Il gigante

film del 1956 diretto da George Stevens

Il gigante

Immagine Giant (1956) poster.jpg.
Titolo originale

Giant

Lingua originale inglese e spagnolo
Paese USA
Anno 1956
Genere drammatico
Regia George Stevens
Soggetto Edna Ferber (romanzo)
Sceneggiatura Fred Guiol, Ivan Moffat
Produttore Henry Ginsberg, George Stevens
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani
Note

Il gigante, film statunitense del 1956 con Elizabeth Taylor, Rock Hudson e James Dean, regia di George Stevens.

  Citazioni in ordine temporale.

  • In questo paese non ci sono re, ma loro sono pieni di aria come tanti imperatori. (Jett)
  • Quando uno ha tutta questa terra, è chiaro che l'ha portata via ad un altro. (Jett)
  • All'ufficio oggetti smarriti: «Buongiorno, signore, desidera?». «Ehm... scusi,» risponde il signore, «non avrebbe una donna perduta?». (barzellettiere)
  • Signore e signori... signore e signori, distintissimi ospiti, io voglio solo enumerare i benefici che questa grande terra ha concesso al suo umile figlio. Amici miei! A questo suo figlio, il vecchio padre Texas, che cosa ha donato? Niente, non ha donato niente. Tu, uomo! Hai dovuto lavorare e sudare! Rubare il tuo pane dalle profondità della terra! Povero Jett, abbandonato a se stesso! Povero, povero lacchè di Bick Benedict, suo marito! Povero Jett!! Povera bella Leslie, bella Leslie! Piccola, meravigliosa, incantevole giovane sposa! Un misero ragazzo e una ricca, ricca signora Benedict, splendida, unica donna desiderata!! Unico sogno della mia vita squallida e vuota! [...] Governatore, io non ho altro da dire. (Jett)

Dialoghi

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  • Bick: Una vera bontà, amore. È una specialità messicana. In Messico la chiamano barbacca.
    Leslie: Oh, che cos'è?
    Bick [ricetta]: Testa di vitello. La si prende e la si avvolge in un panno bianco, e poi in un pezzo di grossa tela, quindi la si chiude in una buca con brace di sterco, lasciandola cuocere diciotto ore. Sentirai che roba, veramente squisita!

Bick: Sono un fallito! Niente è andato come ho previsto. Mi sento... mi sento come se mi avessero tirato via di sotto la sella!
Leslie: E tu vuoi sapere una cosa, Jordan? Io ti ammiro, caro! Oh, non chiedermi il perché, certe cose sono molto difficili da spiegare! Ricordi tutte quelle esibizioni che facevi a cavallo, quando ti divertivi a catturare gli animali col laccio, per cercare di far colpo su di me? Oh, eri impressionante! Malgrado ciò, ai miei occhi mai sei apparso così grande come quando in quel locale ti ho visto disteso in terra, pesto e sanguinante. Quando sei caduto all'indietro, trascinando con te il tavolo e tutta quella pila di piatti sudici, allora sei stato il mio eroe: il mio eroe come tu lo avevi sempre desiderato!
Bick: Può essere.
Leslie: Quando entrammo in quel locale, prima dello scontro... oh! Oh, che scontro! Meraviglioso! Quando entrammo in quel ristorante, sentivo ciò che senti tu ora. Riflettevo fra me e me. Dicevo: «Jordan ed io e tutti i nostri figli abbiamo sbagliato ogni cosa». Venne il combattimento: tu finisti col crollare sul pavimento, in mezzo all'insalata, e io dissi a me stessa: «Be', dopo un centinaio di anni, la famiglia Benedict è un grande, vero successo».
Bick: Vuoi saperla tu una cosa ora, ora? Vivessi anche novant'anni, credo che non arriverei mai a valutarti bene.

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