Giorgio Antonucci

medico e psicanalista italiano

Giorgio Antonucci (1933 – 2017), medico e psicanalista italiano.

Giorgio Antonucci

Citazioni di Giorgio Antonucci

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  • Così la vita sociale è fatta di categorie artificiali astratte che non corrispondono per nulla alla natura effettiva degli uomini ma finiscono per regolarne arbitrariamente i comportamento e le azioni, condizionandone in ogni modo il destino.
    La società organizzata, strutturata su modelli autoritari, sostituisce la ricchezza creativa degli individui con alcune semplificazioni convenzionali, che divengono in pratica rigorosi principi di cultura, che risulta difficile mettere in discussione, e che sono accettati senza sospetto per secoli interi. Così è stato per millenni con i pregiudizi morali come con i pregiudizi psicologici, che restano ancora, nonostante tutto, imperanti e solidamente radicati, e diffusi, e difficili a scalfirsi.[1]
  • Il fatto è che gli uomini usano in abbondanza gli schermi e gli inganni del linguaggio sofistico e le trappole seducenti del pensiero dialettico, per vedersi differenti da quello che sono, tanto sono preoccupati e tanto sono spaventati dalla propria terribile e paurosa complessità, e tanto cercano per vivere quietamente (cosa in cui poi non riescono affatto) che si nascondono in ogni modo a se stessi.[1]
  • Il moralismo è la stampella dei potenti e il cavallo di battaglia degli psichiatri in un mondo oscuro senza etica. E una società burocratica senza individui per una specie che sfiora l'estinzione. E mentre lo stupro è uno strumento di guerra a disposizione dei governi il singolo può essere internato in clinica psichiatrica per problemi d'insonnia, o chiuso in comunità terapeutica per questioni di spinello, o trovarsi in manicomio giudiziario per offesa a pubblico ufficiale.[1]
  • In tutti i processi ci sono sempre pareri opposti sullo stesso imputato e sul medesimo reato. Come è logico, per lo più il pubblico ministero sostiene che l'imputato è sano di mente per ottenere la condanna giuridica mentre il difensore chiede il riconoscimento di infermità di mente anche se il manicomio giudiziario per l'imputato è una sorte più tragica del carcere. Le perizie però sono in ogni caso senza fondamento.[1]
  • [...] la psichiatria sta estendendo i suoi poteri a tutti i livelli, sia cominciando col mettere sotto controllo le madri incinte, i bambini appena nati e i bambini che crescono, poi gli adolescenti e i giovani, poi le persone mature, poi le persone anziane. Questa è un'estensione della psichiatria a tutte le età della vita, da prima della nascita fino alla morte, e parallelamente c'è una estensione della psichiatria a tutti gli aspetti delle nostre attività, per cui attività che prima erano state considerate attività che fanno parte della vita degli uomini da non mettersi in discussione, come per esempio essere innamorati, oppure fare il gioco d'azzardo, o fumare le sigarette sono tutte attività che via via vengono comprese sotto gli schemi della psichiatria, vengono inventate continuamente nuove malattie mentali. Infatti si sente parlare delle cliniche per curarsi dal gioco d'azzardo, delle cliniche e delle medicine per curarsi dal fumo [...].[2]
  • Molti credono che la malattia di mente sia un particolare stato patologico dovuto a un qualche difetto dell'organismo o del cervello che comporta la difficoltà di vivere quietamente con gli altri, e pensano che gli psichiatri siano i medici chiamati a trattare questa singolare condizione di svantaggio, altrimenti dannosa e insopportabile per chi ne è colpito, e preoccupante per chi gli sta dintorno.
    Essendo le contraddizioni psicologiche e i conflitti con se stessi e con gli altri un aspetto fondamentale della nostra condizione di uomini, gli psichiatri e gli psicanalisti hanno naturalmente un sicuro terreno di redditizio e meritevole impegno, che li pone concretamente in una situazione favorevole di privilegio sociale.[1]

