Mary Higgins Clark

scrittrice statunitense (1927–2020)
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Mary Higgins Clark (1928 – 2020), scrittrice statunitense.

Mary Higgins Clark, 2009.

Mentre la mia piccola dorme

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Risaliva con cautela la Thruway in direzione del Morrison State Park. I quaranta chilometri di viaggio da Manhattan alla Contea di Rockland erano stati un incubo. Erano le sei ormai, ma non c'era segno dei primi chiarori dell'alba; la neve che aveva cominciato a cadere durante la notte si era fatta più fitta e fioccava senza sosta sul parabrezza. Le nubi, grigie e pesanti, sembravano enormi palloni gonfiati fino a scoppiare. Stando al bollettino meteorologico sarebbero caduti cinque centimetri di neve, «diminuendo d'intensità dopo la mezzanotte». Come al solito il meteorologo si era sbagliato.

Citazioni

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  • Nel 1947 la moda ristagnava, incapace di staccarsi dalle fogge militari che avevano caratterizzato gli anni della guerra: Tessuti poveri; spalle squadrate; bottoni d'ottone. Poi, Dior, un giovane e timido stilista, dichiarò che quello che volevamo tutti era dimenticare finalmente la guerra. Eliminò le gonne corte, simbolo di una moda condizionata dalle ristrettezze, e rivelandosi un vero genio, ebbe il coraggio di annunciare a un mondo scettico che l'abito da giorno del futuro avrebbe avuto una lunghezza al polpaccio o addirittura alla caviglia.
  • Forse un giorno tutti gli stilisti comprenderanno che il mistero è un'importante regola guida per la moda. (p. 145)
  • Era Mary Quant, la ragazzina che non voleva crescere e che, soprattutto, non voleva indossare vestiti da adulta.
    Arriva la minigonna, arrivano le calze colorate, arrivano gli stivali alti. Prende piede la premessa che chi è giovane non deve mai, a nessun costo, sembrare vecchio. Quanto a Mary Quant fu chiesto di spiegare il significato della moda e i suoi scopi, lei rispose con decisione: «Sesso». (p. 145)

Incipit di alcune opere

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Ci incontreremo ancora

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«Lo stato del Connecticut proverà che Molly Carpenter Lasch ha intenzionalmente provocato la morte del marito, il dottor Gary Lasch; che mentre lui sedeva alla scrivania, dandole le spalle, gli ha fracassato il cranio con una pesante scultura di bronzo; che lo ha lasciato morire dissanguato mentre lei se ne andava a letto...»

Dimmi dove sei

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Oggi è la Festa della Mamma. Sono ospite di mia madre, nella casa di Sutton Place dove sono cresciuta. Lei è in camera sua, in fondo al corridoio, ed entrambe siamo sveglie e in attesa. La stessa veglia che ripetiamo ogni anno da quando, dieci anni fa, mio fratello Charles MacKenzie Jr, detto «Mack», uscì dall'appartamento che divideva con altri due studenti della Columbia University. Da allora nessuno l'ha più visto, ma a ogni Festa della Mamma lui telefona a casa per assicurarle che sta bene. «Non preoccuparti per me», le dice. «Uno di questi giorni infilerò la chiave nella toppa.» Poi riappende.

Domani vincerò

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Se quella sera di luglio Alvirah avesse saputo che cosa l'aspettava nel suo nuovo, lussuoso, appartamento di Central Park Sud, non sarebbe mai scesa dall'aereo. Invece, nella sua mente acuta non avvertì nessuna sensazione di catastrofe incombente mentre l'apparecchio si preparava all'atterraggio.

In giro per la città

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Giugno 1974, Ridgewood, New Jersey

Dieci minuti prima che accadesse, Laurie Kenyon, quattro anni, sedeva a gambe incrociate sul pavimento del salottino, intenta a disporre i mobili nella sua casa di bambole. Era stanca di giocare da sola e voleva andare in piscina. Dalla sala da pranzo le giungevano le voci della mamma e delle signore che erano state sue compagne di scuola a New York. Chiacchieravano e ridevano mentre pranzavano insieme.
Poiché Sarah, la sorella maggiore, era a una festa di compleanno di amici coetanei, sarebbe stata Beth, una ragazza che a volte si occupava di lei la sera, ad accompagnarla in piscina. Ma Beth, non appena era arrivata a casa, si era attaccata al telefono.

La culla vuota

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Se non fosse stata assorta nel pensiero della causa che aveva vinto, forse Katie non averebbe imboccato la curva a velocità tanto sostenuta, ma l'intensa soddisfazione per il verdetto di colpevolezza l'assorbiva completamente. Aveva vinto per un soffio. Roy O'Connor era uno dei migliori avvocati del New Jersey. La confessione dell'imputato era stata invalidata dalla corte e ciò era stato un gran brutto colpo per l'accusa. Tuttavia, lei era riuscita a persuadere i giurati che Teddy Copeland era l'individuo che aveva barbaramente trucidato l'ottantenne Abigail Rawlings nel corso di una rapina.

