I quaranta modi di fottere
I quaranta modi di fottere, testo di autore anonimo, pubblicato in Francia il 1790.
Venite, giovinetti senza pudore,
alla mia Corte, scuola d'amore.
Del fottere, arte assai onesta,
tutti gli incanti so insegnare.
La mia dolce Accademia è questa,
orsù, venite, senza indugiare.
Tutti voi che qui vi riunirete
assai facilmente capir potrete
la mia scienza e le mie lezioni.
Sono ormai sul punto d'iniziare
e delle mie quaranta posizioni
la prima andate ad ascoltare.
Citazioni
modifica- La ragazza, sdraiata sul dorso, solleva e gambe e cosce quanto più le riesce, e come punto di appoggio si stringe con le mani i piedi, appena sopra le caviglie, per offrir meglio il monte di Venere. Allora il campione si inerpica, e poiché lei, in questa posizione, non è in grado di agitare il culo, troppo lontano dal centro di gravità, si limiterà a dimenarsi e a danzare con grazia. Sarà un indicibile piacere per entrambi, soprattutto se il cazzo è risoluto e lungo. (Quinto modo: La catalana; p. 17, 1993)
- Lei deve mettersi in ginocchio, il culo sui talloni, la testa appoggiata sulle braccia, e come prosternata sui letto, così da presentare al cazzo del fottitore la fica ben offerta. Costui, inginocchiato dietro di lei, l'infilza e spinge con vigore. Non v'è dubbio che, in questa posizione, se Priapo è possente per taglia e secrezioni, lei sarà fottuta come dio comanda. Qui, infatti, tutto è propizio, e non bisogna trascurar nulla, in fatto di piacere. (Sedicesimo modo: Il rovescio della cinese; p. 32, 1993)
- Quando si teme di esser sorpresi in flagrante delitto, si lasci la porta semiaperta e lei si appoggi allo stipite, con la testa rivolta alle scale e il corpo, semicurvo, dentro la stanza. In questa posizione, lo spasimante le alzi le gonne e la fotta a più non posso: la paura raddoppia le forze. Per farsi sorprendere dopo tante precauzioni bisogna essere ben sfortunati. Una porta aperta, infatti, distoglie sempre la curiosità importuna. (Trentacinquesimo modo: La sentinella; p. 57, 1993)
- Lei si sdraia tutta lunga sulla schiena. Divarica le gambe, così da accogliere la testa del suo amante, che le si è steso sopra bocconi. Lui ora solleva il corpo quel tanto che basta perché le sue cosce pesino dolcemente sulle spalle dell'amata. Si eccitano vicendevolmente con le mani. […] (Quarantunesimo modo: Il sessantanove; p. 67, 1993)
- Presto, un clistere, presto, farmacista, | o la mia donna muore! | Mastro Pancrazio è uomo di buon cuore: | Pronto accorre per l'opera, è in vista | Dell'ammalata, tanto che il buon Fido | D'improvviso lo sfida, | E il farmacista se lo sente tendere. (L'imprevisto, vv. 1-7; p. 69, 1993)
Bibliografia
modifica- Anonimo, I quaranta modi di fottere. Dedicati al clero di Francia, traduzione di Giulia Alfieri, ES, Milano, 1993.