L'uomo del labirinto (film)
film del 2019 diretto da Donato Carrisi
L'uomo del labirinto
Titolo originale |
L'uomo del labirinto |
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Lingua originale | italiano |
Paese | Italia |
Anno | 2019 |
Genere | giallo, thriller, noir |
Regia | Donato Carrisi |
Soggetto | Donato Carrisi (romanzo) |
Sceneggiatura | Donato Carrisi |
Produttore | Donato Carrisi |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori originali | |
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L'uomo del labirinto, film del 2019 con Toni Servillo e Dustin Hoffman, regia di Donato Carrisi.
Frasi
modificaCitazioni in ordine temporale.
- Vogliamo i tuoi ricordi, ne abbiamo bisogno ora. (Dottor Green)
- Non sappiamo ancora come si chiama. Ma noi due lo troveremo, io e te insieme. Devi considerare che lui non lo sa ma c'è un posto da cui non riuscirà a scappare ed è proprio lì che lo troveremo. Perché la caccia non è là fuori, ma dentro la tua mente. (Dottor Green)
- È un posto senza fine e senza inizio. (Samantha)
- Ma non era la fame il problema. Poi è arrivata la sete. Nessuno lo dice mai, però avere sete è molto peggio che avere fame. Ti viene voglia di strappati le vene a morsi pur di toglierti la sete. (Samantha)
- Ci scattiamo le foto nei momenti felici. Non pensiamo certo che potremmo finire su una di queste pareti. Su ogni cassetto, l'ultima immagine prima che il buio li prendesse. Benvenuto all'Ufficio Persone Scomparse. Noi lo chiamiamo "il Limbo". (Berish)
- Sto inseguendo un coniglio. Sto inseguendo un coniglio in fondo all'inferno. (Genko)
- Stia attento a dove mette i piedi. Questa casa va a pezzi, proprio come me. Nessuno può farci niente. (Signora Wilson)
- Se vuoi mangiare, devi giocare. Se non vuoi morire, devi giocare. Non è difficile, ti insegno io. (Samantha)
- I collezionisti mi chiedono di essere guidati nell'acquisto di un oggetto d'arte. Ma in fondo li muove l'idea di tornare bambini. È per questo che considero i fumetti opere di gioia. Ma ciò che mi ha portato stanotte non lo è, mi creda. (Mordecai)
- La morte è una barca a vela alla deriva su un oceano azzurro nel disegno di un bambino. Non fa paura, ma non basta volerla una cosa così. Non basta immaginarla, te la devi meritare. (Genko)
- L'animale più difficile da cacciare è l'uomo. In trent'anni ho dato la caccia a debitori, soci infedeli, ladri di ogni specie. Uno prende i soldi a qualcun altro, sparisce. L'altro viene da me e mi paga per riavere i suoi soldi. Fino ad oggi non mi sono mai domandato perché faccio quello che faccio. È il mio lavoro. Ma oggi... Oggi è diverso, perché oggi sto per morire e allora... Non so se riuscirò a portare a termine il compito che mi sono assegnato. Mi chiamo Bruno Genko e il mio campo è la caccia. Ma stavolta sto dando la caccia a un coniglio. (Genko)
- Ho capito che non me ne frega niente di morire. Rivorrei un giorno della mia vecchia vita. Un giorno come tanti di quelli che dimentichi il giorno dopo. Un giorno banale in cui ti scordi di essere vivo. Ma quante... Quante ne ho avute di giornate così! Da mettere nel passato senza domandarti se ti sono servite a qualcosa. Invece adesso io non desidero altro! Per questo se potessi rivivere un giorno della mia vita, non sceglierei il più bello ma il più normale. (Genko)
Dialoghi
modificaCitazioni in ordine temporale.
- Dottor Green: Sam, so perché gli specchi non erano permessi nel labirinto. Lui non voleva che sapessi...
Samantha: Cosa?
Dottor Green: Che il tempo passava. Sam, sei stata rapita quindici anni fa. - Genko: La cosa positiva è che accadrà all'improvviso. Praticamente io non e ne accorgerò nemmeno.
Linda: Quando?
Genko: Due mesi.
Linda: E da quanto lo sai?
Genko: Da due mesi. - Signora Wilson: Ha mai sentito parlare dei figli del buio, signor Muster?
Genko: No, veramente no.
Signora Wilson: Sono bambini scomparsi che poi riappaiono inspiegabilmente dopo giorni oppure anni.
Genko: Come... Robin Basso.
Signora Wilson: Oppure Samantha Andretti.
Genko: Prima ha detto "figli del buio". Perché?
Signora Wilson: Perché spesso vengono rinchiusi in tane sotterranee. Sepolti vivi. Quando rivedono la luce del giorno è come se rinascessero una seconda volta. Ma ormai non sono più loro. - Genko: Robin Basso non ha raccontato nulla quando è riapparso?
Signora Wilson: Il buio lo ha infettato. - Signora Wilson: Quando i genitori lo portarono qui avevano paura di lui. Robin era schivo, solitario. All'inizio sembrava soltanto un altro bambino triste.
Genko: Fino alla strage di conigli. - Delacroix: Tu lo sai che cos'è un sadico consolatore, Genko?
Genko: No, non lo so. Che cos'è? Eh? Spiegamelo tu.
Delacroix: Il dottor Green dice che, a differenza di un serial killer per un sadico consolatore la morte è un fatto puramente marginale. Non ti uccide perché da morto non gli servi. Non può più fare quello che lui ha in mente per te, tanti bei giochini. E lo sai perché li chiamano "consolatori"? Perché il loro scopo è quello di convincerti a volergli bene. E alla fine gli vuoi, sai? Perché non hai scelta. Quindi se finisci nelle mani di quel mostro, non puoi nemmeno sperare di morire in fretta. - Mordecai: Bunny il coniglio? Pensavo fosse solo una leggenda.
Genko: Aspetti, una leggenda? Che significa?
Mordecai: Significa che questo fumetto non dovrebbe esistere.
Genko: Come non dovrebbe esistere? E chi lo ha disegnato? E chi è l'autore? Non c'è scritto niente.
Mordecai: Si tratta di un testo apocrifo. Ma cosa più importante, quando si parla di un fumetto... Manca il numero di serie.
Genko: Cioè ? È un pezzo unico? Roba da collezionisti? Questo ne aumenta il valore? Non capisco.
Mordecai: La peculiarità di questo oggetto non risiede nell'unicità, signor Genko. Bensì nel suo scopo. La narrazione speculare era una tecnica già nota nell'Ottocento. Serviva a occultare immagini blasfeme. I disegni sono apparentemente innocenti. - Dottor Green: Sam, ricordi se c'è stato un momento nel labirinto in cui tu eri felice?
Samantha: E perché dovevo essere felice? Questa le sembra una cazzo di domanda da farmi?
Dottor Green: Non ce l'avresti fatta per quindici anni se fossi stata nella paura totale ogni giorno. Sono convinto che l'orrore sia un ottimo nascondiglio per i mostri, perché quando ci sono forti emozioni tanti veri ricordi vengono sopraffatti.
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