Generoso Calenzio

storico e presbitero italiano (1836-1915)

Generoso Calenzio (1836 – 1915), storico e presbitero italiano.

Documenti inediti e nuovi lavori letterarii sul Concilio di Trento, 1874

Citazioni di Generoso Calenzio

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  • [Su Girolamo Seripando] Questo gran frate agostiniano, che da Generale e da Legato ebbe sì gran parte nel Concilio, ed a cui la Chiesa deve gli schemi di quasi tutti quegli stupendi decreti dommatici divulgati in Trento, fu mio concittadino: da tenera età imparai a riverire il nome di lui, ed in età virile rendo grazie a Dio perché mi concede con tal pubblicazione poter dare tributo a nome sì glorioso nei fasti e della Chiesa e della patria.[1]

La vita e gli scritti del cardinale Cesare Baronio

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  • L'angelico dottore [...] era sopra ogni cosa l'oggetto del loro odio e furore. Via Tommaso ed avrò distrutto la Chiesa di Dio, diceva spesso, pieno di rabbia e livore, il loro caposetta Martino Lutero: Tolle Thomam et evertam Ecclesiam Dei. Or bene Iddio i cui disegni sono imperscrutabili, avendo nel regno di Napoli, in Terra di Lavoro, fatto nascere il principe tra i teologi, s. Tommaso, nel medesimo regno e nella medesima provincia, non molto distante da Aquino, a Sora città antichissima nei Volsci, il dì 30 d'ottobre dell'anno 1538 a mezzanotte in mercoledì, fece nascere colui che dovea contro dei centuriatori di Magdeburgo[2] prendere le difese dell'angelico dottore e di tutta la Chiesa, le cui dottrine s. Tommaso aveva con bell' ordine e mirabile chiarezza esposte, ed era destinato ad essere con la sua confutazione il padre della storia ecclesiastica, dico Cesare Barone o Baronio, al modo romano di quei tempi. (cap. I, pp. 7-8)
  • Appena di vero Cesare [Baronio] si fu posto sotto la direzione del Neri, tra le altre fu mandato più e più volte a comprare una mezza foglietta di vino con un fiasco grande da sei boccali, con ordine di farsi prima ben lavare il fiasco, di andare in cantina a vedere cavare il vino puro e fresco dalla botte e assaggiarlo, e di farsi dare il resto alcune volte di un testone, e tale altra di uno scudo d'oro. Gli osti tenendosene beffati, dicevangli villanie e minacciavano bastonarlo. Questo fatto, ritratto in pittura a fresco, vedesi tuttora nel locale destinato alla refezione per la visita delle sette chiese[3], annesso alla Basilica dei ss. Nereo ed Achilleo, di cui poi fu cardinale titolare il Baronio. (cap. III, p. 29)
  • Le fatiche, la carità e l'umiltà del Baronio in S. Giovanni dei Fiorentini son cose già note a tutti. Non solo assisteva alla chiesa, ma la spazzava, e sonava le campane; metteva poi la tavola da desinare per i compagni, lavava le scodelle: e benché si fosse stabilito che a vicenda si servissero a tavola un giorno per uno, ed una settimana per ciascuno facessero la cucina, a lui però toccava far questa sempre; e perciò sul camino col carbone scrisse: Caesar Baronius coquus perpetuus. Quale cara memoria, restata salva fino a nostri dì, fu incautamente cancellata dalla calce nei restauri fattivisi, rimanendone però una lapide in ricordanza. Le antiche memorie ci fanno sapere che assai spesso, venendo in S. Giovanni a lui illustri personaggi, il trovavano col grembiale di lavoro, che lavava le scodelle. (cap. VII, pp. 85-86)
  1. Da Documenti inediti e nuovi lavori letterarii sul Concilio di Trento, Tipografia Sinimberghi, Roma, 1874, p. XVI.
  2. Historia Ecclesiae Christi o Centurie di Magdeburgo, storia della Chiesa, divisa in tredici centurie (secoli), scritta da diversi studiosi luterani e pubblicata dal 1559 al 1574.
  3. Giro delle sette chiese: itinerario di pellegrinaggio cristiano praticato a Roma sin dal Medioevo, rimesso in auge e formalizzato da S. Filippo Neri.

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