La figlia prediletta

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Quella mattina Ellie si svegliò con la sensazione che fosse accaduto qualcosa di terribile.
D'istinto, allungò la mano verso Bones, il morbido cane di peluche che da sempre dormiva vicino a lei sul cuscino. Il mese precedente, quando aveva compiuto sette anni, sua sorella Andrea, di quindici anni, l'aveva stuzzicata dicendo che era arrivato il momento di spedire Bones in soffitta...
Di colpo si ricordò che cosa c'era di sbagliato: la sera prima Andrea non era tornata a casa. Dopo cena era andata dalla sua migliore amica, Joan, a prepararsi per il compito in classe di matematica. Aveva promesso di rientrare per le nove, e alle nove e un quarto la mamma era andata a prenderla da Joan, ma aveva scoperto che Andrea era rimasta lì fino alle otto.

La sindrome di Anastasia

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Sollevata e insieme riluttante, Judith chiuse il libro e posò la penna sullo spesso taccuino. Aveva lavorato per ore e le doleva la schiena quando spinse indietro l'antiquata sedia girevole e si alzò. Era una giornata grigia e già da tempo aveva acceso la potente lampada da tavolo con cui aveva sostituito l'elaborato lume vittoriano con frange, uno dei pezzi d'arredamento dell'appartamento preso in affitto nel quartiere di Kinghtsbridge a Londra.
Stirando braccia e spalle, Judith andò alla finestra e guardò giù, verso Mompellier Street. Alle tre e mezzo, il grigiore del giorno di gennaio si andava già stemperando nell'imminente crepuscolo e il lieve vibrare dei vetri indicava che il vento soffiava ancora.
Sorrise inconsciamente, ricordando la lettera ricevuta in risposta alla sua richiesta di informazioni sull'appartamento che occupava:
Cara Judith Chase
l'appartamento è disponibile dal primo settembre al primo maggio. Lei è in possesso di ottime referenze e sono felice di sapere che si sta accingendo a scrivere il suo nuovo libro.

Nessuno mi crede

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Padre Aiden O'Brien ascoltava le confessioni nella chiesa di san Francesco d'Assisi, sulla Trentunesima Ovest, a Manhattan. Il settantottenne frate francescano approvava la procedura alternativa prevista per il sacramento, che prevedeva che i penitenti sedessero con lui nella sala della riconciliazione, invece di stare inginocchiati sul legno duro del confessionale, nascosti da una griglia.

Prendimi il cuore

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Era stata la sensazione di rovina incombente, e non l'uragano, a far tornare di corsa Natalie nel New Jersey all'alba di lunedì. Si aspettava di trovare rifugio nella confortevole casa di Cape Cod, ereditata dalla nonna, ma la pioggia ghiacciata che batteva contro le finestre aveva solo aumentato il terrore che stava vivendo. Poi, quando un guasto alla linea elettrica aveva gettato la casa nell'oscurità, era rimasta sdraiata sul letto, sveglia, certa che ogni rumore fosse causato da intrusi.

Prima di dirti addio

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Diciassette anni dopo

Giovedì, 8 giugno

PERCORRENDO a passo rapido il familiare tragitto che portava dal suo appartamento, situato tra Park Avenue e la Settantatreesima, all'ufficio del nonno, Nell si sentiva inquieta. Il tono perentorio con cui Cornelius le aveva detto di recarsi da lui alle tre in punto le aveva fatto capire che Bob Gorman aveva infine preso la sua decisione, e di conseguenza...
Persa nei propri pensieri, Nell non si accorgeva delle occhiate di ammirazione che le lanciavano i passanti. Dopotutto, lei e Adam erano felicemente sposati. Certo, sapeva che alcuni la trovavano attraente: era una donna alta, con un corpo snello e atletico, i capelli castano chiaro tagliati corti, gli occhi blu e una bocca generosa. Ma da quando aveva cominciato a essere un personaggio pubblico a fianco del nonno, i media l'avevano sempre descritta come «affascinante».

Sapevo tutto di lei

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Martedì, 20 marzo

IMBOCCÒ la passerella di legno del lungomare e fu subito invesito da una folata di aria salmastra priveniente dall'oceano. Alzando lo sguardo sulle nubi in movimento, pensò che presto sarebbe nevicato, anche se mancava solo un giorno all'inizio della primavera. Era stato un lungo inverno e tutti non vedevano l'ora che il clima si facesse più mite. Non lui, però
Amava Spring Lake soprattutto nel tardo autunno, quando i villeggianti avevano già chiuso le loro case e non ricomparivano neppure per il fine settimana.
Lo sgomentava il fatto che, anno dopo anno, fossero sempre più numerosi quelli che vendevano le loro residenze in città per trasferirsi lì in pianta stabile. Avevano deciso che valeva la pena percorrere quotidianamente i cento chilometri che li separavano da New York pur di poter iniziare e concludere la giornata in quella tranquillità balneare.

