! Giusto, Diderot?
Diderot: Allora... massa per gravità per tre e quattordici, considerato il braccio della leva ed il sistema a martinetti idraulici... terribilmente geniale!
Zorba: Dì, cervellone, mi hai sentito? Dobbiamo fare qualcosa!
Diderot: È evidente, Zorba!
Zorba: E allora?
Diderot: Quello che faremo, cioè quello che farete, è salire lassù sulla cabina comandi e... vedete? Premete il tasto rosso per girare il braccio, quello verde per sollevare il carico, quello giallo per spostarlo sul camion e quello viola per mollarlo e farlo cadere tutto sui...
Pallino [arrivando in quel momento]: Sì! E poi SuperGatto fa un fracello, gli stacca la coda a morsichi e gli spacca il muso, a quei topastri lì!
Colonnello: E tu che cosa ci fai qui, Pallino?!
Pallino: Sono qui per aiutare Zorba, nonno! [si affaccia in direzione dei topi ringhiando, ma subito dopo vede il Grande Topo e scappa via miagolando spaventato]
Zorba: Allora, SuperGatto? Pronto all'azione?
Pallino: Vo-vo-voi... andate avanti, ehm... io... SuperGatto... vi... vi coprirò le spalle! [tutti gli altri gatti ridono]
Zorba: Andiamo, Segretario!
Segretario: Io? Perché proprio io?
Colonnello: Perché lei è un gatto robusto e coraggioso!
Segretario: Sì, certo, certo, però sono disperatamente allergico ai rifiuti...
Colonnello [battendo una zampa sul collo a Segretario]: In gamba, giovanotto!
Zorba: Andiamo! Forza! - Kengah: Che strano... che cosa sono tutti quei lenzuoli colorati sulle navi?
Igor: Bandiere! Gli umani le chiamano così. A ogni bandiera corrisponde una nazione, e a ogni nazione una lingua diversa.
Kengah: Ah sì? E come fanno gli umani a capirsi tra di loro quando parlano? - Kengah [a Zorba]: Ti prego, non mi mangiare, no, no, non mi mangiare, ti prego, non mi mangiare, no!
Zorba: Mangiarti? Non mi passa neanche per la testa! Bleah! Quanto puzzi! Ma come hai fatto a ridurti così?
Kengah: Sono finita dentro l'onda nera che gli umani scaricano nel mare...
Zorba: Petrolio?!
Kengah: Sì, e sento che morirò...
Zorba: Morire? Ma che morire, tu sei solo stanca e sporca!
Kengah [agitando le ali senza riuscire a muoversi] No! Non ce la faccio... questo è stato il mio ultimo volo...
[Zorba prova a pulirla leccandola e sputa disgustato]
Zorba: Bleah! Ma è disgustoso!
Kengah: Grazie, comunque, amico...
Zorba: Amico? Ma che dice, gatti e gabbiani non sono mai stati amici! [prova nuovamente a leccarla] No, non ci riesco, così non verrà mai via! Devo proprio cercare aiuto. [si accinge ad andarsene]
Kengah: Aspetta! Aspetta... con le ultime forze che mi restano... voglio cercare di deporre il mio uovo... ma devo chiederti di farmi tre promesse.
Zorba: Uovo? Promesse?! Ma lascia perdere, dai...
Kengah: Io sto morendo! Non posso più aspettare, ti prego!
Zorba: Va bene! Prometto, prometto! Ma che cosa?
Kengah: La prima promessa che ti chiedo è di non mangiare l'uovo...
Zorba: D'accordo, e che cos'altro?
Kengah: Poi, promettimi che ne avrai cura finché non nascerà il piccolo... e in ultimo, ti prego, promettimi che gli insegnerai a volare...
Zorba: Volare?! Ma io sono un gatto!
Kengah [ultime parole]: Però hai un cuore grande come quello di un gabbiano! Farai ciò che ti ho chiesto?
Zorba: Va bene, va bene, te lo prometto! Ora vado a cercare aiuto. - Zorba: Certo che sono veramente strani questi umani... costruiscono dei musei nuovi e ne abbandonano uno così bello qui nel centro della città!
Colonnello: Sai, gli ultimi umani con un po' di senno risalgono al tempo degli antichi egizi, che adorando il dio gatto gli avevano costruito le piramidi...
Segretario: La sfinge, Colonnello!
Colonnello: E che cosa ho detto io, la sfinge! E noi invece con che razza di umani abbiamo a che fare, quelli di oggi ci trattano come se fossimo degli stupidi cani smidollati, bleah...
Pallino: Diderot! Diderot!
Diderot: Terribilmente terribile! Quegli ignoranti di topi si sono mangiati una pagina dell'atlante! Abbiamo perso il Portogallo!
