Anne Perry

scrittrice britannica (1938-2023)
(Reindirizzamento da Juliet Hulme)

Anne Perry, pseudonimo di Juliet Marion Hulme (1938 – vivente), scrittrice britannica.

Anne Perry
  • Era la seduzione della galera: la comodità che si raggiungeva nel momento in cui si smetteva di combattere il sistema. Vivi secondo l'orario, il loro orario, le loro regole, i loro ritmi, obbediente, un giorno dopo l'altro. Sei anni e mezzo e poi, d'un tratto, con un sorriso, un discorsetto e una stretta di mano, ti aprono il cancello e ti ritrovi a doverti arrangiare per conto tuo. (da La fabbrica dei soldi – Ostaggi – Sonzogno, con Donald E. Westlake, a cura di Ed McBain, traduzione di Nicoletta Lamberti)
  • Se dovessimo venire trascinati in una guerra europea, ogni famiglia in Inghilterra sarebbe in lutto e non solo per la perdita di nostri cari ma di un intero stile di vita che apprezziamo e alimentiamo da un migliaio di anni. (da Alto tradimento – Fanucci, traduzione di Seba Pezzani)

Incipit di alcune opere

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Alto tradimento

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Era un pomeriggio luminoso di tardo giugno, un giorno perfetto per giocare a cricket. Il sole bruciava in un cielo privo di nubi e la brezza scuoteva appena le gonne sottili e pallide delle donne che, parasole in mano, stazionavano sull'erba di Fenner's Field. Gli uomini, in abiti di flanella bianca, erano rilassati e sorridenti.
La squadra del St John era alla battuta e quella di Gonville & Caius era in attesa di raccogliere e rilanciare la palla. Il lanciatore si avviò verso la linea del battitore. La sua palla scese a gran velocità, anche se un po' corta e larga. Elwyn Allard si sporse in avanti e, con un elegante colpo di copertura, spedì la palla oltre il limite del terreno di gioco, guadagnando quattro punti.

Angeli nell'ombra

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Joseph era a terra, la faccia immersa nel fango ricoperto da uno strato di ghiaccio. Poco tempo prima, di notte, un manipolo di uomini era andato all'assalto delle linee tedesche durante un'incursione. Avevano preso due prigionieri, ma mentre rientravano erano stati colpiti da una raffica di colpi di artiglieria. Si erano inerpicati lungo il parapetto ritornando feriti e sanguinanti. Doughy Ward e Tucky Nunn non erano con loro.
«Credo che Doughy sia stato colpito» disse Barshey Gee con aria avvilita, lo sguardo vuoto nell'improvviso riverbero di un razzo illuminante. «Ma Tucky è ancora vivo.»

Bedford Square

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Pitt si sporse dalla finestra della camera da letto in camicia da notte e guardò giù, nella strada sottostante. L'agente di polizia, dal marciapiede, alzò la testa verso di lui. La sua faccia, giallastra alla luce dei lampioni a gas, era tesa e angosciata, e certamente non per il solo motivo di essere stato costretto a svegliare alle quattro del mattino il funzionario più alto in grado della stazione di polizia di Bow Street.

Delitti a Rutland Place

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Charlotte Pitt prese la lettera e guardò un po' stupita il fattorino. Il ragazzo ricambiò lo sguardo con i suoi occhi tondi e intelligenti. Che stesse aspettando una mancia? Sperava di no. Lei e Thomas avevano traslocato di recente in quella casa più spaziosa e arieggiata, con una camera da letto in più e un minuscolo giardino, e avevano dato fondo a tutti i loro risparmi.

Delitti tra Nord e Sud

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«Siamo invitati a cena dai signori Alberton» disse Hester in risposta all'occhiata interrogativa che Monk le aveva lanciato attraverso il tavolo della prima colazione. «Sono amici di Callandra. Doveva andarci anche lei, ma è stata chiamata inaspettatamente in Scozia.»
«Immagino che tu avresti piacere di accettare comunque» fu la deduzione di lui, osservandola in faccia.
Di solito era molto pronto a cogliere le sue reazioni e a leggere i sentimenti che provava, a volte con una precisione stupefacente, mentre in altri casi li fraintendeva nel modo più totale. In quest'occasione aveva visto giusto.

