Guido Fubini

matematico italiano (1879-1943)

Guido Fubini Ghiron (1879 – 1943), matematico italiano.

Guido Fubini

La matematica come creazione del pensiero e come strumento tecnico

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  • Il matematico è [...] un uomo che studia anche indipendentemente dalle applicazioni, che studia, come diremo con Iacobi per il solo orgoglio dello spirito umano. Egli, come il filosofo, vive nelle nuvole, si nutre di astrazioni, è fuori del mondo. E il mondo se ne vendica, troppo spesso ignorando o trascurando una persona così noiosa e ipercritica. (p. 98)
  • [...] il matematico non sceglie a caso ipotesi cervellotiche per dedurne infecondi risultati; egli, guidato talvolta soltanto da un moto inconscio della mente, sa prevedere le conseguenze dell'una o dell'altra scelta, e con felice intuito sceglie l'ipotesi che gli sembra migliore. Ed anche nel dedurne le conseguenze, nel criticare minutamente i principî la intuizione precede molto, molto sovente, la logica deduzione; e intere branche della matematica hanno aspettato per anni o per secoli la dimostrazione rigorosa dei teoremi enunciati. Esistono teoremi fondamentali che l'aspettano ancora oggi.
    Nell'opera della scelta dei principi il matematico si può benissimo paragonare al tecnico che sa in ogni problema distinguere l'essenziale dall'accessorio, lo sa schematizzare: unica via per poterlo risolvere. (p. 101)
  • [...] la matematica è una deduzione guidata dall'intuizione, una deduzione da principî che la stessa intuizione, sorretta dalla deduzione, enuncia, corregge, perfeziona! La matematica è un linguaggio necessario; ad essa solo si deve, se alcune leggi si poterono enunciare, se alcune ipotesi, alcune teorie poterono essere formulate. (p. 101)
  • L'analisi [matematica] sola ha creato il calcolo delle probabilità; è ben vero che secondo un bello spirito questo non è un gran merito, in quanto che tale calcolo sarebbe la scienza a cui i matematici credono, stimando che i suoi risultati siano una verità sperimentale, a cui gli sperimentatori credono invece, perché li considerano come teoremi matematici. Ma, se noi lasciamo gli scherzi, noi dobbiamo riconoscere che tale calcolo dà le leggi al caso, cioè dà le leggi proprio a quei fatti, che, per definizione, si sottraggono, pare, a qualsiasi legge. Esso non studia, no, i singoli avvenimenti, non trova il metodo sicuro per vincere al lotto od alla roulette, esso studia quei fenomeni collettivi che sono conseguenza di numerosissimi fatti obbedienti ciascuno alla legge del caso. (p. 102)

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