Colonnello: Gli faremo pagare anche questa, figliuolo, ma... ora sta a sentire, abbiamo un altro problema! - Diderot [cercando un volume dell'enciclopedia]: G... G... G... G come gabbiano... che invenzione irresistibile l'enciclopedia! Ogni volta che la sfoglio imparo qualcosa di nuovo!
Pallino [a Colonnello]: Nonnino... cos'è l'en... l'"enci-clole-ria"?
Segretario: "Enciclopedia" si dice, "enciclopedia"!
Colonnello: Ma certo Pallino, "enciclopedia" si dice... è un grande negozio dove si vendono cicli a pedali di tutti i tipi, cicli, bicicli, cicli ciclabili...
Segretario: Veramente è il grande libro del sapere! Dentro ci sono notizie di tutte le cose del mondo...
Colonnello: Ah già ecco, del mondo, appunto, è quello che stavo miagolando anch'io!
[Diderot estrae il volume dallo scaffale e lo sfoglia]
Diderot: "Gabbare", "gabbia"... "gabbiano"! Mmmm, che cosa dice qui? Ah, perfetto: [legge] "la sua carne è un po' dura ma è assolutamente commestibile"... terribile, non c'è scritto niente su come pulirlo!
Segretario: Gabbiano sporco, gabbiano unto, gabbiano macchiato...?
Diderot: Geniale! Ho trovato! [estrae un altro volume] "Smacchiatore"! Ecco, ci sono... [legge] "smacchiatore, panno bagnato, benzina"... ci serve della benzina!
Colonnello: Ottima mente giovanotto, problema risolto, ora ci procureremo la benzina!
Segretario: Sì, ma vorrei sapere come! Noi siamo gatti! Non possiamo andare al distributore di benzina e chiedere "ventimila di super, per favore!" - [Durante la notte, mentre i gatti, tristi per la morte di Kengah, miagolano in coro alla luna, seguiti da versi di altri animali, in un cespuglio nelle vicinanze sono nascosti due topi]
Topo 1: Auuuuuu! Ah! Ah! Ah!
Topo 2 [dando uno schiaffo all'altro topo]: Stai zitto, imbecille, vuoi farci scoprire?! [vede i gatti] Devono essere impazziti ...
Zorba: Freddo cane, eh?
Segretario: Non direi, anzi, la temperatura è superiore alla media stagionale, guarda!
[Zorba e Segretario alzano la testa verso il termometro, che indica una temperatura di 6° C]
Zorba: Questo è un freddo polare per me!
Segretario [indifferente]: Non mi sembra proprio!
Zorba: Con permesso ... [se ne va e una volta giunto a casa si mette a covare l'uovo] - Zorba: Liberate i miei amici!
Grande Topo: Non puoi! [Zorba gli punta l'artiglio sulla gola] D'accordo, puoi... Liberate il microbo... Anche il polletto. - [Fortunata è triste perché sta pensando a quando Pallino le ha detto che loro vogliono mangiarsela, perché i gatti normalmente mangiano gli uccelli]
Zorba: Stai ancora pensando a quello che ti ha detto Pallino, vero?
Fortunata: Sì...
Zorba: E sei triste...
Fortunata: Sì...
Zorba: Vedi, devi sapere che Pallino ti ha detto una cosa vera e una falsa. È vero che i gatti mangiano gli uccelli, fa parte della loro natura, ma noi non potremo mai mangiare te, perché ti vogliamo bene! E ti vogliamo bene ancora di più proprio perché sei diversa da noi.
Fortunata: Io non voglio essere diversa da voi, voglio essere un gatto!
Zorba: A noi fa piacere e ci rende fieri che tu voglia essere come noi, ma ci rende ancora più orgogliosi che tu sia una bellissima gabbiana, e che tu possa un giorno volare libera nel cielo, come volava tua madre.
[gli altri gatti stanno origliando]
Colonnello: È bravo il giovanotto, se la cava con le parole!
Segretario: È un gran gatto...
Diderot: Parla come un libro stampato!
Fortunata: Tu non sei la mia vera mamma, non è vero, Zorba?
Zorba: No, Fifì. La tua mamma era una gabbiana giovane e coraggiosa. Lei era leggera, elegante e nobile, come tutte le creature che sanno volare!
Fortunata: Ma io ho paura di volare!
Zorba: Non devi temere ciò che è nella tua natura, Fifì. Ti prometto che, quando sarai pronta, io sarò vicino a te.
Fortunata: Ti voglio bene Zorba, voglio bene a tutti voi! [gli altri gatti piangono commossi] - Rosa dei Venti [raccontando]: La bussola era impazzita. Le onde erano alte come palazzi. La burrasca durava ormai da cinque lunghi giorni, e non sapevamo neanche se stavamo facendo rotta verso terra o verso il mare aperto!