Funerale in blu

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La sala operatoria era immersa in un silenzio rotto soltanto dal respiro profondo e regolare della giovane donna sparuta e macilenta che era distesa sul tavolo con l'enorme rigonfiamento dell'addome messo a nudo. Hester fissò Kristian Beck, che le stava di fronte. Era il primo intervento della giornata e non si notavano ancora macchie di sangue sulla sua camicia candida. La spugna imbevuta di cloroformio aveva compiuto la sua opera miracolosa ed era stata messa da parte. Kristian afferrò il bisturi e toccò con la punta la carne della giovane donna, che non ebbe un tremito; anche le sue palpebre non si mossero. Lui premette più a fondo e apparve una sottile linea rossa.

I bassifondi di Resurrection Row

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La nebbia si infittiva giù lungo la strada, sfumando le distanze e offuscando il chiarore dei lampioni a gas. L'aria, gelida e pungente, prendeva alla gola e tuttavia non raffreddava l'entusiasmo degli spettatori che sciamavano fuori del teatro, accennando arie della nuova opera di Gilbert e Sullivan, The Mikado. Una ragazza, ondeggiando dolcemente, si esibì persino in una imitazione della piccola eroina giapponese finché la madre non le ricordò bruscamente di comportarsi con il decoro che si addiceva alla sua famiglia.

I misteri di Paragon Walk

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L'ispettore Pitt chinò gli occhi a guardare la ragazza, sopraffatto da un senso d'impotenza. Non l'aveva mai vista in vita sua, ma si rendeva ben conto di tutte le cose che aveva perduto.
Era sottile, coi capelli castano chiari, una diciassettenne ancora infantile. Stesa sul marmo bianco dell'obitorio, appariva fragile e minuta al punto da spezzarsi se lui l'avesse toccata. Dei lividi sulle braccia dimostravano che doveva avere lottato disperatamente per difendersi.

I peccati della lupa

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Hester Latterly si mise seduta ben eretta sul treno guardando fuori dal finestrino l'ondulata campagna delle Lowlands scozzesi che si estendeva a perdita d'occhio.
Il sole degli inizi di ottobre stava levandosi all'orizzonte in mezzo alla foschia. Erano passate da poco le otto, i campi coperti di stoppie erano ancora velati a fior di terra da festoni di nebbia e alberi poderosi pareva fluttuassero senza radici al di sopra di essa con foglie che cominciavano solo qua e là, su qualche ramo, a prendere sfumature del colore del bronzo. Le case che riusciva a scorgere erano in massiccia pietra grigia e sembrava che fossero sbucate così, direttamente dal suolo, tanto apparivano differenti da quelle delle regioni meridionali, dalle coloriture più tenui. Qui non c'erano tetti coperti di torba, non c'erano muri intonacati, adorni di fregi decorativi in gesso, ma alti comignoli fumanti, frontoni scannellati che si stagliavano contro il cielo, e larghe finestre che pareva ammiccassero nelle tenui luci del primo mattino.

I peccati di Callander Square

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La giornata autunnale era mite e leggermente nebbiosa, e l'erba di Callander Square, screziata del giallo delle foglie cadute, risaltava nel tardo sole autunnale. Nei giardinetti al centro della piazza due uomini con la vanga in mano stavano guardando in una fossa poco profonda. Il più alto dei due si curvò e infilò le mani nella terra umida, sondando. Estrasse con cautela l'oggetto che cercava, un ossicino sporco di sangue.
L'altro emise un respiro profondo.
— Cosa te ne pare, allora? È troppo grosso per appartenere a un uccello.
— Un animale domestico — rispose il primo. — Qualcuno avrà seppellito un cane qui, o qualcosa di simile.