I pregiudizi e la conoscenza critica alla psichiatria

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  • In generale nella cultura contemporanea la creatività individuale è vista sempre di più con diffidenza e con sospetto e, come hanno capito benissimo Aldous Huxley e George Orwell, questo potrebbe essere un preoccupante annuncio della fine della cultura nelle società umane.
  • Le parole complicate degli psichiatri come quelle dei giuristi, e ancor più di quelle dei politici e dei medici in genere, hanno la funzione di non fare entrare facilmente gli altri nel loro mondo, dato che ormai è risaputo che buona parte del potere passa per l'accesso alle parole ed al loro significato.
  • [...] il potere pratico della parola di uno psichiatra è paragonabile soltanto a quello di un giudice. Superiore direi, perché il giudice in qualche modo è solo uno degli attori in un processo a più voci. Invece il giudizio di uno psichiatra può condannare un uomo direttamente alla segregazione senza bisogno di processi.
  • La realtà manicomiale, che si può toccare perché è fatta di pareti, è ben poca cosa di fronte alla diffusione del concetto stesso di manicomialità che si fonda esclusivamente sulla persistenza del giudizio psichiatrico. Ritengo che a poco serva attaccare l'istituto del manicomio se non si porta un attacco radicale allo stesso giudizio psichiatrico che ne è alla base, mostrandone l'insussistenza scientifica. Finché non sarà abolito il giudizio psichiatrico la realtà della segregazione continuerà a fiorire dentro e fuori le pareti dei manicomi.
  • I problemi dell'intolleranza nascono dal fatto che alla generalità delle opinioni si attribuisce un carattere di norma obbligante per tutti. Per questo è preferibile parlare di generalità e non di normalità degli atteggiamenti.
  • La semplificazione della vita individuale come la semplificazione nella storia dei popoli non serve alla conoscenza né allo sviluppo della creatività, ma è stata ed è utile alle ideologie del controllo sociale e alle dottrine del dominio e dell'aggressione.
  • C'è da dire prima di tutto, per rispondere sulla base dell'esperienza diretta, che l'emergenza improvvisa di una diversità in modi drammatici non è veramente improvvisa e drammatica. La diversità si pone drammaticamente e violentemente all'attenzione solo quando tentativi meno drammatici e violenti sono già stati ripetutamente provati e disattesi.
  • [...] se un neurologo con apposite indagini e strumenti ed esami stabilisce le diagnosi di tumore cerebrale questo è un giudizio di fatto, dunque è una constatazione scientifica. Invece se uno psichiatra afferma che una donna che ha molti rapporti sessuali è una ninfomane questo è un giudizio di valore, dunque non ha nulla di scientifico. Comunque anche al di fuori del campo ristretto della psichiatria tutta la psicologia contemporanea che può soltanto tentare interpretazioni ipotetiche sul comportamento dell'uomo è viziata dal pregiudizio sociale della distinzione tra normale e anormale.
  • [...] sono molti in ogni epoca i modi di fabbricare il letto di Procuste per nascondersi la larghezza e la profondità dei problemi.
  • [...] in questo periodo [nazismo] e in questa situazione si sviluppano interpretazioni arbitrarie della biologia che vorrebbero stabilire che alcuni popoli sono superiori e altri inferiori (il razzismo) e che alcuni individui sono superiori e altri inferiori (la psichiatria).
  • Lombroso discrimina i popoli e gli individui riferendosi essenzialmente a caratteristiche anatomiche. In seguito si cercherà la discriminazione su basi fisiologiche, poi su basi biochimiche, ora si cerca anche di utilizzare la moderna biologia molecolare, sempre nel tentativo ridicolo di dare contenuti scientifici ai pregiudizi.

Il pregiudizio psichiatrico

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  • Finché la psichiatria viene ritenuta una scienza e il trattamento psichiatrico una terapia, potremo aprire o smantellare tutti i manicomi, ma rinasceranno sotto altre forme. (p. 75)
  • Non dimentichiamo che c'è un modo di uccidere più preciso e più terribile dell'assassinio degli individui e del massacro dei popoli ed è, a livello dei singoli e delle moltitudini, il non riconoscere gli altri come uomini. Questo è il vero significato dell'interdizione. (p. 79)
  • [Sulla malattia mentale] Ogni volta che conviene, tutti gli uomini possono essere inclusi o esclusi da questa definizione, che non ha nulla di scientifico, se non altro per la sua indeterminatezza. (p. 112)
  1. a b c d e Da Il giudice e lo psichiatra, Volonta, 1994. www.nopazzia.it/Antonucci/antonuccigiudici.html Testo disponibile su Nopazzia.it.
  2. Dall'intervista Gruppo d'iniziativa non psichiatrica di Tradate, Informa-azione.info, 3 settembre 2005.

Bibliografia

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  • Giorgio Antonucci, I pregiudizi e la conoscenza critica alla psichiatria, Prefazione di Thomas S. Szasz; Coordinamento Editoriale di Alessio Coppola; Prima edizione: 1986 Cooperativa Apache srl, Roma.
  • Giorgio Antonucci, Il pregiudizio psichiatrico, Elèuthera, 2020 (1989), Milano, ISBN 88-85861-10-5.

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