Girolamo Tornielli

poeta

Girolamo Tornielli (1693 – 1752), poeta e religioso italiano.

  • Giovanni intanto nel seno materno | Già più non cape pel giubilo interno, | E va cercando per ogni cantone, | Se trova modo d'uscir di prigione | [...] | E danza e balza per nascergli appresso | E fa danzare la madre con esso. (citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 759)
  • Il can danzando con tre cagnolini, | Il gatto allegro con cinque gattini, | E l'agnelletto coperto di gigli, | E quattro chioccie con tutti i lor figli; | Chi latra, o miaula, chi crocchia, chi bela, | Ma senza strido, ma senza querela. (citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 759)

Canzonetta

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Oh Anna madre, la vostra piccina
Su pié di latte sì franca cammina!
Oh come vola su l'orme leggiere!
E pur non conta che tre primavere! Qual calamita che subito nata,
Al caro polo si sente portata:
Qual favilletta che subito desta,
Volge alla sfera la lucida testa:
Tal la fanciulla non pria s'accorse
D'aver lo passo, che a Dio sen corse.

Citazioni

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  • Dicea la madre con umide ciglia: | Che tu non cada mia tenera figlia. | Per man la prende, lo pié ne governa, | Che sfugge e stanca la mano materna. | E già si scuopre lo tempio gradito; | E lei, brillando, nel segna col dito. (p. 4)
  • Allor Maria dipinta d'amore, | Baciò la mano del buon genitore. | Baciò la madre, le grazie rendeo, | E lor congedo, pregando, chiedeo. | E quindi in aria di voce brillante, | Entrò nel chiostro col piè trionfante. | Così talora gentil fiorellino | Apre sua boccia sul fresco mattino, | E poi si chiude, lasciando d'intorno | Afflitte l'api pel resto del giorno | Tal sul fiorire s'asconde la figlia, | E lascia in duolo la smorta famiglia. (p. 6-7)

Qual luccioletta di notte conduce
Intorno intorno la bella sua luce:
Ogn'un la mostra, la siegue; sol essa
Da tutti vista non vede se stessa.
Tal'è Maria, che ogn'Angiol l'adora,
Né ancor sel vede, che n'è la Signora.
E per mirarla fa voti, e richiede
Quel ben dal cielo, ch'il ciel già le diede.
Perché nun dirle si dolce segreto?
Vorrian pur dirlo, ma n'hanno divieto.
Oh cara al cielo vieppiù che non credi,
Perciò più cara, che men te n'avvedi.
Deh cresci intanto tra l'altre tue suore,
Qual tra le stelle la stella maggiore
Verrà ben giorno, mia dolce Maria,
ch'il tuo poeta dirà chi tu sia.

Bibliografia

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