Francesco Moser

ex ciclista su strada e pistard italiano

Francesco Moser (1951 – vivente), ciclista italiano.

Franceso Moser (1979)

Citazioni di Francesco MoserModifica

  • [«Ci sono dei segreti per affrontare la Roubaix?»] Il primo è la paura. [«In che senso?»] Deve sparire. Va cancellata. È un sentimento che spesso viene associato alla Roubaix. Ma io dico: chi ne ha, stia a casa. Quelle pietre sono devastanti, non perdonano. Sono crudeli, non hanno pietà. Ma vanno sfidate. Aggredite. Dominate, non subite. A volte ti trovi a dover schivare buche grandi come mezza ruota. Più che ciclismo, fai l'acrobata.[1]
Bicisport, gennaio 2009
  • L'esperienza conta e quando sei giovane è importante farne tanta senza avere paura di prendere qualche schiaffo di troppo.
  • Nel gruppo ci vuole meno omertà e più trasparenza: i corridori devono capire che chi si dopa è un baro, un ladro e che va immediatamente denunciato perché mette in pericolo il lavoro di tutti.
  • Quello che non va bene per il ciclismo e soprattutto per i tifosi è non vedere correre i grandi campioni per tutta la stagione; questo si che fa male al ciclismo...

Ho osato vincereModifica

  • Il ciclismo, come la campagna, pretende una totale e incondizionata dedizione. Bagordi e baldorie dovranno aspettare la prossima vita.
  • Quando non puoi dire la tua sulla strada, meglio tacere. Le parole non spostano di un centimetro le biciclette.
  • Nella vita di un corridore, non c'è cosa più bella di sentirsi ovunque a casa.
  • Un passo alla volta, e con i piedi ben piantati per terra, nessuna meta è irraggiungibile. Sacrificio, umilità, intraprendenza: ecco quali sono stati i miei compagni di viaggio.
  • Tutti dicono che se fossi stato più accomodante, se certe volte avessi scelto una linea più sfumata avrei potuto vicnere molto di più. Ma a che serve guadagnare trofei quando rinunci a essere te stesso?
  • Prima ancora di vincere o perdere, il ciclismo è rispondere: «Presente!». Io ci sono.

Citazioni su Francesco MoserModifica

  • Anche se andava piano, se non era la tappa giusta, era sempre lui a "fare" la corsa, imporre la tattica. E mi dava da scrivere pagine e pagine. Quando perdeva, non era mai per colpa sua. Di Saronni, o dell'organizzatore, o del gregario che non lo aveva aiutato abbastanza. (Beppe Conti)

NoteModifica

  1. Dall'intervista di Ciro Scognamiglio, Il domatore di Roubaix, La Gazzetta dello Sport, 13 aprile 2019, p. 39.

BibliografiaModifica

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