Pallino: E allora che avete fatto?
Rosa dei Venti: Beh, tutto l'equipaggio cominciò a piangere e a pregare, ma proprio a quel punto il timoniere vide... tre gabbiani! Per i denti del barracuda, quei gabbiani volavano verso terra! Li seguimmo e fummo salvi!
Pallino: Vuoi dire che i gabbiani volano anche in mezzo a una tempesta?
Rosa dei Venti: Per le scariche della torpedine, eccome, ragazzo! Sono gli uccelli più robusti dell'universo!
Pallino: Forte! [a Fortunata] Siete forti, eh! [Fortunata sbatte le ali]
Rosa dei Venti: Sembra che voglia volare.
Colonnello: Lo so! Ci abbiamo provato in tutti i modi!
Diderot: Ho praticamente consumato le pagine della voce "volo", "aereo" e "ali"... è in assoluto la prima volta che l'enciclopedia mi delude!
Segretario: Forse ha vissuto con noi troppo a lungo, e adesso non è più capace...
Rosa dei Venti: Per la pinna del pesce spada, non diciamo sciocchezze! È un gabbiano, e i gabbiani volano!
Zorba: Ho promesso a sua madre che volerà, e lei volerà! E farla saltare da un posto molto molto alto...? Ho trovato! Dal campanile! - Zorba [davanti al campanile]: Bisogna salire lassù dove stanno le campane.
Colonnello: No, giovanotto, non è possibile, è chiuso! Per noi gatti non c'è modo di salire fin lassù!
Diderot: Dobbiamo rivolgerci a qualcuno al di fuori del mondo animale.
Zorba: E sarebbe?
Segretario: Sarebbe... gli esseri umani, Zorba. - Colonnello: Escluso, escluso! Miagolare la lingua degli umani è tabù, è assolutamente proibito!
Rosa dei Venti: Avete idea di cosa farebbero gli umani a un gatto parlante?
Segretario: Lo chiuderebbero subito in una gabbia!
Rosa dei Venti: Sì, poi gli farebbero i loro stupidi esami medici, lo metterebbero in uno zoo e lo userebbero nei circhi, così che tutti possano vederlo e ridere di lui!
Colonnello: Avete ragione, sono convinto che la maggior parte degli umani non sono ancora in grado di accettare l'idea che un essere diverso da loro possa capirli e magari possa anche farsi capire!
Fortunata: Miao... Miao! Miao! Miao! [i gatti la guardano perplessi]
Colonnello: Ma poi, ammesso e non concesso che volessimo miagolare con l'uomo, con chi pensate che si...
Rosa dei Venti: Il mio capitano è una brava persona.
Segretario: No, no, è un uomo di mare, non c'entra nulla col volo, con l'aria!
Colonnello: Che ne pensate degli umani della pescheria?
Zorba: Sì, come quello che ha preso a calci Segretario...
Colonnello: Per le lische, è vero! No, sono assolutamente indegni di questa missione! Allora non potrebbe essere la tua umana, Zorba?
Zorba: La mia? No, no, lei soffre di cuore. Non posso mettermi lì a parlarle... perderei il mio umano domestico!
Colonnello: In effetti... ci vorrebbe un umano decisamente superiore.
Segretario: Qualcuno decente lo si trova, ma a noi ne serve uno un po' particolare, qualcuno capace di capire che tutti gli esseri del mondo hanno un'anima, dei pensieri, dei sentimenti!
Zorba: Io ce l'ho, uno così! [sarebbe Nina, la padroncina di Bubulina] - [in cima al campanile]
Zorba [a Fortunata]: Guarda. Si vede il cortile dove sei nata, e là c'è il museo di Diderot.
Fortunata: Ho tanta paura!
Nina: Forza gabbianella, lo so che hai paura, io non riesco neanche a guardare giù... non dimenticare che tu hai le ali, e chi ha le ali non ha paura dell'altezza o di qualunque ostacolo possa incontrare! Se hai le ali, non c'è niente che può fermarti! Puoi volare fino a lassù, fino alla luna! Vola piccolo gabbiano, vola!
Zorba: Fallo per noi gatti, non abbiamo mai volato... sii tu il primo gatto volante!
Fortunata: Ti voglio bene, Zorba!
Zorba: Anch'io, Fifì. Coraggio, vola! - [Vedendo Fortunata che spicca il volo]
Topo: Maestà, la figlia dei gatti vola!
Grande Topo: Che cosa c'è di straordinario? Noi topi voliamo da migliaia di secoli!
Topo: Eh?!
Grande Topo: I pipistrelli, pezzo di idiota!
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