I segreti di Half Moon Street

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Lembi sfilacciati di nebbia salivano lentamente in tortuose volute dalla superficie grigio-argentea del fiume, e le prime luci del sole li illuminavano di un tenue luccichio. Sul fiume l'arcata del Lambeth Bridge si innalzava cupa contro un cielo colore di perla. Sia le chiatte come i barconi che scendevano, abbandonandosi alla marea, verso il porto di Londra e i docks, rimanevano ancora invisibili avvolti dalla foschia settembrina.
Il sovrintendente Thomas Pitt era fermo sul corroso gradone fradicio di umidità di Horseferry Stairs e osservava la barca a fondo piatto che continuava a urtare dolcemente, a piccoli colpi, contro lo scalino più basso. Adesso era ormeggiata, ma un'ora e mezzo prima, quando l'agente di polizia l'aveva adocchiata, si muoveva trascinata dalla corrente. Non che una barca alla deriva avesse un qualsiasi interesse per il funzionario più alto in grado della stazione di polizia di Bow Street; era piuttosto ciò che c'era dentro, qualcosa di grottesco, vagamente simile a una macabra parodia dell'Ofelia di Millais.

Il battesimo

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— Mi spiace, signore — disse l'ispettore Ewart a bassa voce mentre Pitt fissava sgomento il corpo della donna che giaceva scompostamente di traverso sul grande letto, con la faccia gonfia e tumefatta che dà sempre la morte per asfissia. — Ma questo dovevate vederlo.
— Già, lo penso anch'io — disse Pitt in tono colmo di amarezza. Dal giorno in cui era stato promosso al comando della stazione di polizia di Bow Street, non toccava più a lui occuparsi dei consueti episodi di violenza, furto e frode. Il vicecapo della polizia gli aveva dato precise istruzioni perché riservasse il suo interessamento per quei crimini che avevano, o minacciavano di avere, implicazioni politiche oppure coinvolgevano persone di una tale posizione sociale da provocare disagio e imbarazzo nelle alte sfere se non venivano risolti con rapidità, ma anche con molto tatto.

Il boia di Cater Street

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Charlotte Ellison se ne stava in piedi nel salotto col giornale in mano. Suo padre lo aveva lasciato sbadatamente sulla mensola. Lui non approvava che lei leggesse certe cose, preferiva riferirle personalmente le notizie di un certo livello, quelle che riteneva più adatte a una ragazza. Da queste erano esclusi gli scandali, politici o privati, e la cronaca nera: insomma, proprio le notizie più interessanti!
Perciò Charlotte era costretta a prendere i giornali nell'office dove Maddock, il maggiordomo, li conservava per darvi un'occhiata lui stesso prima di eliminarli, e così a lei toccava leggere le notizie del giorno prima.
Quello però era il giornale di oggi, 20 aprile 1881, e la notizia più sensazionale era la morte di Disraeli, avvenuta il giorno prima. Pensò subito a Gladstone. Provava qualche rimpianto? Un grande nemico è forse parte della vita di un uomo, così come lo è un grande amico? Due facce della stessa medaglia...

Il carico d'avorio

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«L'assassinio non ha importanza» disse Louvain brusco, sporgendosi un po' attraverso la scrivania verso Monk. Erano tutti e due in piedi nell'ampio ufficio le cui finestre guardavano sul Pool of London, con la sua foresta di alberi che oscillavano alla marea stagliandosi contro un cielo autunnale solcato da frastagliati brandelli di nuvole. In quel momento era affollato di clipper e golette provenienti da ogni nazione marinara sulla terra, chiatte che arrivavano da monte o da valle del fiume, un battello locale pieno di gitanti, e rimorchiatori, traghetti e lance al lavoro. «Devo avere quell'avorio!» L'uomo macinò le parole digrignando i denti. «Non ho tempo di aspettare la polizia.»

Il complotto di Whitechapel

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L'aula del tribunale, all'Old Bailey, era affollatissima. Tutti i posti erano occupati e i commessi, sulla porta, mandavano indietro la gente. Era il 18 aprile 1892, il lunedì dopo Pasqua, l'apertura della Stagione londinese. Era anche il terzo giorno del processo di un ufficiale dalla brillante camera, John Adinett, imputato dell'assassinio di Martin Fetters, viaggiatore e studioso di antichità classica.

