Helen Zimmern

scrittrice e traduttrice tedesca naturalizzata britannica

Helen Zimmern (1846 – 1934), scrittrice e traduttrice tedesca naturalizzata britannica.

Helen Zimmern ritratta da Hubert von Herkomer (1876)

Artisti contemporanei: Alma Tadema modifica

  • Solo i classici greci e latini [mentre Alma Tadema frequentava le scuole pubbliche] poterono inspirargli qualche interesse e fu appunto in quegli anni che pose le basi di quella profonda conoscenza della vita e dei costumi degli antichi per la quale poi andò sì famoso. Ogni momento libero che gli era possibile avere lo impiegava nel disegnare, ed anzi soleva farsi svegliare da sua madre, la mattina presto, per mezzo di una cordicella legata al dito pollice del piede, per dedicarsi, in quelle placide ore mattutine, alla sua occupazione prediletta. (pp. 243-246)
  • Lavorava indefessamente per rifarsi del tempo perduto e guarì dalla sua malattia [la tisi] in modo veramente miracoloso: da quel tempo in poi nessuno si è mai sognato che quell'Alma Tadema dalle spalle larghe e dall'aspetto vigoroso, fosse stato dichiarato tisico senza speranza di guarigione. È un esempio mirabile di una natura creata per un dato fine ed affatto incapace di trasformazione. (p. 247)
  • La casa di Alma Tadema in Londra, disegnata e modellata da lui stesso, è una meraviglia di bellezza e di decorazione. E in lui una facoltà speciale, quella d'imprimere la sua individualità in tutto ciò che fa e dice, né è da stupire di vederla impressa anche sulla sua casa. Epoche antiche e moderne, oriente e occidente, settentrione e mezzogiorno, tutti i tempi e tutti i luoghi hanno contribuito a decorare questa deliziosa dimora; ma la mente superiore del proprietario li ha fatti piegare al suo progetto, e la loro individualità si è fusa con la sua, in modo che ciò che letto in un catalogo apparirebbe un accozzo eterogeneo, presenta all'occhio un insieme armonico e mirabilmente fuso. (p. 264)

Artisti contemporanei: Hubert Herkomer modifica

  • Anche se Herkomer non avesse mai dipinto un quadro o fatto alcunché degno di nota, spiccherebbe per la sua forte personalità. Un amico ha detto che nelle sue vene scorse dello spirito invece del sangue, ma nessuno può apprezzarlo mai abbastanza finché non lo vede e lo giudica coi propri occhi. Quando lo vidi per la prima volta nel suo piccolo studio a Bushey, molte cose di lui mi divennero chiare che prima mi eran parse oscure. Quando entrai, mi disse, tendendomi cordialmente la mano: «Ma cosa siete, inglese, tedesca, americana?...» «Un miscuglio, come voi», risposi, e questa risposta piuttosto ardita parve farci subito amici. (p. 98)
  • [Herkomer] Ama la casa e la tranquillità della famiglia, né potrebbe mai vivere in un ambiente che non gli fosse simpatico. Semplice, franco, di cuore, ha un profondo senso di ciò che è retto ed un sacro orrore per ogni convenzionalismo e ipocrisia. Cosi egli dice che non ha conoscenze, ma numerosissimi amici. Raramente un modello ha posato per lui senza diventarne amico. E forse per questa sua forza magnetica, la quale scruta e fa risaltare tutto quanto vi è di buono nelle anime altrui, ch'egli può infondere ai suoi ritratti quell'espressione di felicità che li distingue e che gli fa trovare la nota giusta in ogni carattere. (p. 101)
  • Se vogliamo [...] scrutare quale sia il difetto principale di Herkomer, troveremo, a confessione di lui stesso, che è la fretta. «Spesso», sono sue parole, «ho sciupato un quadro col lasciarlo troppo presto.» E davvero, considerando il numero stragrande di opere compiute da un uomo ancora cosi giovane, sentiamo una specie di rimpianto nel pensare a qual punto di perfezione le avrebbe potuto portare una più lenta ed oculata concentrazione di propositi. Dal 1879 in poi, cioè da quando Herkomer cominciò a dipingere ritratti, ne ha eseguiti circa settecento e non sono che la decima parte del lavoro fatto, come lo attestano le numerose incisioni e acqueforti, senza contare i paesaggi e le pitture a soggetti vari. Ma quando vediamo nella lista di tutto questo lavoro compiuto cosi rapidamente delle opere che segnano senza dubbio un'epoca nella storia dell'arte moderna, ci sentiamo disposti a considerare con le debite attenuanti questo difetto principale di Herkomer. (p. 103)

