A volte ritornano

raccolta del 1978 scritta da Stephen King
(Reindirizzamento da Io sono la porta)

Voce principale: Stephen King.

A volte ritornano, antologia di Stephen King del 1978.

Jerusalem's Lot

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2 ottobre 1850

CARO BONES,
Che piacere, per me, mettere piede nell'entrata gelida e piena di correnti d'aria, qui a Chapelwaite, con tutte le ossa doloranti per colpa di quell'abominevole carrozza, con l'urgenza di dare immediato sollievo alla mia povera vescica... e riconoscere la tua inimitabile zampa di gallina sulla lettera indirizzata a me e appoggiata sopra l'orribile tavolinetto di ciliegio accanto alla porta!

Secondo turno di notte

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Ore 2, venerdì.
Quando Warwick salì, Hall era seduto sulla panca vicino all'ascensore, unico posto lì al terzo piano dove un povero lavoratore potesse farsi una fumatina. Hall non era certo felice di vedere Warwick. Non era previsto che il caposquadra salisse al terzo, durante il secondo turno di notte.

Risacca notturna

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Dopo, quando ormai quel tale era morto e il puzzo della sua carne bruciata si era disperso nell'aria, tornammo tutti giù alla spiaggia. Corey aveva la radio con sé, uno di quegli aggeggi a transistor grandi come una valigia che funzionano con una quarantina di batterie e che hanno il magnetofono incorporato.

Io sono la porta

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Seduti sotto il portico della mia casa, Richard e io guardavamo oltre le dune, verso il golfo. Il fumo del suo sigaro si levava dolcemente nell'aria, tenendo a distanza le zanzare. Il mare era color acquamarina, il cielo di un azzurro più profondo e più intenso. Un accostamento gradevole.

Il compressore

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L'agente Hunton arrivò alla lavanderia proprio mentre l'ambulanza stava partendo: lentamente, senza sirene né lampeggiatori. Brutto segno. Dentro, l'ufficio era pieno zeppo di gente silenziosa, inebetita. Alcuni piangevano. L'impianto era deserto; le grandi lavatrici automatiche, all'altra estremità dello stanzone, non erano state neppure spente.

Il baubau

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«Sono venuto da lei perché voglio raccontarle la mia storia,» stava dicendo l'uomo sul lettino del dottor Harper. Si chiamava Lester Billings, era di Waterbury, Connecticut. Secondo i dati annotati dall'infermiera Vickers, aveva ventotto anni, era impiegato presso una ditta industriale di New York, divorziato e padre di tre bambini. Tutti morti.

Materia grigia

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Dall'inizio della settimana le previsioni annunciavano una perturbazione da nord e verso giovedì arrivò davvero, una buriana spaventosa che per le quattro del pomeriggio aveva già ammucchiato venti centimetri di neve e non accennava in nessun modo a calmarsi. Eravamo i soliti cinque o sei radunati attorno alla stufa del Nite-Owl di Henry, ossia l'unico piccolo emporio di questa parte di Bangor che rimanga aperto giorno e notte.

Campo di battaglia

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«Signor Renshaw?»
La voce del portiere lo colse a metà strada verso l'ascensore, e Renshaw si girò con impazienza, spostando la valigetta di tela da una mano all'altra. La busta dentro la tasca del suo soprabito, zeppa di banconote da cinquanta e da venti, scricchiolava a ogni movimento.

L'uomo si chiamava Snodgrass e vedevo bene che era lì per reagire in maniera folle. Gli occhi gli si erano fatti più grandi e mostravano il bianco, come quelli di un cane che si stia preparando a una zuffa. I due ragazzi che, sbandando, erano finiti nel parcheggio con il loro sconquassato Fury, stavano cercando di calmarlo, ma dal modo come lui piegava la testa sembrava che stesse ascoltando altre voci.

A volte ritornano

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La moglie di Jim Norman lo stava aspettando dalle due e, quando vide l'auto fermarsi di fronte allo stabile dove abitavano, scese di corsa per andargli incontro. Era andata a fare la spesa e aveva preparato un pranzetto per festeggiare: un paio di bistecche, una bottiglia di vino buono, un bel cespo di lattuga e altre piccole cose.

Primavera di fragole

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Springheel Jack...
Ho visto quelle due parole sul giornale di stamattina e, mio Dio, come m'hanno riportato indietro nel tempo! Tutto avveniva otto anni fa, quasi esatti. Una volta, mentre i fatti si svolgevano, vidi me stesso in un servizio della TV diffuso su tutte le reti: il programma di Walter Cronkite.

