Giuseppe Pignata (XVII sec. d.C.), compositore e avventuriero italiano.

Avventure di Giuseppe Pignata fuggito dalle carceri dell'Inquisizione di Roma modifica

Incipit modifica

Io aveva[1], — egli disse,[2] — io aveva avuto l'onore di servire altre volte in qualità di segretario, parecchi Cardinali che, per mia disgrazia, sono tutti morti. Il primo fu il Cardinal Basadonna veneziano, il quale, morendo, mi lasciò una pensione vitalizia sufficente per vivere senz'essere a carico d'alcuno. Morto il Cardinal Gastaldi, l'ultimo che servii, il signor Pietro de' Gabrielli, col quale da lungo tempo avevo molta famigliarità, m'offrì la sua tavola e la sua casa, senz'altro obbligo che di tenergli compagnia. Mi promise anzi, che se fosse andato innanzi negli onori della Corte Romana, avrebbe fatto andare innanzi anche me.

Citazioni modifica

Si sa che i napoletani mettono tre o quattro parole dove non ne bisogna che una. (p. 70)

Explicit modifica

Così finì il suo racconto Giuseppe Pignata. Aggiunse che trovando molte difficoltà in Olanda (dove tutto è commercio, del quale non s' intende) per aprirsi una via per le Indie e per trovare i mezzi di vivere, gli rimaneva ancora una risorsa che non gli poteva mancar mai, poiché era il rifugio sicuro di tutti i disgraziati, aperta sempre, come il cielo, a coloro che l'invocano e che copre i pochi meriti altrui collo splendore della sua generosità, come Iddio copre i più grandi peccati colla gloria della sua misericordia. E la risorsa è la Casa Serenissima ed Elettorale di Braunschweig-Luneburg, che lo consolerebbe di tutte le sofferenze durate se Dio gli permettesse di servirla. Vedrebbe così sotto nuovi Augusti, quel che Roma vide sotto il primo Imperatore di quel nome, la calma succedere alla tempesta, il riposo al tumulto ed alla miseria. "Allora – finì egli – raccogliendo tutti gli spiriti miei, non li impiegherei più, durante il resto della mia vita che per ammirare i fatti eroici e le virtù di Principi sì grandi e generosi."

Note modifica

  1. Più sotto leggesi «avevo». La difformità è del traduttore.
  2. L'anonimo redattore afferma in una noterella introduttiva che il Pignata gli narri oralmente le sue disavventure e che egli le riporti fedelmente. Alessandro D'Ancona, Viaggiatori e avventurieri, Sansoni, 1911, ipotizza che il tutto sia un artificio adoperato dal Pignata stesso.

Bibliografia modifica