Fortunato Pasqualino

scrittore, drammaturgo e filosofo italiano (1923-2008)

Fortunato Pasqualino (1923 – 2008), scrittore, drammaturgo e filosofo italiano.

Fortunato Pasqualino nel 1973

Mio padre Adamo

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  • Mio padre tiene non tanto a essere stato bersagliere e in Cina, quanto ad aver conosciuto molta gente, e la più lontana e diversa. Le guerre e il lavoro gli sono servite per andare a sentire cosa si dice da quelle parti; a vedere se sono come noi, se vestono, mangiano, bevono e fumano come noi; se si arrabbiano e ridono; e se capiscono. (p. 21)
  • Lo zio ministro prese le difese dei disertori di Serralunga in una sua orazione intitolata «L'uomo Ulisse». «Questo Ulisse», spiega mi madre, «fu un uomo antico che, per non andare alla guerra, si finse pazzo». E qui mia madre accennava ai tanti Ulissi, finti pazzi e finti malati, che, durante la guerra, avevano riempito le carceri palermitane e che avrebbero riacquistato giudizio e salute, appena rientrati alle proprie case. L'uomo antico per dimostrare che era pazzo, si spogliò nudo e si mise ad arare. Ma un ufficiale pensò al modo di farlo uscire dalla finzione. «Mettiamogli sul solco, davanti ai buoi, il figlio», disse, «se è pazzo, non si fermerà». Così Ulisse fu scoperto e dovette andare. Poi però si vendicò dell'ufficiale, lapidandolo con i compagni. (p. 34)
  • Sulle basole della strada, su cui l'orologio del campanile gettò ore mai sentite prima, mi divertivo a battere le suole chiodate. Sul ritmo dei passi, fischiavo la marcia del Santo Patrono. Un vecchio s'affacciò da una finestra, tra vasi di fiori secchi, e mi buttò contro un bacile d'acqua. Lo scansai. Cercai la fionda nella tasca, ma non l'avevo. Doveva avermela tolta mia madre. Mi fermai. Volevo tornare a prenderla, più per averla ancora che per vendicarmi. C'erano tanti uccelli invisibili che squittivano; altri cantavano. Erano come impietriti o legati o nell'impossibilità di volare. I cirri in cielo avevano già la luce del giorno. Il vecchio tornò con un altro bacile d'acqua. Costui ce l'ha con me, pensai. Cercai un sasso e trovai un torso di cavolo. Glielo lanciai. Il vecchio richiuse subito, e il torso finì tra i vasi. Ripresi a fischiare e a camminare. (pp. 91-92)

Bibliografia

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  • Fortunato Pasqualino, Mio padre Adamo, Cappelli editore, Firenze, 1963.

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