Sarai solo mia

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Tranne in casi eccezionali, Susan Chandler copriva sempre a piedi la distanza relativamente breve tra la palazzina nel Greenwich Village dove abitava e il suo studio, situato in un edificio di fine secolo a SoHo. Era un'affermata psicologa e aveva raggiunto una certa popolarità come conduttrice del programma radiofonico Chiedetelo alla dottoressa Susan, che andava in onda dal lunedì al venerdì.
Quella mattina di ottobre l'aria era fresca e pungente e Susan pensò che aveva fatto bene a indossare un maglione a collo alto sotto la giacca del tailleur.

Un colpo al cuore

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Mercoledì, 11 ottobre

Kerry lisciò le pieghe della gonna del tailleur verde scuro, raddrizzò la catena d'oro che portava al collo e si passò le dita tra i capelli biondo scuro, tagliati all'altezza delle spalle. Era stato un pomeriggio caotico; aveva lasciato il tribunale alle due e mezzo per andare a prendere Robin a scuola; aveva guidato da Hohokus nel traffico pesante della Route 17 e 4 e dopo aver superato il George Washington Bridge era entrata a Manhattan e aveva raggiunto lo studio medico appena in tempo per l'appuntamento, fissato per le quattro. Non le fu permesso di assistere alla rimozione dei punti e dovette starsene seduta, in sala d'attesa. La segretaria era stata categorica: «Quando è con un paziente, il dottor Smith vuole che sia presente soltanto la sua assistente».

Uno sconosciuto nell'ombra

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Sedeva completamente immobile davanti al televisore della camera 932 al Biltmore Hotel. La sveglia era suonata alle sei, ma lui era già in piedi da un pezzo: una ventata gelida aveva fatto tremare i vetri della finestra, e questo era bastato per porre fine al suo sonno agitato.
Iniziò il programma Today, ma lui lasciò il volume dell'apparecchio bassissimo: non gli importavano le notizie e i servizi speciali. Voleva solo vedere l'intervista.

Bibliografia

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  • Mary Higgins Clark, Ci incontreremo ancora (We'll Meet Again), traduzione di Maria Barbara Piccioli, Sperling & Kupfer Editori, 2000.
  • Mary Higgins Clark, Dimmi dove sei, traduzione di Maria Barbara Piccioli, Sperling & Kupfer, 2008. ISBN 9788820045449
  • Mary Higgins Clark, Domani vincerò (The Lottery Winner), traduzione di Maria Barbara Piccioli, Sperling & Kupfer Editori, 2000.
  • Mary Higgins Clark, In giro per la città (All Around the Town), traduzione di Maria Barbara Piccioli, Sperling & Kupfer Editori, 1996.
  • Mary Higgins Clark, La culla vuota (The Cradle Will Fall), traduzione di Gioia Angiolillo Zannino, Sperling & Kupfer Editori, 1998.
  • Mary Higgins Clark, La figlia prediletta (Daddy's Little Girl), traduzione di Maria Barbara Piccioli, Sperling & Kupfer Editori, 2003.
  • Mary Higgins Clark, La sindrome di Anastasia (The Anastasia Syndrome and Other Stories), traduzione di Maria Barbara Piccioli, Sperling & Kupfer Editori, 1991.
  • Mary Higgins Clark, Mentre la mia piccola dorme (While My Pretty Sleeps), traduzione di Maria Barbara Piccioli, Sperling & Kupfer Editori, 1990.
  • Mary Higgins Clark, Nessuno mi crede, traduzione di Marina Deppisch e Maria Barbara Piccioli, Sperling & Kupfer, 2012. ISBN 9788860618030
  • Mary Higgins Clark, Prendimi il cuore, traduzione di Marina Deppisch e Maria Barbara Piccioli, Sperling & Kupfer, 2009. ISBN 9788820047054
  • Mary Higgins Clark, Prima di dirti addio (Before I Say Good-Bye), traduzione di Maria Barbara Piccioli, Sperling & Kupfer Editori, 2001.
  • Mary Higgins Clark, Sapevo tutto di lei (On the Street Where You Live), traduzione di Maria Barbara Piccioli, Sperling & Kupfer Editori, 2002.
  • Mary Higgins Clark, Sarai solo mia (You Belong to Me), traduzione di Maria Barbara Piccioli, Sperling & Kupfer Editori, 1999.
  • Mary Higgins Clark, Un colpo al cuore (Let Me Call You Sweetheart), traduzione di Maria Barbara Piccioli, Sperling & Kupfer Editori, 1996.
  • Mary Higgins Clark, Uno sconosciuto nell'ombra (A Stranger is Watching), traduzione di Massimo Gasperini, Sperling & Kupfer Editori, 2000.

Voci correlate

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Altri progetti

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