José Saraiva Martins

cardinale e arcivescovo cattolico portoghese

José Saraiva Martins (1932 – vivente), cardinale e arcivescovo portoghese.

José Saraiva Martins (2017)

Citazioni

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  Citazioni in ordine temporale.

  • Il beato Franz era un uomo del nostro tempo, un uomo normale, con dei difetti e persino per un certo periodo di vita, con uno stile di vita piuttosto leggero e mondano. Ma in seguito alla sua vocazione e con la grazia di Dio giunse a mettere la volontà di Dio al di sopra di tutto, arrivando, dopo lunghe lotte interne a una vita straordinaria di testimonianza cristiana. Per le sue convinzioni di fede ha affrontato la morte. Il suo cammino è una sfida ed un incoraggiamento per tutti i cristiani che possono prendere esempio da lui, per vivere con coerenza ed impegno radicale la loro fede, anche fino alle estreme conseguenze se necessario.[1]
  • In un tempo come il nostro, dove non mancano i condizionamenti e addirittura la manipolazione delle coscienze e delle intelligenze, talvolta attraverso forme subdole che si servono delle moderne e più avanzate tecnologie, la testimonianza del beato Franz, del suo indomito coraggio e della sua ferma e forte coerenza è un importantissimo esempio.[1]
  • In Cristo asceso al cielo, infatti, è la nostra umanità stessa, quella che lui ha assunto nell'incarnazione, che è innalzata al massimo splendore della sua dignità.[2]
  • Affascinata dal mistero eucaristico, Madre Maria Maddalena profuse la propria vita trasfigurandola in un atto di adorazione. La sua grande missione – ricevuta dal Signore stesso – è stata quella di proporre a se stessa, all'Istituto delle Suore dell'Adorazione Perpetua del Santissimo Sacramento da lei fondato, alla Chiesa intera l'esperienza di una adorazione che fosse "perpetua": come Gesù permane nel sacramento anche dopo che sia terminato il momento celebrativo, così è necessario che noi rimaniamo con Lui. Un'adorazione, dunque, che non venga mai meno nella Chiesa, che nasca e si prolunghi nel tempo, affinché l'Ostia Santa campeggi sul mondo, trionfi pubblicamente e sia memoria perenne dell'Amore di Dio per gli uomini, un fuoco capace di incendiare ogni angolo della terra.[2]

Il volto dei volti: Cristo

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  • La Chiesa vive dell'Eucaristia e l'Eucaristia edifica la Chiesa. (p. 13)
  • Chi segue Gesù, ogni qualvolta si nutre dell'Eucaristia, è chiamato nella Chiesa, alla piena donazione di sé sull'esempio del Maestro. Questa donazione – per mezzo dell'amore – si trasforma in fattore di redenzione e di riparazione, in forza della comunione e immedesimazione a Cristo. (p. 15)
  • Il contesto altamente drammatico del primo triduo pasquale della storia, attraverso la rinnovazione del mistero eucaristico, fa rivivere e ripropone i lineamenti più intensamente umani di Gesù: il Volto ricolmo di amore mentre consuma l'ultima cena su questa terra; il Volto sgomento per il tradimento di Giuda e l'indifferenza degli apostoli, che nell'Orto degli Ulivi non riescono a vegliare; il Volto dell'abbandono e dell'ingratitudine; il Volto insanguinato e sfigurato; il Volto del condannato a morte sulla Croce; il Volto sereno della deposizione; il Volto, infine, glorioso del Risorto. (p. 15)
  • L'Eucaristia intensamente vissuta veramente svela il Volto redentore e riparatore di Gesù. (p. 15)
  • La conoscenza della spiritualità e la pratica della devozione al Santo Volto sono, per così dire, una via privilegiata per inoltrarci nella meditazione del mistero eucaristico. Ne sono una conferma la testimonianza di innumerevoli santi e di quanti hanno fatto di questo cammino quello della propria personale santificazione ed un mezzo prezioso ed efficace di apostolato. (p. 15)
  • Tuttavia, nella nostra epoca, caratterizzata dalla inclinazione e dal bisogno di visibilità, la ricerca del Volto redentore e riparatore di Cristo nell'Eucaristia trova una risposta nell'affermarsi e nel diffondersi della devozione e della spiritualità del Santo Volto. (p. 15)
  • L'Eucaristia che è pane della vita e farmaco per le nostre infermità, mentre è riparazione è anche redenzione e salvezza che prosegue in eterno. Essa ci rende capaci di riconoscere nel nostro prossimo il Volto di Cristo, ma nello stesso tempo, se ad essa partecipiamo, ci rende trasparenza credibile del Volto di Cristo. (p. 18)
  • Essere la trasparenza di Cristo e del suo volto, è la ragione d'essere della Chiesa, la sua identità più profonda, la sua missione fondamentale. Gli uomini hanno l'inalienabile diritto di potere vedere sul volto della Chiesa, il volto del suo Signore, perché, in essa e per mezzo di essa, possano vederlo e contemplarlo. (p. 19)
  • La Chiesa è chiamata a rispecchiare sul suo volto, il Volto di Cristo Profeta o Maestro, Sacerdote e Re. (p. 19)
  • Per far risplendere il Volto di Cristo davanti agli uomini, occorre, dunque, che esso risplenda in noi, nella nostra vita. (p. 20)
  • I Santi, nella varietà dei loro carismi e nella pluralità delle loro vocazioni, hanno avuto l'umile audacia di fissare il loro sguardo sul Volto di Cristo risorto, vivendo la loro radicalità evangelica come un'affasciante avventura dello Spirito. Essi hanno raggiunto le più alte vette della santità, contemplandolo con amore. Per loro, la morte in croce non era fine a se stessa, ma finalizzata alla risurrezione. Essi hanno vissuto intensamente il Venerdì Santo, ma con gli occhi fissi nella Domenica di Pasqua. Ed è questo volto, limpido e luminoso, che i medesimi hanno offerto agli uomini del loro tempo. (p. 21)

Bibliografia

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  • Il volto dei volti: Cristo, a cura dell'Istituto Internazionale di Ricerca sul Volto di Cristo, Editrice Velar, Gorle, 2004.

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