Il maniero

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Pitt fissava a occhi sbarrati il corpo dell'uomo che giaceva sul lastricato del vicolo. Era un grigio crepuscolo di ottobre. A pochi metri di distanza, in Oxford Street, sfrecciavano carrozze e hansom, con le ruote che frusciavano sulla strada bagnata, accompagnate dal crepitio secco e sonoro degli zoccoli dei cavalli. I lampioni erano già accesi, come pallide lune nell'oscurità che diventava sempre più fitta.
Il poliziotto rivolse la luce della sua lanterna sul viso del cadavere.
— È uno dei nostri, — disse, con la voce che fremeva di una collera sorda. — O perlomeno lo era una volta. Io lo conoscevo. Ecco perché ho mandato a chiamare voi personalmente, signor Pitt. Se n'era andato per occuparsi di un progetto speciale. Non so di cosa si trattasse. Ma era un brav'uomo, Denbigh, proprio così. Sono pronto a giurarci.

Il parco delle teste tagliate

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— Oh, George. — Millicent sospirò di felicità. — Non è meraviglioso? Non sono mai stata nel parco a quest'ora del mattino. L'alba è così romantica, non ti sembra? È l'inizio di ogni cosa!
George non disse nulla, ma batté più rapidamente la punta delle dita sull'erba umida.
— Guarda la luce sull'acqua. — Millicent continuò estatica. — È proprio come un grande piatto d'argento.
— Strana forma per un piatto — borbottò George, osservando la stretta forma sinuosa della Serpentine con minore entusiasmo della ragazza.
— Sembra che laggiù ci sia il paese delle fate. — Mildred non si sarebbe certo occupata di cose pratiche in un momento come quello. Aveva attraversato furtivamente il parco per andare in barca sull'acqua illuminata dalla luce dell'alba sola con George. Che luogo poteva esserci di più romantico?

Il piatto della bilancia

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Sir Oliver Rathbone era seduto nel suo studio d'avvocato di Vere Street e stava guardandosi intorno con grandissima soddisfazione. Era al culmine della sua carriera. Ormai lo si poteva probabilmente considerare l'avvocato tenuto nella più alta stima in tutta l'Inghilterra, e il Primo ministro lo aveva di recente raccomandato a Sua Maestà, la quale aveva ritenuto opportuno onorarlo con un titolo nobiliare in riconoscimento dei suoi servizi resi alla giustizia in campo penale.

Il volto di uno sconosciuto

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Aprì gli occhi e vide, lassù in alto sopra di sé, un pallido grigiore, simile a un cielo invernale, greve e minaccioso. Sbatté le palpebre e guardò di nuovo. Giaceva supino; tutto quel grigiore era un soffitto, incrostato del sudiciume e della fuliggine di anni e anni.
Si mosse leggermente. Il letto nel quale stava disteso era duro e corto. Fece uno sforzo per mettersi seduto e scoprì che quel movimento gli provocava un dolore intenso, lancinante. Fu come se una fitta acutissima lo avesse colpito in pieno petto; il braccio sinistro, immobilizzato dalle fasciature, gli doleva. Non appena riuscì a compiere quel gesto a metà, la testa prese a martellargli con un sordo pulsare dietro gli occhi.

In un vicolo cieco

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La carrozza svoltò con un sobbalzo, catapultando Pitt in avanti, quasi ginocchioni. Narraway imprecò, una smorfia di tensione sulla faccia cupa. Pitt ritrovò l'equilibrio mentre guadagnavano terreno in prossimità di Aldgate, verso Whitechapel High Street. Gli zoccoli del cavallo pestavano con furia l'acciottolato schivando il traffico che, grazie al cielo, a quella ora del mattino non si era ancora fatto convulso: qualche carretto da venditore ambulante carico di frutta e verdura, un grosso carro da birraio, baroccio che trasportavano merci di vario genere e un omnibus tirato da un cavallo.