Il cornicione

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«Coraggio,» disse Cressner, «guardi dentro la borsa.»
Eravamo nel suo appartamento, un attico al quarantatreesimo piano. La moquette era soffice e foltissima, color arancione scuro. Al centro, tra la poltroncina di canapa dove sedeva Cressner e il divano di vero cuoio dove non sedeva nessuno, c'era una comune borsa per la spesa.

La falciatrice

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In anni precedenti, Harold Parkette aveva sempre tenuto molto al suo prato. Aveva posseduto una grande, argentea Lawnboy, e dava cinque dollari a taglio a un ragazzo del vicinato che veniva ad azionarla. Harold Parkette, in quegli anni, aveva seguito i Red Sox di Boston alla radio con una birra in mano e con la certezza che Dio fosse in cielo e che tutto andasse bene sulla terra, compreso il suo prato.

Quitters, Inc.

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Morrison stava aspettando un tale rimasto bloccato in un ingorgo di traffico aereo sopra l'Aeroporto Kennedy, quando scorse una faccia familiare all'altra estremità del bar e si avviò verso quel tizio.
«Jimmy? Jimmy McCann?»

So di che cosa hai bisogno

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«So di che cosa hai bisogno.»
Elizabeth alzò gli occhi dal testo di sociologia, con un sussulto, e vide un giovanotto piuttosto insignificante con una giacca verde, da militare. Per un attimo le sembrò vagamente familiare, come se si conoscessero già; la sensazione era quella che si prova davanti a qualcosa di già visto.

I figli del grano

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Burt accese la radio. Il volume era troppo alto, ma non lo abbassò perché erano lì lì per litigare di nuovo e lui non voleva che accadesse. Disperatamente desiderava che non accadesse.
Vicky disse qualcosa.

L'ultimo piolo

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Ho ricevuto la lettera di Katrina ieri, meno di una settimana dopo che mio padre e io siamo tornati da Los Angeles. Era stata mandata a Wilmington, nel Delaware, e da allora io mi sono trasferito altre due volte. La gente si sposta di continuo, ora, ed è strano come quegli indirizzi cancellati e quelle etichette del cambio di indirizzo possano sembrare altrettante accuse.

L'uomo che amava i fiori

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In un tardo pomeriggio del maggio 1963, un giovanotto con la mano in tasca camminava spedito lungo la Terza Strada, a New York. L'aria era dolce e gradevole, il cielo si andava oscurando a poco a poco dall'azzurro al calmo e splendido viola del tramonto. Ci sono persone che amano la città, e quella era appunto una serata che induceva ad amarla.

Il bicchiere della staffa

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Erano le dieci e un quarto ed Herb Tooklander stava pensando di chiudere per la notte quando l'uomo dal cappotto elegantissimo e dalla faccia bianca e stravolta fece irruzione nel Tookey's Bar, che si trova nella parte settentrionale di Falmouth. Era il dieci gennaio, suppergiù l'epoca in cui la maggior parte della gente impara a infischiarsene allegramente di tutte le buone risoluzioni che ha preso per l'Anno Nuovo, e fuori tirava un vento di nordest a dir poco infernale.

La donna nella stanza

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Il problema è: Può farlo?
Non lo sa. Sa che lei le mastica qualche volta, facendo un po' di smorfie per l'orribile gusto di arancia e dalla bocca le esce un suono come di chi sgranocchi una caramella. Ma queste sono pillole diverse... capsule di gelatina.

Citazioni

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Jerusalem's Lot

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  • L'ultimo lato di strada descriveva una brusca svolta a sinistra, e dall'altro lato di un torrentello grigio e ribollente, c'era simile a un'apparizione, Jerusalem's Lot!
  • Perché quell'oro era appunto una grande croce, di splendida fattura... ma pendeva capovolta, simbolo della messa di Satana.
  • E la notte del 31 ottobre 1789, Philip Boone scomparve... e con lui tutta la plebaglia di quel maledetto villaggio.
  • La luna si è levata sul mare, una luna piena, enorme, color sangue, macchiando l'oceano di riflessi sinistri.
  • Temo d'avere destato una Forza che da mezzo secolo dormiva nel tenebroso villaggio di Jerusalem's Lot, una Forza che ha ucciso i miei antenati e li ha tratti in empia schiavitù come nosferatu: non-morti.
  • Servo di Yogsoggoth, il Senza Nome! Il Verme da oltre lo Spazio! Colui che divora le Stelle! Che acceca il Tempo! Verminis! Ora giunge l'Ora della Saturazione il Tempo dell'Esecuzione! Verminis! Alyah! Alyah! Gyyagin!

Risacca notturna

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  • Nessuno dovrebbe pensare all'inverno, in agosto. È come un presagio di morte.

