Jean-Pierre de Caussade

gesuita francese

Jean-Pierre de Caussade (1675 – 1751), gesuita e teologo francese.

L'abbandono alla divina provvidenza

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Dio parla ancor oggi come parlava un tempo ai nostri padri, quando non c'erano ne direttori ne metodi. Il momento dell'ordine di Dio costituiva tutta la spiritualità; questa non era stata ancora ridotta a un'arte che la spiegasse in modo così sottile e così dettagliato e che racchiudesse tanti precetti, istruzioni e massime. Indubbia mente le nostre attuali esigenze comportano tutto ciò, ma non era così nei tempi passati allorché c' era maggior rettitudine e semplicità. Si sapeva soltanto che ogni momento reca con sé un dovere che si deve adempiere con fedeltà, e questo era sufficiente per le persone spirituali di allora, e tutta la loro attenzione vi si concentrava costantemente.

Citazioni

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  • A meno che non si tratti di malattie evidenti che, per loro natura, obbligano a stare a letto e a prendere le medicine adeguate, le debolezze e le impotenze delle anime abbandonate non sono che illusioni e apparenze che esse devono affrontare con fiducia.
  • Adorare Gesù sul Tabor, amare la volontà di Dio nelle cose straordinarie, questo non richiede una vita di fede tanto grande, tanto eccellente come amare la volontà di Dio nelle cose comuni e adorare Dio sulla croce, perché‚ la fede non è viva in modo eccellente se non quando l'apparente e il sensibile la contraddicono e quasi tentano di distruggerla.
  • Allargate, dilatate il vostro cuore all'infinito, Dio ha di che riempirlo, non c'è momento in cui non vi faccia trovare tutto quello che potete desiderare.
  • Bisogna essere distaccati da tutto quello che si prova e da ciò che si fa, per camminare nella via in cui non si vive più che in Dio e nel dovere presente.
  • Bisogna seguire tutto quanto si presenta per impulso della grazia, senza sostenersi nemmeno per un istante con le proprie riflessioni, i propri ragionamenti, i propri sforzi; bisogna applicarsi alle cose nel momento in cui Dio ci chiama ad esse, senza decidere mai da se stessi.
  • C'è un tempo in cui l'anima vive in Dio e ce n'è uno nel quale Dio vive nell'anima. Quello che è proprio a uno di questi tempi, è contrario all'altro.
  • Con Dio, quanto più sembra di perdere, più si guadagna; più egli sottrae nell'ordine naturale, più dà di soprannaturale.
  • Dio che istruisce gli uomini attraverso gli uomini non manca mai di [farne] incontrare di tale natura a coloro che sono semplici e fedeli al loro abbandono.
  • Dio conferisce [alle anime abbandonate a Lui] al loro silenzio, al loro riposo, al loro oblio, al loro distacco, alle loro parole, ai loro gesti, una certa efficacia che opera nelle anime a loro insaputa.
  • Dio dunque si nasconde all'anima per elevarla a quella fede pura che sa scorgerlo sotto ogni sorta di veli, perché quando essa conosce il segreto di Dio, egli ha un bel nascondersi.
  • Dio sceglie quelle cose che lo spirito naturale disapprova e che la [prudenza] umana rifiuta; Dio le trasforma in misteri e si dà alle anime nella misura in cui esse credono di trovarvelo.
  • Dio si rivela ai piccoli nelle più piccole cose, mentre i grandi, limitandosi all'esteriorità, non lo scoprono nemmeno nelle grandi.
  • Dio vuole stare in noi poveramente, senza quei contorni di santità che rendono le anime degne di ammirazione.
  • È la spiritualità di tutte le età e di tutti gli stati che non possono sicuramente santificarsi in un modo più alto, più straordinario e allo stesso tempo più facile che col semplice uso di quelle cose che Dio, unico direttore delle anime, dà loro da fare o da soffrire in ogni momento, per obbedire alle leggi della Chiesa o a quelle dello stato.
  • I sapienti di questo mondo avrebbero potuto approvare quella perpetua instabilità degli Apostoli che non potevano fissarsi in nessun luogo? Così i maestri di spirito comuni non possono sopportare le anime che dipendono in tal modo e in ogni istante dalla Provvidenza, e non ci sono che poche anime del loro stesso stato che le approvano.
  • In questo composto materiale e spirituale, che tu vuoi considerare come tuo regno, è il cuore che regna sovrano sotto i tuoi auspici; poiché‚ esso non ha altri impulsi che quelli che gli ispiri tu, ogni cosa gli piace nel modo che tu gliela presenti.
  • Il suo [di Maria] spirito colmo di gioia considerava tutto quello che doveva fare o soffrire in ogni momento come un dono della mano di colui che ricolma di beni un cuore che si nutre di lui solo e non delle qualità e delle apparenze delle cose create.
  • In un certo momento Dio suscita in loro il desiderio di istruirsi su quelle cose che in un altro momento le sosterranno nella pratica delle virtù.