Incendio a Highgate Rise

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L'ispettore Thomas Pitt fissava le rovine fumanti della casa, dimentico della pioggia che gli incollava i capelli sulla fronte e si infiltrava tra il bavero rialzato del cappotto e la sciarpa di lana, per colargli lungo la schiena in un freddo stillicidio. Avvertiva ancora il calore che emanava dai mucchi di mattoni anneriti. L'acqua gocciolava dalle volte diroccate e sfrigolava cadendo sui tizzoni, dai quali si levavano sottili volute di vapore.
Anche da quello che restava si capiva che un tempo era stato un bell'edificio, ben costruito ed elegante. Ormai non rimanevano altro che gli alloggi della servitù.

Incubo a Devil's Acre

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L'agente Withers starnutì mentre il gelido vento di gennaio, salendo dal Tamigi, spazzava il vicolo. Mancavano ancora tre ore all'alba e i lampioni a gas delle strade principali illuminavano a malapena quel luogo deprimente, dove dominava la sporcizia, e confinante con Devil's Acre, all'ombra di Westminster.
Starnutì di nuovo. Lo pungeva alla gola l'odore acre del mattatoio, distante una cinquantina di metri, oltre al puzzo dei canali di scolo, di spazzatura stantia e del sudiciume accumulatosi nel corso degli anni.

Intrighi a Bethlehem Road

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Hetty era all'inizio di Westminster Bridge e fissava l'uomo goffamente appoggiato al bel lampione a tre luci sul lato opposto. Una carrozza passò tra di loro diretta a nord, verso il Parlamento e le luci elettriche, appena installate, simili a una fila di lune dorate lungo il Victoria Embankment.
L'uomo non si era mosso da quando lei era arrivata. Era mezzanotte passata. Un gentiluomo così elegante, con il cilindro, la sciarpa da sera bianca e fiori freschi all'occhiello, difficilmente avrebbe indugiato in quei paraggi in attesa di qualche conoscente. Doveva essere un potenziale cliente. Quale altro motivo l'avrebbe condotto lì?

L'amante egiziana

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Pitt aprì gli occhi, ma i tonfi sordi non cessavano. La prima grigia luce del giorno filtrava attraverso le tende. Gli inizi di settembre, non ancora le sei, e c'era qualcuno alla porta di casa.
Al suo fianco Charlotte si mosse lievemente nel sonno. Di lì a un minuto quel rumore avrebbe svegliato anche lei.
Scese dal letto, attraversò rapidamente la camera e uscì sul pianerottolo. Fatte le scale di corsa a piedi nudi, afferrò la giacca dall'attaccapanni dell'anticamera e con un braccio infilato nella manica tolse il catenaccio alla porta.

L'arco dei traditori

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Pitt si accomodò meglio sulla panchina di legno e rimase a osservare con profondo piacere il sole che tramontava illuminando in modo sempre più tenue l'antico melo in mezzo al prato e gettando per qualche attimo un riflesso dorato sulla ruvida corteccia. Occupavano la casa nuova solo da poche settimane ma vi si erano già ambientati, prendendo una tale familiarità con ogni cosa che a lui pareva quasi di avervi fatto ritorno e non di esserci entrato per la prima volta. Era una sensazione data da molte piccole cose: la luce sulla striscia di muro in pietra in fondo al giardino, la corteccia degli alberi, il profumo dell'erba così intenso sotto l'ombra dei rami.

La medium di Southampton Row

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— Mi dispiace — disse a voce bassa il vicecomandante della polizia Cornwallis, la faccia una maschera di colpa e disagio. — Ho fatto tutto quello che potevo; ho provato con ogni argomentazione, morale e legale. Ma non posso lottare contro la Confraternita.
Pitt era allibito. Dopo la congiura di Whitechapel era stato reintegrato al suo posto di sovrintendente della stazione di polizia di Bow Street. La Regina Vittoria in persona lo aveva ringraziato per la sua fedeltà e il suo coraggio. Adesso, due giorni dopo, e prima ancora di essere tornato a occupare il suo posto, Cornwallis lo mandava di nuovo via! — Non possono — protestò. — Sua Maestà medesima...

