Gianfranco Contini
critico letterario, filologo e partigiano italiano (1912-1990)
Gianfranco Contini (1912 – 1990), storico e critico della letteratura e filologo italiano.
- Il Cantico di Frate Sole [di Francesco d'Assisi], nato come esortazione e preghiera, rivela nella sua forma linguistica, nel gusto latino degli aggettivi, nella memoria dei Salmi di David e del Cantico di Daniele, la cultura di uno scrittore umile per superiore vocazione. Così l'umiltà diventa anche accento stilistico.[1]
- [A proposito della Donna de Paradiso di Iacopone da Todi] L'apparizione di Cristo, dopo un breve momento di filiale dolore, si fissa nel messaggio che Egli porta, testimonianza di una divina eredità destinata all'uomo.
La folla è nel fondo, corale incitamento alla violenza e al martirio.[2] - Le laude ci sono state tramandate anonime; ma in questa [Ave, Vergene gaudente], che appartiene a un laudario di Cortona, il nome dell'autore compare nell'ultima strofetta.
Il nome è Garzo ed è stato identificato come un ser Garzo dell'Incisa in Valdarno, notaio e bisavolo del Petrarca.[3] - Tommaso Landolfi è il solo scrittore contemporaneo che abbia dedicato una minuziosa cura, degna di un dandy romantico (quale Byron o Baudelaire), alla costruzione del proprio "personaggio": un personaggio notturno, di eccezionalità stravagante, dissipatore e inveterato giocatore; un personaggio che viene introdotto e anzi ostentato costantemente nell'opera.[4]
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