Il compressore

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  • Come se la macchina, avendo assaggiato il sangue, avesse scoperto che le piaceva.
  • Ci sono quasi altrettanti incantesimi per attirare i demoni di quanti ce ne sono per scacciarli. Golden Bough, di Frazier, ne è zeppo. Le culture druidica e azteca ne contengono altri. E ce n'è di ancora più antichi, che risalgono all'Egitto. Ma quasi tutti possono essere ridotti a denominatori incredibilmente comuni. Il più comune di tutti, naturalmente, è il sangue di una vergine.
  • Se settecento monaci battessero a macchina per settecento anni...
  • Hunton e Jackson si gaurdarono in silenzio e, in quella frazione di secondo, Hunton si convinse che era tutto vero: un demone si era impossessato dei meccanismi inanimati del compressore, metallo, perni, ingranaggi, e aveva trasformato il tutto in qualcosa che viveva di vita propria.

Il baubau

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  • È stato il baubau a ucciderli. È uscito dallo stanzino buio e li ha uccisi.
  • Continuavo a pensare: Be', e se fosse lì dentro? Bene accucciato e pronto a balzar fuori nell'attimo in cui io apro la porta? E cominciavo a pensare di sentire rumori viscidi, come se qualcosa di nero, di verdastro e di fradicio d'acqua si muoveva ogni tanto dentro l'armadio a muro.

A volte ritornano

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  • Padre delle tenebre, ascoltami per amore della mia anima. Sono colui che promette sacrificio. Sono colui che mendica un oscuro favore in cambio del sacrificio. Sono colui che cerca la vendetta della mano sinistra. Porto sangue in promessa di sacrificio.
  • Jim ricordò l'ammonimento contenuto in Come evocare i demoni: il pericolo che l'operazione comportava. Potevi forse chiamarli, potevi forse indurli a lavorare con te, potevi perfino sbarazzartene. Ma, a volte, essi ritornano.

La falciatrice

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  • Più alta è, tanto meglio. Terreno buono, ecco che cosa avete qui, per Circe. È quello che dico sempre.
  • La falciatrice a motore, rossa e antiquata, che il grassone aveva portato nel suo furgoncino, andava da sola. Nessuno la spingeva; anzi, non c'era nessuno intorno, per una distanza di un metro e mezzo. Andava a tutta birra, facendo scempio della povera erba del prato di Harold Parkette com un rosso e vendicativo demonio piovuto dall'inferno. Urlava e ruggiva ed emetteva un fumo bluastro e oleoso in una sorta di assurda, meccanica follia ch e incuteva ad Harold un terrore tale da farlo star male. L'odore fin troppo intenso di erba tagliata gravava nell'aria come vino acre.
  • L'ultima cosa che Harold Parkette vide fu la sogghignante griglia della falciatrice lanciata alla carica, che si sollevava per mostrare le sue lame lucenti e macchiate di verde, e al disopra di quella il grasso faccione dell'uomo della falciatrice, che scuoteva la testa con fare di bonario rimprovero.

Quitters, Inc.

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  • Quando un romantico cerca di fare una cosa buona e fallisce, gli danno una medaglia. Quando un pragmatista ci riesce, gli augurano di finire all'inferno.

I figli del grano

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  • Soli sotto l'occhio vigile di Dio, ora uno strano Dio verde, un Dio di grano, divenuto vecchio, strano e affamato. Colui Che Cammina Dietro I Filari.
  • I ragazzi non si sarebbero avventurati in mezzo al grano, col buio. Quello era un luogo sacro, il luogo di Colui Che Cammina Dietro i Filari.
  • Là fuori, nella notte, si aggirava qualcosa, e vedeva tutto... perfino i segreti custoditi nei cuori umani. Il crepuscolo si approfondì, divenne tenebra. Attorno a Gatlin il grano frusciava e bisbigliava segretamente. Era molto soddisfatto.

Il bicchiere della staffa

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  • Jerusalem's Lot è stata distrutta da un incendio due anni fa.
  • La maggior parte di noi che abita nei dintorni di Jerusalem's Lot porta qualcosa con sè, un crocifisso, la medaglia di San Cristoforo, un rosario, qualcosa.
  • Forse avrete occasione di viaggiare anche voi nel Maine meridionale, un giorno o l'altro. È una zona piuttosto bella, indubbiamente. Chissà, forse vi capiterà per fino di fermarvi al bar di Tookey, per bere qualcosa. Un posticino simpatico. Gli hanno conservato anche il nome. Bevete pure ma, dopo, il consiglio che vi do è di proseguire dritto verso nord. In ogni caso, non imboccate la strada che passa da Jerusalem's Lot. Specialmente dopo il calar del buio.

Bibliografia

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  • Stephen King, A volte ritornano, traduzione di Brinis H., RL Libri, 1997. ISBN 8846200047

Altri progetti

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