La radice del delitto

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Il giovane uomo era immobile nel vano della porta, la faccia pallida, le dita contratte sul cappello che continuava a girare e rigirare. «Il signor William Monk, detective privato?» chiese.
«Sì» confermò Monk, alzandosi in piedi. «Entrate, signore.»
«Lucius Stourbridge.» Il visitatore gli tese la mano avanzando nella stanza. Non rivolse neanche uno sguardo alle due accoglienti poltrone, né al vaso di fiori che profumavano piacevolmente l'aria. Tutto quello era stato un'idea di Hester. Monk si era sempre sentito soddisfatto anche del mobilio ridotto all'essenziale e dell'aspetto puramente funzionale che quei locali avevano presentato in precedenza.

Lutto pericoloso

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— Buongiorno, Monk — disse Runcorn mentre un'espressione soddisfatta si disegnava sui suoi lineamenti forti e incisivi. Il solino dagli angoli ripiegati e inamidati gli stava sghembo e pareva che di tanto in tanto, un po' troppo stretto, gli pizzicasse il collo. — Andate in Queen Anne Street. Sir Basil Moidore. — Pronunciò quel nome come se gli fosse familiare, e da tempo, e scrutò Monk bene in faccia per osservare se, invece, non esprimesse la più completa ignoranza in proposito. Ma non vi lesse nulla; pertanto continuò con un tono di voce che era diventato parecchio più bisbetico e pungente. — Hanno trovato cadavere la figlia vedova di sir Basil, Octavia Haslett. Pugnalata a morte. Si direbbe che uno scassinatore fosse in procinto di fare man bassa dei suoi gioielli quando lei si è svegliata e lo ha colto sul fatto. — Il suo sorriso si fece forzato. — A quanto sembra voi siete il più abile dei nostri detective... andate a vedere se riuscite a cavarvela meglio, stavolta, di quanto non abbiate fatto con il caso Grey!

Morte di uno sconosciuto

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Monk era fermo sul lungofiume e stava fissando le luci che si riflettevano nelle acque velate di nebbia del Tamigi man mano che il crepuscolo calava sulla città. Aveva risolto il suo ultimo caso con soddisfazione del cliente e adesso si sentiva una tasca piacevolmente appesantita da venti ghinee.
Fitzroy Street era troppo lontana di lì per tornarci a piedi, ma un hansom era una spesa non necessaria. L'omnibus sarebbe andato altrettanto bene. Del resto non c'era fretta perché Hester non ci sarebbe stata. Era una delle sere in cui lavorava nella casa di Coldbath Square dove aveva aperto, con una sovvenzione di Callandra Daviot, un ambulatorio per fornire un aiuto di carattere medico alle donne di strada che erano state ferite, picchiate, oppure si erano ammalate, in massima parte per motivi connessi con la loro professione.

Ombre su Belgrave Square

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Pitt era in piedi sui gradini che scendevano al fiume; le chiatte che passavano vicino alla riva, risalendo il Tamigi, sollevavano onde spumeggianti. Era ora di pranzo. In una mano aveva un vasetto di anguille in gelatina comprato al chiosco vicino a Westminster Bridge, e nell'altra una grossa fetta di pane. Il sole estivo scintillava luminoso e caldo sul suo volto e l'aria era salmastra e un po' pungente. Dietro e sopra udiva i calessi e le carrozze che percorrevano l'Embankment portando i signori alla City per affari, o ai loro club per divertirsi, e le signore in giro per le loro visite pomeridiane, per scambiare biglietti da visita, spettegolare e prendere accordi per l'incessante turbine di impegni mondani della stagione.

