Juan Larrea

scrittore e poeta spagnolo

Juan Larrea (1895 – 1980), scrittore e poeta spagnolo.

Citazioni di Juan Larrea modifica

  • Non invano avevo iniziato a svincolarmi dalla Spagna degli anni '20, fino ad arrivare a comporre i miei testi poetici in francese. Mi ero estraniato dalla poetica peninsulare, come fecero ugualmente nel loro campo i pittori.[1]
  • Non esistono opere belle ed eterne, bensì umilmente opere che in un tempo emozionano, alcune a un pugno di uomini, altre ad un altro.[2]
  • La poesia era per me come una valvola di fuga, un mezzo di consolazione, una sublimazione di ciò che non incontravo nel mondo.[3]
  • Sì, caro Gerardo, è chiaro che possiedo uno spirito nomade; il mio ideale sarebbe lasciare, come Rimbaud, letteratura e casa (che in me, come in lui, sono soltanto sinonimo di inerzia) per l'avventura costante, per il ritmo del cammino. (da una lettera a Gerardo Diego, 5 agosto 1979[4])

Versione celeste modifica

  • Successione di suoni eloquenti tendenti a splendore, poesia | è questo | e questo | e questo. | E ciò che arriva a me in qualità di innocenza oggi | che esiste | perché io esito | e perché il mondo esiste | e perché tutti e tre possiamo correttamente cessare d'esistere. (da Ragione)
  • Colui che dice io sfoglierò le mie ossa | e ben più vicino al cielo di quanto pensi | la sua polvere lo cura la carenza d'arte l'immagina | egli è puro come l'alito in partenza di un veliero.
  • Sognami sognami in fretta stella di terra | coltivata dalle mie palpebre prendimi per i miei anfratti d'ombra | sconvolgimi d'ali di marmo in fuoco stella stella fra le mie ceneri. (da In abito di foglie secche)
  • Dalla mia finestra vedo | nella luce teorematica del lampione di fronte | passare i problemi | con le loro formule | Sono formule che passano | nella loro gabbia di rette e curve | con etichette di flaconi di farmacia | sulle fronti. (da Formule)
  • Per il proprio peso la tristezza scende i gradini della scala sociale.
  • L'impossibile ritorna, molto poco a poco, inevitabile.
  • Non essere altro che un granello di sabbia mescolata alla caccia | dei daini | un'articolazione | di soffio e di polvere || Avere un gilet senza nemmeno un'ombra di edera | e un po' di crepuscolo tra i mattoni del cuore. (da Lacci)
  • Eleggi la tua bella chiarità e il tuo cuore preferito | è ora di sedersi nel mezzo della vita | poiché ti resta un poco d'acqua che azzurrarono per te coloro che ti amarono | i tuoi capelli sono così deboli che la tua testa può appena sostenere la notte. (da Una volta per tutte)
  • Residui come alvei profondi di gesti ma scarni | lasciando cadere le nostre pareti lungo il nostro corpo | in questo autunno che non osa riempire la distanza tra le tue mani | in questo autunno sfigurato dal colore delle tue insonnie. (da Il bimbo offre i suoi occhi agli steli del vento)
  • Lascia fluire le mie ossa tra le foglie | tra le foglie nate per averti conosciuta | un giorno di pioggia | quando le barchette delle tue orecchie | tagliavano i fiori occulti sotto i nomi delle mie strade. (da Primavera passeggera o Ailleurs)
  • Questa oscura attitudine di ponte | che adotta stiracchiandosi il silenzio | questo cercare occhi e trovare incentivi | questo assentarsi in lenzuola e alla minima distrazione | come una barca trasmessa di padre in figlio. | E quando la marina di un cieco si scuote | questo non essere estraneo a una dozzina di sospiri | saranno sempre un buon cammino | per fare di un pioppo una scusa cortese. (da Frammento)
  • [...] Finisterre la solitudine dell'abisso, ancora più in là, ancora devo fuggire da me stesso. (da Evasione)
  • Dinamite in fiore | dinamite d'orologio | carne mia cara dinamite || Istinto origine d'alba e di locanda | l'atmosfera cade in ginocchio di neve || ed è facile come imparare a leggere | il segno esteriore intrecciato con ghirlande di foglie || Dinamite d'orologio | carne mia cara dinamite || Ascolta gli istanti che giungono sui loro ciuchi segreti. (da Cava)

Citazioni su Juan Larrea modifica

  • Almeno non credo di sbagliarmi nel pensare che Lorca e Alberti (e perfino Aleixandre) dovettero a lui, non solo la nozione di una tecnica letteraria nuova, ma anche una condotta poetica che, senza la lettura di Larrea, dubito avrebbero trovato. (Luis Cernuda)
  • Quando i poeti del '25 credevano che l'arte fosse meramente un gioco, Larrea veniva affermando invece il significato spirituale della poesia; quando qualche poeta del '98, come Jimenez, considerandosi ancora creatura unica, si ergeva di fronte al mondo per intimargli il suo disprezzo, Larrea diversamente veniva ad affermare l'insignificanza nel mondo della vita del poeta e della sua stessa opera. (Luis Cernuda)

Note modifica

  1. Da una lettera del 5 agosto 1979; pubblicata in Cartas a la cueva, settembre 1979; citato in Bernard, p. 182.
  2. Citato in Bernard, p. 184.
  3. Da [1], p. 11.
  4. Pubblicata in Cartas a la cueva, settembre 1979; citato in Bernard, pp. 184-185 (nota a pie' di pagina).

Bibliografia modifica

  • Margherita Bernard, Ludus, gioco, sport, cinema nell'avanguardia spagnola, edizioni universitarie, Jaka Book, 1994.
  • Juan Larrea, Versione celeste, traduzione di Vittorio Bodini, Einaudi, Torino, 1969.

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