Guido Carocci

storico italiano

Guido Carocci (1851 – 1916), storico italiano.

Guido Carocci

Donatello

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Fra la numerosa schiera di artisti che vissero in Firenze nella prima metà del XV secolo, Donatello è quello che più si elevò dalla massa comune, che più d'ogni altro seppe crearsi un tipo proprio, spiccato, diverso dagli altri e che più d'ogni altro contribuì a dare prima all'arte fiorentina, poi all'arte italiana un indirizzo nuovo, aspirazioni nuove.
L'arte italiana dopo lunghi secoli di abiezione, di oscurità, di rozzezza aveva cominciato a sollevarsi, ad abbandonare le forme goffe, i contorni duri, il manierismo monotono e rivelava già il suo nuovo indirizzo alla imitazione del vero, all'espressione dei sentimenti, al movimento della vita.
Giotto aveva sollevato già ad altezza sublime la pittura; Donatello si pose alla testa di quella corrente che lenta lenta s'avviava sul buon cammino, le impresse una vigoria nuova, un moto vertiginoso ed il vero sublime, il vero animato dal sentimento, dagli affetti/ dalla fede, trionfò e l'arte della scultura raggiunse con Donatello la maggiore altezza.

Citazioni

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  • Donatello fu il genio dell'arte risorta, Donatello fu il maestro, la guida a cui s'ispirarono tanti altri artisti forti d'ingegno, ricchi di attitudine ai quali non mancava che la ispirazione, che venne loro da Lui, talché si può dire che in Donatello s'incarna l'arte italiana di quel secolo fortunato, che in Donatello si ammira e si festeggia l'arte del quattrocento, l'arte che per opera sua seppe così mirabilmente staccarsi ed emanciparsi dalla grettezza del passato. (p. 2)
  • Fu Donato uomo semplicissimo e modesto di modi, di quella modestia che era comune alla maggior parte degli artisti di quei tempi e sotto la quale si celavano un ingegno potente, una intelligenza mirabile, un animo pieno di entusiasmo per l'arte. Buono, cortese, affettuoso con tutti, si può dire che non avesse nemici e standosene affatto estraneo alle lotte terribili che in quei tempi tenevano sottosopra la nostra città, riuscì ad avere amici sinceri ed affezionati in ogni classe di cittadini, in ogni fazione politica, tanto che la morte di lui fu un lutto al quale Firenze tutta partecipò, trovando nell'ammirazione e nel compianto del sommo suo concittadino una concordia di sentimento che forse non erasi mai dimostrata in altre occasioni. (p. 12)
  • L'opera [ il monumento equestre al Gattamelata] riuscì tale da giustificare presso i Padovani la fama del sommo artista [Donatello] e parve universalmente cosa degna di rivaleggiare coi più insigni capolavori dell'arte greco-romana. Il cavallo specialmente è di bellezza sorprendente, pieno di vigoria e di fierezza; anche la fusione in bronzo riuscì di una precisione e di una bellezza straordinaria. (p. 45)
  • È noto come Donatello facesse volentieri e mostrasse un'abilità tutta speciale nel modellare dei putti pieni di sentimento, di moto, di verità, di leggiadria. Ne fece a Firenze in S. Maria del Fiore, nell'imbasamento della Giuditta, nel pergamo di Prato, all'Annunziata di S. Croce, ecc., ma i dodici angeli che son nella chiesa del Santo vanno indubbiamente annoverati fra le sue cose migliori in questo genere. Cotesti vaghissimi angioletti occupano altrettante piccole formelle e costituiscono come tanti quadri nei quali son raffigurati cantando e suonando cembali, flauti, lire, mandòle. (p. 48)
  • [Nanni d'Antonio di Banco] Scultore di sommo pregio; ma d'un fare più antiquato di Donatello. (p. 87)
  • [Michelozzo Michelozzi] [...] il gusto grandissimo che aveva nel raccordare colla scultura l'architettura e le decorazioni ornamentali, influì grandemente anche su Donatello che nella sua compagnia acquistò moltissimo. Diversi mausolei nei quali i due artisti lavorarono di comune accordo, dimostrano di quanto vantaggio fosse per l'arte il tributo dei respettivi ingegni portato nell'esecuzione di coteste opere. (p. 90)

Incipit di alcune opere

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I dintorni di Firenze

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La Barriera, eretta in sostituzione della vecchia porta di S. Niccolò, che nell'ampliamento di Firenze oltrarno rimase chiusa dentro la cinta daziaria, è posta di fianco al Ponte di Ferro in mezzo ad un piazzale dove fan capo numerose ed importanti strade. Sono le vie che in vario senso attraversano i vasti piani e percorrono le colline e i monti del Comune di Bagno a Ripoli, uno dei più importanti e popolosi fra quelli che circondano il ristretto territorio comunale di Firenze.

Il ghetto di Firenze

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Nel cuore della vecchia Firenze, nella parte più antica per costruzione e più famosa per infiniti ricordi storici, sorgono gli edifizj che costituivano il Ghetto di Firenze.
Essi formano press’a poco un ampio rettangolo che corrisponde con uno dei suoi lati minori sulla piazza di Mercato Vecchio, l’antico Foro del Re del tempo dei Longobardi. La Via dell’Arcivescovado a levante, la Via de’ Boni a settentrione, la Via de’ Naccaioli a ponente, isolano le case altissime e generalmente grandiose che costituiscono la parte esterna del fabbricato.

Il Valdarno da Firenze al mare

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Attraversata e divisa in due parti Firenze, liberato dalla stretta de' forti muraglioni che ne contengono e ne domano gl'impeti furiosi,

scorre dolcemente fra i greppi fioriti del parco meraviglioso delle Cascine e gli argini che difendono i piani feraci di Legnaja, e con capricciosi ed ampi serpeggiamenti si dirige verso la stretta gola della Golfolina, dove il Valdarno Fiorentino cede il posto e il nome al Valdarno Inferiore. E di qui, proseguendo il suo lento corso, erra in mezzo alle ampie pianure, carezza le pendici estreme de' poggi che ne fiancheggiano e ne chiudono l'ampia valle, per scender nel Tirreno, poco lungi da Pisa, fra la quiete de' boschi e delle praterie del Gombo e la gajezza della spiaggia arenosa, sulla quale una nuova stazione balneare distende oggi il suo vasto ed elegante caseggiato.

Bibliografia

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  • Guido Carocci, Donatello. Memorie - Opere, Tipografia della Pia opera di patronato pei minorenni, Firenze, 1887.
  • Guido Carocci, I dintorni di Firenze. Sulla destra dell'Arno, Firenze, Galletti e Cocci Tipografi Editori, Firenze, 1906.
  • Guido Carocci, Il ghetto di Firenze e i suoi ricordi, Galletti e Cocci Tipografi Editori, Firenze, 1886.
  • Guido Carocci, Il Valdarno da Firenze al mare, Istituto italiano d'arti grafiche, Bergamo, 1906.

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