Scandalo a Cardington Crescent

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La signora Peabody era accaldata e senza respiro. Era piena estate; le stecche del busto la imprigionavano e il suo vestito, con il puf alla moda, era troppo pesante per permetterle di dare la caccia sul marciapiede a un cane testardo che scompariva di colpo attraverso i cancelli di ferro battuto del cimitero.
— Clarence! — gridò infuriata la signora Peabody. — Clarence! Torna subito qui!
Ma Clarence, che era grasso e di mezza età e avrebbe dovuto mostrarsi più saggio, s'infilò nell'apertura in mezzo all'erba alta e ai cespugli di alloro dall'altra parte della cancellata. La signora Peabody, ansando irritata e aggrappandosi con una mano all'ampio cappello, che le si inclinò arditamente sugli occhi, cercò di aprire con l'altra i cancelli per ottenere un varco sufficiente a permettere alle sue forme estremamente abbondanti di passare.
Il defunto signor Peabody preferiva le donne di proporzioni generose. Lo aveva detto spesso. Una moglie dovrebbe riflettere la posizione del marito: solida e dignitosa.

Silenzio in Hanover Close

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Il vetturino urlò prima ancora che il cavallo si fosse fermato: — La stazione di polizia, signore! — La sua voce era carica di disgusto; quel posto non gli piaceva. Il fatto che fosse situato nell'elegante e aristocratico quartiere di Mayfair non era una scusante.
Pitt scese, lo pagò, salì i gradini di pietra ed entrò nell'edificio.
— Sì, signore? — domandò il sergente al banco con indifferenza.
— Sono l'ispettore Pitt di Bow Street — rispose Pitt in tono brusco. — Vorrei vedere il suo capo.

Tragedia a Bluegate Fields

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L'ispettore Pitt rabbrividì e rimase a guardare con aria infelice mentre il sergente Froggatt sollevava il coperchio del tombino. Una scala a pioli di ferro conduceva in una cavità di pietra dove riecheggiava in lontananza uno sgocciolio d'acqua. Era stato uno scherzo dell'immaginazione o Pitt aveva davvero udito lo scalpiccio di zampe artigliate?
Dal basso sali una zaffata di aria umida e subito lui avverti l'odore di rancido. Intuì il labirinto di gallerie e gradini, la miriade di strati, e altre gallerie di mattoni viscidi che si estendevano sotto tutta Londra e si portavano via i rifiuti, gli indesiderati, i dispersi.

Tragica promessa

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Oliver Rathbone si lasciò andare contro la spalliera della poltrona mentre gli sfuggiva dalle labbra un sospiro che rivelava quanto fosse soddisfatto. Aveva appena concluso con successo una causa lunga e noiosa, ottenendo un risarcimento danni molto sostanzioso a favore del suo cliente, assolto da un'accusa ingiusta. Prosciolto da ogni incriminazione, costui era tornato all'onor del mondo con il suo buon nome intatto e gliene era grato.

Una morte terribile e improvvisa

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Appena lei entrò nella stanza, Monk pensò che doveva trattarsi semplicemente di un altro caso di furterello domestico oppure di una richiesta di indagini sulla reputazione e le prospettive di qualche corteggiatore. Non che fosse disposto a rifiutare incarichi del genere: non poteva permetterselo. Lady Callandra Daviot, la sua benefattrice, poteva ben provvedere a fornirgli i mezzi sufficienti per mantenersi un alloggio e mangiare un paio di volte al giorno, ma il senso dell'onore e l'orgoglio esigevano che approfittasse di qualsiasi opportunità gli si offriva di guadagnarsi da vivere per conto proprio.

Veleni a Farriers' Lane

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— Non è superbo? — bisbigliò Caroline Ellison a sua figlia Charlotte. — E che interpretazione! Quanto sentimento anche in una sola parola o nel gesto più semplice!
Erano sedute l'una di fianco all'altra nel palco imbottito di peluche rossa, nella semioscurità. Faceva freddo perché ormai si era alla fine dell'autunno, e in teatro mancava il riscaldamento. Per la fine del primo atto la folla che vi si accalcava aveva ormai reso più accettabile l'atmosfera giù, in platea, ma lì, nella prima fila di palchi, tutto era diverso.

