Gran Premio degli Stati Uniti d'America 1984

corsa automobilistica

Citazioni sul Gran Premio degli Stati Uniti d'America 1984.

  • [«In tutta la carriera in Formula 1 hai preso due punti soltanto. E li hai presi guidando l'Osella nella corsa più difficoltosa di quel campionato, arrivando quinto a Dallas nel 1984 [...]: nel punto di uscita da una chicane appoggiavi la gomma sul muro...»] Fu una gara più di forza fisica che di guida automobilistica. C'erano 50 gradi all'ombra. Nelle prove, dopo i primi tre giri, rientrai per controllare che tutto fosse a posto e al box non trovai nessuno: erano tutti in infermeria a farsi curare perché respiravano male. La chicane di Dallas: in quel punto l'asfalto, sotto l'azione delle gomme, si sbriciolava. Quindi bisognava riuscire a appoggiarsi con tecnica non violenta contro le barriere di jersey. Ed è stata un po' la carta vincente, riuscendo ad andar via forte in accelerazione perché mi ero accorto che appoggiandomi in quel modo la macchina non prendeva un grosso colpo. Chi invece restava in traiettoria, con quell'asfalto scivolava e andava a sbattere. Così presi quei due punti e ricordo che Enzo Osella, titolare della squadra, non stava più nella pelle perché quei due punti rappresentavano i primi soldi che vedeva da quando era Formula 1. In altre parole, Osella aveva risolto il budget della stagione, sembrava fosse arrivato sulla luna. Gli dissi: guarda che non ho vinto, sono solo quinto. Ma a lui bastava, era felice. (Piercarlo Ghinzani)
  • Per Ayrton si stava rivelando un GP dal sapore dolceamaro: le qualifiche erano andate secondo i nostri piani, ma un errore in gara lo aveva costretto ad una rimonta dalle retrovie. Avrebbe centrato [...] un buon risultato se non avesse avuto quell'incidente: toccando il muro, aveva danneggiato una ruota e rotto l'albero di trasmissione. A fine gara era letteralmente sconvolto, non riusciva a capacitasi di come avesse potuto toccare il muro. [...] disse "È impossibile che io abbia colpito il muretto. Si è spostato". Cosa pensate che gli abbia risposto? "Certo, si è sicuramente spostato...". Era tutto composto da enormi blocchi di cemento, era impossibile. Eppure lui era così insistente [...] che dissi "Ok, [...] non dobbiamo fare altro che andare in pista e controllare se il muro si sia spostato davvero". Ammetto che credevo [...] che stesse dicendo stronzate, ma pareva aver davvero bisogno di dimostrarmi che aveva ragione. Quindi [...] siamo arrivati lì [...] e indovinate un po'? Il muro si era mosso davvero. Avevano delineato i limiti del circuito con del pesantissimo cemento, ma uno dei piloti che era transitato [...] prima di Ayrton aveva toccato su un lato uno dei blocchi facendo sì che il margine opposto sporgesse verso l'interno del circuito di appena pochi millimetri. Ayrton [...] stava guidando con una simile precisione che quei millimetri [...] erano stati sufficienti a fargli colpire il muro piuttosto che ad evitarlo percorrendo la sua solita traiettoria. Quell'episodio mi ha davvero aperto gli occhi. Avevo intuito che quel ragazzo fosse bravo, ma in quella circostanza ho capito quanto fosse speciale. (Pat Symonds)
Il tracciato di Fair Park, Dallas, nella configurazione adottata per il Gran Premio degli Stati Uniti d'America 1984

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