Grande incendio di Roma

incendio del 64

Citazioni sul grande incendio di Roma del 64 d.C., al tempo dell'imperatore Nerone.

  • Forse molto sangue, molte disgrazie avrebbero potuto essere risparmiate all'umanità se, la sera del 18 luglio 64[1], un siriano imprudente, facendo cuocere la propria minestra, non avesse scatenato un sinistro le cui fiamme arroventeranno il mondo per secoli. (Georges Roux)
Nerone osserva l'incendio della città (dipinto di Carl Theodor von Piloty, circa 1861)
  • L'incendio [del luglio 64] fu appiccato a tutte le regioni più nobili e suntuose di Roma; perirono i templi vetusti, i bagni, le passeggiate, i luoghi di delizia, le case più ricche. Le regioni dei poveri, l'oscuro Trastevere, il centro della comunità giudaica e cristiana, furono rispettati. (Carlo Pascal)
  • La mia tesi [sui responsabili dell'incendio] si fonda sopra alcune contingenze di fatti, la cui evidenza non può sfuggire ad un esame impregiudicato. Si riassumano, di grazia, le ragioni delle due parti [Nerone e i cristiani] tra le quali pende l'accusa dell'incendio di Roma. Se da una parte troviamo un uomo, scelleratissimo quanto si vuole, dall'altra troviamo una comunità segreta, della quale alcuni membri sono dediti al delitto per testimonianza degli scrittori pagani, e dagli stessi apostoli son dichiarati indegni di predicare Cristo. Ma quell'uomo quando seppe che la sua casa bruciava, tornò a Roma, tentò arrestare le fiamme, si mescolò in mezzo al popolo, girò di qua e di là senza guardie, prese tutti i provvedimenti consigliati dalla immanità del disastro; e, mentr'ei cercava porre riparo, scoppiò novello incendio; degli altri si sa che di tanto in tanto prorompevano alla rivolta, che predicavano la conflagrazione del mondo, cui doveva seguire il regno della giustizia; che tal regno essi aspettavano dopo quello dell'Anticristo, che per essi l'Anticristo era Nerone, che credevano, durante la loro vita, essere riserbati al nuovo regno di luce e di bene; che a Roma augurarono ancora, pel corso di lunghi secoli, distruzione e sterminio, che dopo la rovina della potenza romana aspettavano il loro trionfo; qual meraviglia che tutto questo complesso di aspettazioni e speranze abbia eccitato le menti incolte e fanatiche degli schiavi miserrimi, e li abbia spinti all'atto forsennato? (Carlo Pascal)
  • La Roma incendiata nel luglio 64 somiglia alle città tedesche bombardate nella primavera del 1945. L'ammasso di rovine è tale che il loro sgombero pone un problema ad un tempo essenziale e scoraggiante.
    Per risolverlo, riferisce Tacito, Nerone prende due decisioni. Da una parte, destina le paludi vicine ad Ostia allo scarico delle macerie. Dall'altra, promulga l'obbligo per le navi che risalgono il Tevere con un carico di vettovaglie, di ridiscendere il fiume «cariche di macerie». (Georges Roux)

Note modifica

  1. Inizio dell'incendio.

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