Bibliografia

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  • Anne Perry, Alto tradimento, traduzione di Seba Pezzani, Fanucci, 2005. ISBN 883471069X
  • Anne Perry, Angeli nell'ombra, traduzione di Alessandra Di Muzio, Fanucci, 2006. ISBN 8834711580
  • Anne Perry, Bedford Square, traduzione di Grazia Maria Griffini, Mondadori, 2000.
  • Anne Perry, Delitti a Rutland Place, [traduttore non indicato], Mondadori, 1993.
  • Anne Perry, Delitti tra Nord e Sud, traduzione di Grazia Maria Griffini, Mondadori, 2003.
  • Anne Perry, Funerale in blu, traduzione di Grazia Maria Griffini, Mondadori, 2003.
  • Anne Perry, I bassifondi di Resurrection Row, [traduttore non indicato], Mondadori, 1991.
  • Anne Perry, I misteri di Paragon Walk, traduzione di Maddalena Damiani, Mondadori, 1999.
  • Anne Perry, I peccati della lupa, traduzione di Maria Grazia Griffini, Mondadori, 1995.
  • Anne Perry, I peccati di Callander Square, traduzione di Maddalena Damiani, Mondadori, 1998.
  • Anne Perry, I segreti di Half Moon Street, traduzione di Grazia Maria Griffini, Mondadori, 2002.
  • Anne Perry, Il battesimo, traduzione di Grazia Maria Griffini, Mondadori, 1997.
  • Anne Perry, Il boia di Cater Street, traduzione di Maddalena Damiani, Mondadori, 1982.
  • Anne Perry, Il carico d'avorio, traduzione di Grazia Maria Griffini, Mondadori, 2005.
  • Anne Perry, Il complotto di Whitechapel, traduzione di Grazia Maria Griffini, Mondadori, 2003.
  • Anne Perry, Il maniero, traduzione di Grazia Maria Griffini, Mondadori, 1998. ISBN 880445136X
  • Anne Perry, Il parco delle teste tagliate, traduzione di Annita Biasi Conte, Mondadori, 1995. ISBN 880440812X
  • Anne Perry, Il piatto della bilancia, traduzione di Grazia Maria Griffini, Mondadori, 1998.
  • Anne Perry, Il volto di uno sconosciuto, [traduttore non indicato], Mondadori, 1992.
  • Anne Perry, In un vicolo cieco, traduzione di Simona Fefè, Fanucci.
  • Anne Perry, Incendio a Highgate Rise, [traduttore non indicato], Mondadori, 1992.
  • Anne Perry, Incubo a Devil's Acre, [traduttore non indicato], Mondadori, 1990.
  • Anne Perry, Intrighi a Bethlehem Road, [traduttore non indicato], Mondadori, 1991.
  • Anne Perry, L'amante egiziana, traduzione di Grazia Maria Griffini, Mondadori, 2005.
  • Anne Perry, L'arco dei traditori, traduzione di Grazia Maria Griffini, Mondadori, 1996.
  • Anne Perry, La medium di Southampton Row, traduzione di Grazia Maria Griffini, Mondadori, 2004.
  • Anne Perry, La radice del delitto, traduzione di Grazia Maria Griffini, Mondadori, 2001.
  • Anne Perry, Lutto pericoloso, [traduttore non indicato], Mondadori, 1993.
  • Anne Perry, Morte di uno sconosciuto, traduzione di Grazia Maria Griffini, Mondadori, 2004.
  • Anne Perry, Ombre su Belgrave Square, [traduttore non indicato], Mondadori, 1993.
  • Anne Perry, Scandalo a Cardington Crescent, traduzione di Lidia Zazo Conetti, Mondadori, 2000.
  • Anne Perry, Silenzio in Hanover Close, [traduttore non indicato], Mondadori, 1991.
  • Anne Perry, Tragedia a Bluegate Fields, [traduttore non indicato], Mondadori, 1991.
  • Anne Perry, Tragica promessa, traduzione di Grazia Maria Griffini, Mondadori, 2004.
  • Anne Perry, Una morte terribile e improvvisa, traduzione di Grazia Maria Griffini, Mondadori, 1995.
  • Anne Perry, Veleni a Farriers' Lane, traduzione di Grazia Griffini, Mondadori, 1994.

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