Artisti contemporanei: Hans Thoma modifica

  • [...] il trovarsi di fronte ai lavori di Hans Thoma ci fa provare una insolita sensazione di piacere. Ci trasportano indietro al paese degli ideali ora perduti ed alle vecchie storie del focolare. Riviviamo con essi nell'atmosfera creata da Grimm e Hans Anderson nei loro racconti di fate. Questi è un uomo che guarda il mondo coll'ingenuità di un fanciullo. I nostri sensi ormai stanchi sono scossi dal soffio puro di aria montanina che emana dal suoi quadri, dal profumo balsamico dei boschi di pini, dallo scorrere rapido e cadenzato del torrenti alpini. Par di ritrovare un artista dimenticato dell'epoca di Dürer, o piuttosto un discendente della scuola dei Piccoli Maestri Tedeschi che il realismo e la nervosità della vita moderna hanno appena sfiorato. Guardarli è come udire il dolce mormorio dell'acqua in un bosco, o il suono lontano delle onde, o il sommesso garrire degli uccelli al mattino. (p. 3)
  • Uno dei quadri meglio riusciti di Thoma è forse la «S. Cecilia», la cui figura risalta sopra un fondo di montagne nevose che contrastano con un cielo purissimo. La testa bruna della santa è piegata indietro con una posa piena di grazia; la ricca capigliatura bruna cade fluente sulle sue spalle, il volto è bellissimo nella sua espressione di serenità e di santo candore. Intorno al dipinto, secondo un modo di fare abituale a Thoma, il quale giudica che nella cornice stia molta dell'attrattiva del quadro, egli ha ritratto, in vari scompartimenti, diversi fiori simboleggianti la vita calma e contemplativa. (p. 12)
  • Sarebbe difficile di trovare un artista più schiettamente tedesco per gusti e per attitudini di Hans Thoma. Le sue opere non son certo senza difetti, né possono sostenere una critica minuta. Sono ineguali, hanno le loro debolezze, e il disegno come il colorito non son sempre perfetti: ma quando ne abbiamo detto tutto il male possibile, non vorremmo alterarle anche se potessimo, per timore di rompere insieme il loro gentile incanto. Stanno bene quali esse sono, perché riflettono la personalità e il carattere dell'autore e portano l'impronta d'intimità che è la caratteristica di tutta l'opera sua. (17-18)

Bibliografia modifica

  • Helen Zimmern, Artisti contemporanei: Alma Tadema, in Emporium Rivista mensile illustrata d'arte letteratura scienze e varietà, Istituto italiano d'arti grafiche Bergamo - Editore, vol. VI, Ottobre 1897, n. 34, pp. 243-265.
  • Helen Zimmern, Artisti contemporanei: Hubert Herkomer R. A., in Emporium Rivista mensile illustrata d'arte letteratura scienze e varietà, Istituto italiano d'arti grafiche Bergamo - Editore, vol. VII, Febbrajo 1898, n. 38, pp. 83-108.
  • Helen Zimmern, Artisti contemporanei: Hans Thoma, in Emporium Rivista mensile illustrata d'arte letteratura scienze e varietà, Istituto italiano d'arti grafiche Bergamo - Editore, vol. VII, Gennajo 1899, n. 37, pp. 3-18.

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