  • Interrogate gli abitanti di Betlemme su quel che essi pensano. Se questo bambino abitasse in un palazzo circondato da prìncipi, gli farebbero la corte; ma domandate a Maria, a Giuseppe, ai Magi, ai pastori: essi vi diranno che trovano in questa povertà estrema un non so che per cui Dio appare più grande e più amabile ai loro occhi.
  • L'anima che si è esercitata lungamente nella scienza e nella pratica della perfezione, sotto l'influsso del ragionamento e dei metodi ai quali ricorreva per assecondare la grazia, si forma insensibilmente un'abitudine per cui diviene come una sua seconda natura l'agire in pieno accordo con la fede e la ragione.
  • L'azione divina inonda l'universo, penetra in tutte le creature, le colma di sé; dovunque esse sono, lei c'è; le precede, le accompagna, le segue.
  • L'ordine di Dio è la pienezza di tutti i nostri momenti.
  • L'ordine di Dio, la sua divina volontà accolta con semplicità da un'anima fedele, opera in essa questo progetto divino senza che essa lo conosca, come una medicina presa con sottomissione opera la salute in un malato che non conosce la medicina e non ha alcun interesse a conoscerla.
  • La fede è la misura, e voi troverete secondo quanto credete; anche l' amore è la misura, e più il vostro cuore ama, più desidera e più crede di trovare, più trova.
  • La morte dei sensi, la loro nudità, le loro sottrazioni o distruzioni sono il regno della fede; i sensi adorano le creature, la fede adora la volontà divina.
  • La vita della fede e l'istinto della fede sono la stessa cosa.
  • La vita più santa è misteriosa nella sua semplicità nella sua apparente bassezza.
  • La volontà di Dio si presenta a ogni istante come un mare immenso a cui il vostro cuore non può dar fondo; esso non riceve che nella misura in cui si dilata attraverso la fede, la fiducia e l'amore.
  • Lasciamo a Dio la cura della nostra santità. Egli ne conosce i mezzi: essi dipendono tutti da un dono e da un'operazione singolare della sua Provvidenza.
  • Le montagne che spaventano lo sguardo non sono che atomi per il cuore.
  • Le tue sofferenze, le tue azioni, le tue attrattive sono enigmi sotto i quali Dio si dà a te, mentre tu corri vanamente alla ricerca di idee sublimi di cui egli non vuole affatto rivestirsi per abitare in te.
  • Lo spirito di Dio ha la penna in mano, ed ecco il libro aperto per continuarvi la storia sacra che non è ancora terminata e la cui materia non si esaurirà che alla fine del mondo.
  • Nell'abbandono, l'unica regola ci viene dal momento presente . In esso l'anima si muove leggera come una piuma, fluida come l'acqua, semplice come un bambino; è mobile come una palla di gomma per ricevere e seguire tutti gli impulsi della grazia.
  • Nell'ordine morale e soprannaturale, le ombre, sotto le loro oscure apparenze, nascondono la verità della volontà divina, la sola che meriti la nostra attenzione.
  • Non andate dietro a nessuno, non adorate le ombre e i fantasmi, essi non possono né darvi né togliervi nulla.
  • Non c'è niente di più ragionevole, di più perfetto, di più divino che la volontà di Dio.
  • Quando Dio vive nell'anima, questa deve abbandonarsi totalmente alla sua provvidenza; quando l'anima vive in Dio, essa si munisce con cura e con regolarità di tutti i mezzi che ritiene in grado di condurla a questa unione.
  • Quelli [i padri spirituali] che sono veramente animati dallo spirito di Dio in genere non mostrano tanta premura e presunzione; si offrono assai meno essi stessi di quanto non siano chiamati, anzi procedono sempre con una certa diffidenza.
  • Questo è il modo di procedere da parte dell'azione divina: santificare realmente l'anima ma sotto apparenze tali che non c'è niente che non la umili.
  • Solo la volontà di Dio sarà la pienezza che non vi lascerà alcun vuoto; adoratela, andate diritti a lei, superando e abbandonando tutte le apparenze.
  • Togliete gli idoli ai sensi, piangeranno come bambini disperati, ma la fede trionfa, perché‚ non le si può togliere la volontà di Dio.
  • Tutti devono essere stimati e amati, Perché‚ tutti, in forza di ciò che li accompagna, rappresentano l'ordine di Dio il quale si adatta a ogni anima per operare l'unione divina.
  • Tutto il resto del creato non può riempire il vostro cuore che è più vasto di tutto ciò che non è Dio.
  • Tutto quello che le altre anime trovano con la loro iniziativa, quest'anima lo riceve nel suo abbandono, e ciò che le altre conservano con precauzione per ritrovarlo al momento opportuno, quest'anima lo riceve al momento del bisogno e poi lo abbandona, non volendo possedere se non quello che Dio vuol concederle, per non vivere che per mezzo di lui.
  • Quando non si procede più con le proprie idee, non è più il caso di difendersi con le parole; le nostre parole non possono esprimere che le nostre idee.
  • Quando si ha sete, per dissetarsi bisogna lasciare i libri che spiegano le cose, e bere.

Bibliografia

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  • Jean Pierre de Caussade, L'abbandono alla divina provvidenza, San Paolo, 2008.

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