Jacques Sapir
economista francese
Jacques Sapir (1954 – vivente), economista francese.
Bisogna unire le forze a sinistra e destra che hanno capito il pericolo Euro
Intervista di Alessandro Bianchi, L'Antidiplomatico, 11 ottobre 2013
- Da ormai quasi tredici anni osserviamo che l'euro non solo non ha prodotto le convergenze macroeconomiche sperate, ma ha invece accentuato le divergenze.
- Constatiamo anche che l'euro rappresenta un enorme freno per la crescita nella maggior parte dei paesi che l'hanno adottato, ad eccezione, ovviamente, della Germania.
- L'euro fa aumentare i deficit, tanto interni quanto esteri, e che porta verso un debito sempre più grande dei paesi che sono entrati nell'Unione economica e monetaria.
- Un ritorno allo Sme implica che ogni paese ritrovi la propria valuta nazionale. La questione della strategia è qui centrale. I paesi dell'Europa del Sud possono scegliere tra prendere la decisione di uscita in modo indipendente o chiedere la dissoluzione della zona euro.
- La responsabilità dei partiti socialisti europei è schiacciante. È prima di tutto diretta: questi partiti si sono arresi senza condizione davanti alle esigenze della finanza e del capitale; hanno imposto delle politiche di austerità inaudite alle popolazioni e sono di conseguenza fortemente responsabili della stagnazione economica che viviamo.
- Oggi, bisogna riunire le forze di sinistra e di destra che hanno capito il pericolo che rappresenta l'euro, unirli non in un solo partito ma all'interno di un'alleanza in grado di sostenere una politica di rottura.
- Per me la Francia è un paese d'Europa meridionale. Lo è se si guardano tanto le caratteristiche strutturali quanto congiunturali dell'economia e si paragonano ad esempio a quelle dell'economia italiana. La Francia è anche culturalmente assai più vicina all'Europa del sud che del nord. Per questa ragione è anche più esposta alle conseguenze congiunte delle politiche d'austerità portate avanti in Italia ed in Spagna. Finché questi tre paesi rimarranno nella zona euro saranno condannati a una concorrenza feroce tra di loro. Al contrario, dal momento in cui ritroveranno la propria valuta nazionale potranno ritrovare margini di manovra importante.
- La politica di Mario Monti consisteva nel cercare di ottenere dei risultati a breve senza preoccuparsi del dopo. Ha bloccato i pagamenti che lo Stato doveva alle imprese, ha lasciato che il credito crollasse e che gli investimenti si contraessero. Il tutto condanna nel medio periodo l'economia italiana ed è il contrario di una politica da «esperto». La fama da «tecnico» che si costruito è del tutto usurpata. Si è comportato come uno di quei politicanti di basso livello il cui nome è scomparso nelle pattumiere della storia.
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