Giuseppe Canestrini

storico, politico e bibliotecario italiano (1807-1870)

Giuseppe Canestrini (1807 – 1870), storico e bibliotecario italiano.

La Biblioteca nazionale centrale di Firenze che il Canestrini diresse dal 1862 al 1870

Citazioni di Giuseppe Canestrini modifica

  • Il risorgimento di questa santa e bella patria alla vita pubblica, alla potenza, alla gloria, è principalmente dovuto alla continuazione del pensiero italiano, a quel sentimento della nazionalità che il Ficquelmont, uomo di Stato austriaco[1], sono già parecchi anni, confessava essere presso noi più che mai vivace; è dovuto ancora alle memorie della passata grandezza, alle tradizioni della scuola politica italiana: tradizioni che attraverso i secoli della nostra decadenza vennero di quando in quando ravvivate da uomini di alti sensi e capaci delle ragioni della civiltà, i quali religiosamente ne raccolsero i sapienti ricordi, ne propagarono i pratici insegnamenti. Talché quando nel corso pel presente secolo rinacquero le aspirazioni alla indipendenza ed alla libertà, e il desiderio delo universale si manifestò più potente, e fu sentito il bisogno di conoscere la forma, l'ordine e i modi più veri e più adatti a sodisfarlò, risorse la scuola degli statisti italiani. e con gli eccitamenti, gli esempi e gli scritti rese popolari gli ammaestramenti dei nostri maggiori, iniziò e pel corso di molti anni preparò la meravigliosa inaugurazione della nazionalità italiana.[2]

Della polizia generale, della polizia giudiziaria, dell'amministrativa e della polizia politica modifica

  • Di tutte le Istituzioni d'uno Stato, la Polizia è quella la cui necessità è meglio sentita da ogni cittadino; mentre gli interessi generali dello Stato che si trattano nelle alte regioni del Governo, sfuggono generalmente al comune degli nomini; ragione per cui la Polizia deve essere meglio costituita, perché agisca con la maggior possibile regolarità e legalità. Il giureconsulto Domat la definisce: la sorveglianza che ha per oggetto di mantenere la tranquillità tra gli uomini che vivono in civile consorzio. (p. 3)
  • Diremo ora della Polizia Politica, che per la tristezza dei tempi e degli uomini giunse presso alcune nazioni ad occupare il primo posto nello Stato, e a dominare qualche volta il Governo e i governati, il Principe e il popolo; a inviluppare tutti i poteri , paralizzare l'esecuzione delle leggi, l'azione regolare dei tribunali; a impedire la libertà individuale, le azioni e persino i pensieri. (p. 6)
  • Non è maraviglia se sono frequenti le irregolarità e spesso le ingiustizie che vengono commesse a cagione della Polizia Politica, la quale conosce de’ fatti non bene definiti dalla legge, e procede con mezzi ignoti; mentre la procedura quanto è più conosciuta, sicura e precisa, rispetta più i diritti dell’uomo, e diviene più circospetta e favorevole alla giusta difesa. (pp. 8-9)

Citazioni su Giuseppe Canestrini modifica

Marco Tabarrini modifica

  • Egli visse modestamente del frutto dei suoi lavori, qualche volta rasentando la povertà, ma sempre tirò avanti con molta fortezza d'animo, senza pretensioni e senza lamenti.
  • Il Canestrini trasse da tanta diuturnità di lavoro [per cercare le risposte ai quesiti storici che Adolphe Thiers gli poneva], non solo una pratica grandissima degli archivi fiorentini, ma ben anche una rara suppellettile di erudizione storica, dalla quale se egli, com'era assiduo nel ricercare, così fosse stato operoso nell'ordinare e nello scrivere, avrebbe potuto trarre maggior frutto che in effetto non ricavasse, raccomandando il suo nome ad opere originali, senza contentarsi del modesto titolo di illustratore.
  • Visse celibe, e di questa sua condizione solitaria sentì i vantaggi e i danni; perché se gli fu comoda per avere libertà e indipendenza dagli altri, gli negò peraltro molti conforti, dando al suo umore certe asprezze che non erano nella sua natura; di che più d'una volta mi fece egli stesso confessione assai dolorosa.

Note modifica

  1. Conte Karl Ludwig von Ficquelmont (1777 – 1857).
  2. Da La scienza e l'arte di stato desunta dagli atti ufficiali della Repubblica fiorentina e dei Medici, Felice Le Monnier, Firenze, 1862, Parte I, Prefazione, p. V.

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