Georges de Pimodan

militare francese, al servizio dell'Austria-Ungheria e dello Stato pontificio

Georges de la Vallée de Rarecourt, marchese de Pimodan (1822 – 1860), legittimista e ufficiale austro ungarico a servizio dell'Austria e dello Stato Pontificio.

Georges de Pimodan

Memorie modifica

Incipit modifica

Nell'anno 1847 in fondo a un povero villaggio della Stiria, dove risiedeva parte del mio reggimento, venne a raggiungermi l'ordine di muovere per l'Italia. V'ha degli avvenimenti che somigliano a presagi; e di tal numero è forse quello che precedette di alcuni giorni la nostra marcia verso la Lombardia. Sembrava come un preludio delle lotte più nobili e più sanguinose, che ci attendevano sulle rive dell'Adige: in piena pace già ci si rivelava la vita della guerra, quella vita di avventure e di combattimenti, di cui mi parea cent'anni il conoscere i gloriosi pericoli, e le cui minute circostanze e le particolarità, troppo neglette dalla storia, daranno forse qualche interesse a queste memorie.

Citazioni modifica

  • I Boemi, sì violenti, sì feroci nella pugna, hanno l'anima tenera e malinconica, siccome tutti i popoli slavi. (p. 6)
  • Il duca di Blacas è sepolto ai piedi di Re Carlo X, senza iscrizione, senza lapide sepolcrale: nobile umiltà degna di un cuor fedele sino alla morte. (p. 8)
  • Io comprendo, come allora, lo strano incanto che vi ha nella vita guerriera, e che in nessun'altra cosa, meglio che in quella lotta continua contro le debolezze del corpo, l'anima non manifesta tutta la sua potenza, non rivela tutto il suo valore. (p. 46)

Explicit modifica

Al principio di novembre il feld-maresciallo-luogotenente principe Windischgrätz in sul punto di entrare in Ungheria, scrisse al maresciallo per chiedergli alcuni ufficiali di stato maggiore. Io fui spedito a Vienna. Appena giuntovi, mi recai all'arsenale: non mi arrestai davanti l'armatura di Rodolfo d'Habsbourg, né innanzi il sajo forato di palla che Gustavo Adolfo portava nella battaglia di Lutzen; ma alla vista di quelle bandiere conquistate dalla nostra armata in Italia, il cuor mi balzò fortemente, e pensai a tutto il sangue che ci eran costato. Coll'impressione ancor viva di quel tristo e glorioso spettacolo, io ripartii per altri campi di battaglia, per altri combattimenti, che mi studierò di narrare.

Citazioni su Georges de Pimodan modifica

  • In quali storie trovate voi un condottiero, che innalzi il suo magnanimo petto a tanta altezza? Noi leggiamo di molti che, feriti nel combattimento, gridavano a chi li circondava: Vendicatemi; ma in quest'atroce lotta dell'empietà contra la religione, dell'ingiustizia contra il diritto, della fellonia contro la lealtà, della bestemmia contro Dio, il duce cristiano non ha altra parola a dire, che: Dio è con noi! e, vinca o perda, egli è sicuro della vittoria, e viva o muoia, egli è sicuro del suo trionfo [...]. (Antonio Bresciani)

Bibliografia modifica

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