Giovanni Pugliese Carratelli

storico italiano, diciannovesimo direttore della Scuola Normale Superiore di Pisa (1911-2010)

Giovanni Pugliese Carratelli (1911 – 2010), storico dell'antichità italiano.

Giovanni Pugliese Carratelli

Citazioni su Giovanni Pugliese Carratelli modifica

  • Questo Pugliese è uno dei giovani più colti, più intellettuali, e al tempo stesso più fini e delicati che io abbia mai incontrato. (Citazione di Bernard Berenson riportata dal "Corriere Della Sera" 29 Maggio 2011 Pagina di Napoli)

Citazioni di Giovanni Pugliese Carratelli modifica

  • Non sembri strano che la commemorazione di un eminente matematico si inizii col discorso di un umanista che di matematica sa ben poco. Ma ciò è armonico con lo spirito della nostra Scuola, dove studiosi di discipline apparentemente distanti ed autonome ritrovanno in un'amichevole collaborazione la certezza della fondamentale unità del sapere. Non è diverso lo spirito che costantemente animato la cultura della patria napoletana, in cui Renato Caccioppoli si è formato e a cui è tornato dopo la parentesi padovana.[1] (Renato Caccioppoli, Istituto italiano per studi Filosofici, Città del sole, Napoli 1987/1999. ISBN 88-8292-019-4)

Introduzione a Platone modifica

Incipit modifica

Secondo l'uso, questa prefazione dovrebbe includere un discorso sul pensiero, oltre che sulla vita, dell'autore dei testi qui presentati. Ma chi scrive se ne astiene di proposito: l'invito a leggere Platone non deve essere anche invito a leggere un saggio su Platone.

Citazioni modifica

  • Se in vita il magistero di Platone ha dato alimento a intelletti filosofici e ispirato rispetto ai non filosofi, dopo la morte e nei secoli i suoi scritti sono stati e sono guida per innumerevoli uomini non solo alla meditazione e alla ricerca, ma alla dignità di vivere. In costante tensione spirituale e intellettuale, Platone sa come pochi altri richiamare a quella coscienza di sé e infondere quel severo entusiasmo che devono governare una vita conforme alla «vera filosofia». (p. 6)
  • Viene spesso citato un detto di Coleridge: che gli uomini nascono platonici o aristotelici. Anche se dentro ad esso si può immaginare una lunga vicenda di antitesi, l'intuizione del poeta ha colto una fondamentale distinzione tra due attitudini dell'intelletto umano; e poco importa la definizione che di volta in volta è stata proposta dei due termini dell'antitesi – astrazione contro concretezza – visione dell'universale contro visione del particolare – o che potrebbe ora proporsi come «storicizzazione» contro «naturalizzazione». Ma il poeta ha anche avvertito nella dottrina platonica – come nell'insegnamento socratico – un'ispirazione che è comune alla poesia e all'arte divinatoria: che soccorre il il filosofo nell'allusione a esperienze intellettuali incomunicabili o nella figurazione di speranze oltremondane, e gli permette di trasfondere in testi intensamente meditati il fascino della parola dei vati. (p. 7)
  • Platone ha socraticamente concepito la ricerca filosofica come un intimo impegno e una consapevole conquista, a cui la dottrina dei maestri può essere soltanto stimolo e suggestione. (p. 7)

[Giovanni Pugliese Carratelli, Introduzione a Platone, Dialoghi sull'amicizia e sull'amore, a cura di Elmo Totti, traduzione di Emidio Martini, BIT, Editoriale Opportunity Book, Milano 1995. ISBN 88-8111-001-6]

Note modifica

  1. L'inizio di questo testo è citato, con lievi modifiche, nel film Morte di un matematico napoletano, poco dopo la scena al cimitero.

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