Hermann Broch
Hermann Broch (1886 – 1951), scrittore austriaco.
Citazioni di Hermann Broch
modificaNel 1888 il signor von Pasenow aveva settant'anni. Spesso, per le strade di Berlino, chi lo vedeva passare provava per lui un'inesplicabile avversione, come se trasudasse malvagità.[2]
La morte di Virgilio
modificaAzzurre e leggere, mosse da un lieve, appena percepibile vento contrario, le onde dell'Adriatico erano corse incontro alla squadra imperiale, quando essa, avvicinandosi lentamente alle piatte colline della costa calabra, veleggiava verso il porto di Brindisi, e ora che la solitudine del mare, così piena di sole e pur così piena di morte si mutava nella segreta allegrezza dell'opera umana e di flutti, dolcemente irraggiati dalla vicinanza di uomini e case, si popolavano di ogni specie di navi, di quelle che egualmente tendevano al porto e di altre che ne erano uscite, ora che le barche dalle vele rossastre già da ogni parte uscivano per la pesca serale abbandonando i piccoli moli dei molti paesi e villaggi lungo la riva lambita dalle candide onde, ecco che l'acqua si era fatta come uno specchio; e in alto si era dischiusa la perlacea conchiglia del cielo, scendeva la sera, e si sentiva l'odore del fuoco di legna dei focolari, ogni qual volta le voci della vita, un picchiar di martello o un richiamo giungevano portati dal vento.[3]
Citazioni
modifica- L'architettura è la testimonianza dell'aspirazione dell'uomo a vincere il tempo innalzando l'ordine nello spazio.
- La gloria è un ridicolo superamento della morte.
- Solo l'uomo è il depositario del dovere.
- L'arte [...], in tutti i suoi campi, [...] è al servizio della conoscenza ed esprime conoscenza.
- Le città sono un vuoto chiacchiericcio senz'ombra, labile ed effimero.
- L'intelletto è capace di creare le proprie premesse e per conseguenza anche la filosofia è inetta allo scopo; nessuno è così valido genitore da farsi avo di sé medesimo.
- La conoscenza rimane sempre come dovere, essa rimane sempre il divino compito dell'uomo.
- Chi non è nella conoscenza, deve stordire nell'ebbrezza il vuoto che è dentro di lui, perciò anche nell'ebbrezza della vittoria, anche della vittoria cui si assiste come semplici spettatori.
Citazioni sull'opera
modifica- La morte di Virgilio è il suo capolavoro, [...] è un capolavoro molto problematico, perché tenta di dare forma letteraria alla crescente avversione dello scrittore per la letteratura. Proprio nell'anno in cui il romanzo fu pubblicato, Broch espresse un "profondo disgusto" per la letteratura in quanto tale, "dominio della vanità e della menzogna". [...] è la registrazione immaginaria dell'ultimo giorno del poeta e della sua rinuncia alla poesia. Egli ordina che il manoscritto dell'Eneide sia distrutto, non perché è incompleto o imperfetto ma perché è poesia e non "conoscenza". Dice anche che le Georgiche sono inutili e valgono meno di qualsiasi trattato di agricoltura. L'imperatore Augusto, suo amico, non rispetta le sue volontà e le opere sono salvate. (Erich Heller, "Hitler in a very Small Town", New York Times, January 25, 1987.)
Note
modifica- ↑ a b Da Kitsch e letteratura. Citato in Dizionario delle citazioni, a cura di Italo Sordi, BUR, 1992. ISBN 88-17-14603-X
- ↑ Citato in Fruttero & Lucentini, Íncipit, Mondadori, 1993.
- ↑ Citato in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi, Antonio Stella, Incipit, Skira, 2018. ISBN 9788857238937
Bibliografia
modifica- Hermann Broch, La morte di Virgilio, traduzione di Aurelio Ciacchi, Feltrinelli, 1993.
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