Georg Simmel

filosofo e sociologo tedesco

Georg Simmel (1858 – 1918), filosofo e sociologo tedesco.

Georg Simmel

Citazioni di Georg Simmel modifica

  • Attraverso questo anonimato... ogni parte acquisisce uno spietato realismo.[1]
  • [La vita] ha bisogno della forma e, in quanto forma, ha bisogno più della forma. Alla vita è intrinseca questa contraddizione, di poter venir fuori soltanto in forme e tuttavia di non poter restare entro tali forme, ma di poter oltrepassare e rompere ogni forma che ha prodotta.[2]
  • Il caratteristico ritmo «impaziente» della vita moderna significa non soltanto il desiderio di un rapido cambiamento dei contenuti qualitativi della vita, ma anche la potenza del fascino formale del confine, dell'inizio e della fine, del venire e dell'andare. Nel senso più compendioso di questa forma la moda con il suo gioco fra la tendenza ad una diffusione generale e la distruzione del proprio senso, che seguirebbe tale diffusione, ha il fascino caratteristico di un confine, di un inizio e di una fine contemporanei, il fascino della novità e contemporaneamente quello della caducità.[3]
  • So che morirò senza eredi spirituali (e va bene così). La mia eredità assomiglia a denaro in contanti, che viene diviso tra molti eredi, di cui ognuno investe la sua parte in modo conforme alla sua natura, senza interessarsi della sua origine.[4]
  • Vi dev'essere nell'uomo un "terzo" al di là tanto dalla soggettività individuale, quanto del pensiero universalmente dimostrativo e logicamente obiettivo, e questo "terzo" dev'essere il terreno su cui germoglia la filosofia, anzi l'esistenza della filosofia esige, come suo presupposto, che vi sia un tal "terzo".[5]

Le metropoli e la vita dello spirito modifica

Incipit modifica

I problemi più profondi della vita moderna scaturiscono dalla pretesa dell'individuo di preservare l'indipendenza e la particolarità del suo essere determinato di fronte alle forze preponderanti della società, dell'eredità storica, della cultura esteriore e della tecnica – l'ultima metamorfosi della lotta con la natura che l'uomo primitivo deve condurre per la sua esistenza fisica. (p. 35)

Citazioni modifica

  • Forse non esiste alcun fenomeno psichico così irriducibilmente riservato alla metropoli come l'essere blasé. Innanzitutto, questo carattere è conseguenza di quella rapida successione e di quella fitta concentrazione di stimoli nervosi contraddittori, dai quali ci è sembrato derivare anche l'aumento dell'intellettualismo metropolitano; tanto è vero che le persone sciocche e naturalmente prive di vita intellettuale non tendono affatto a essere blasé.
    Così come la smoderatezza nei piaceri rende blasé perché sollecita costantemente i nervi a reazioni così forti che questi alla fine smettono di reagire, allo stesso modo anche le impressioni più blande impongono a chi è sciocco o inerte, con la velocità e la contraddittorietà del loro alternarsi, delle risposte tanto violente da sbatacchiarlo per così dire di qua e di là, in modo tale da mobilitare anche le sue ultime riserve vitali, senza che egli abbia modo, rimanendo nello stesso ambiente, di raccoglieme di nuove.
    Questa incapacità di reagire a nuovi stimoli con l'energia che competerebbe loro è proprio il tratto essenziale del blasé: un tratto che, a ben vedere, già ogni bambino della metropoli mostra in confronto ai bambini di un ambiente più tranquillo e meno stimolante. (p. 42)
  • Occorre appena ricordare che le metropoli sono i veri palcoscenici di questa cultura che eccede e sovrasta ogni elemento personale. Qui, nelle costruzioni e nei luoghi di insegnamento, nei miracoli e nel comfort di una tecnica che annulla le distanze, nelle formazioni della vita comunitaria e nelle istituzioni visibili dello Stato, si manifesta una pienezza dello spirito cristallizzato e fattosi impersonale così soverchiante che – per così dire – la personalità non può reggere il confronto. Da una parte la vita le viene resa infinitamente facile, poiché le si offrono da ogni parte stimoli, interessi, modi di riempire il tempo e la coscienza, che la prendono quasi in una corrente dove i movimenti autonomi del nuoto non sembrano neppure più necessari. Dall'altra, però, la vita è costituita sempre di più di questi contenuti e rappresentazioni impersonali, che tendono a eliminare le colorazioni e le idiosincrasie più intimamente singolari; così l'elemento più personale, per salvarsi, deve dar prova di una singolarità e una particolarità estreme: deve esagerare per farsi sentire, anche da se stesso. (p. 54)

Citazioni su Georg Simmel modifica

  • Come sia accaduto in Simmel il passaggio dalle forme «categoriali» alla forme «ideali», cioè il passaggio dalla teoria della conoscenza alla filosofia della vita, è certo una delle più affascinanti iterazioni del pensiero contemporaneo: dalla sociologia alla psicologia, dalla morale all'economia, dalla storia all'arte, alla religione, alla pedagogia, Simmel scompone i simboli della realtà, per ricommetterli secondo la «sua» filosofia, che non è «la» filosofia, ma «una» filosofia. (Giorgio Di Giovanni)
  • Per Georg Simmel non esiste l'uomo in astratto, ma l'uomo sociale «in organico spirituale rapporto con altri individui». (Giorgio Di Giovanni)
  • Simmel era uno scrittore meraviglioso, un magnifico filosofo-saggista. (Emil Cioran)

Note modifica

  1. Citato in AA.VV., Il libro della sociologia, traduzione di Martina Dominici, Gribaudo, 2018, p. 105. ISBN 9788858015827
  2. Da Lebensanschauung, La filosofia della vita, Bompiani, Milano 1938; citato in Giorgio Di Giovanni, La società non è fissa.
  3. Da La moda, a cura di Anna Maria Curcio, Mimesis, Milano – Udine, 2015. ISBN 9788857549521
  4. Da Saggi di estetica, Liviana, Padova, 1970, p. 11; citato da Paolo Jedlowski nell'Introduzione a Le metropoli e la vita dello spirito, pp. 7-8.
  5. Da Problemi fondamentali; citato in Giorgio Di Giovanni, La società non è fissa.

Bibliografia modifica

  • Georg Simmel, La metropoli e la vita dello spirito (Die Großstädte und das Geistesblen, 1893), a cura di Paolo Jedlowski, Armando, Roma, 2005. ISBN 88-7144-442-6

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