Juventus Football Club 1949-1950
Citazioni sulla stagione 1949-1950 della Juventus Football Club.
Citazioni
modifica- È forse la Juventus più forte che abbia a ricordare. (Giampiero Boniperti)
- A quei tempi non ci si badava, ma era una Juventus all'avanguardia anche in chiave tattica, sotto la guida dell'inglese Jesse Carver. In fase difensiva, infatti, il mediano Mari retrocedeva in copertura consentendo a Parola di fungere da battitore libero e quindi da ultimo baluardo. Era soprattutto una Juventus spettacolare e dalle devastanti potenzialità offensive. John Hansen, uno dei più grandi colpitori di testa di ogni tempo, era un attaccante nato, goleador dalle terrificanti medie realizzative e anche il primo Boniperti col gol ci andava a nozze. Muccinelli pendolava sulla destra, ricamando cross al bacio, mentre Praest era un tipico attaccante esterno, dal dribbling irresistibile e dal sinistro bruciante. Quella squadra vinse lo scudetto del Cinquanta segnando cento gol in trentotto partite [...]. Calcio d'altri tempi, certamente, ma anche calcio sopraffino, con quei due danesi che univano il nerbo atletico alla grande padronanza dei fondamentali tecnici e con Martino, purtroppo presto vinto dalla nostalgia, in grado di deliziare con numeri da funambolo. Il ricordo, si sa, ingigantisce i contorni, ma ancor oggi quella Juve mi appare una squadra di marziani.
- La prima Juve che ho in mente è quella che raccolse il testimone dal Grande Torino, all'inizio degli Anni Cinquanta. Proprio il rogo di Superga, che nel 1949 cancellò l'invincibile squadra granata, indusse Gianni Agnelli a costruire una formazione in grado di mantenere a Torino la supremazia calcistica nazionale. C'erano già campioni affermati in maglia bianconera: l'acrobatico centromediano Carlo Parola, il giovanissimo centravanti Giampiero Bonierti, la guizzante aletta romagnola Muccinelli, il solido terzino Manente. Dalla Lucchese arrivarono il portiere Viola e il terzino Bertuccelli, ai lati di Parola vennero collocati il cremonese Mari e il romano Alberto Piccinini; in attacco il fuoriclasse danese John Hansen, stella delle Olimpiadi del '48 a Londra, fu raggiunto dal connazionale Praest e dal talento argentino Rinaldo Martino.
- Stagione 1949-50, la prima dopo la scomparsa del Grande Torino. La Juventus eredita l'ideale testimone dai cugini granata e prolunga il dominio della città. [...] La Juventus, sotto la guida tecnica dell'inglese Jesse Carver, abbina la perfezione nordica dei danesi John Hansen e Praest con il talento latino di Rinaldo Martino, fuoriclasse d'Agentina, con le qualità emergenti di un campione nostrano, il biondo ventunenne Giampiero Boniperti. Senza dimenticare i Parola e i Muccinelli: un autentico squadrone. [...] Quella Juve vinse lo scudetto con 62 punti, 100 gol segnati [...], tutti i cinque attaccanti in doppia cifra.
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