Federico Zuccari
pittore italiano (1539-1609)
Federico Zuccari, chiamato anche Federigo Zuccaro o Zuccheri (1539 – 1609), pittore italiano.
Citazioni su Federico Zuccari
modifica- Federico Zuccari, principe dell'Accademia romana di San Luca, in quella sua strana «Idea de' pittori, scultori ed architetti», che doveva essere come il testamento di tutta la sua vita, ch'egli credeva d'avere spesa interamente per rinnovamento dell'arte, dopo di aver in interminabili capitoli disteso le sue sottili teorie intorno al «disegno esterno ed interno», s'allarga a parlare dell'arte di ritrarre i volti umani. [...].
Superbo per i suoi grandi affreschi condotti, attraverso gli insegnamenti del fratello Taddeo, sui modelli di Michelangelo e di Raffaello, convinto d'avere con queste pitture veramente creato opere immortali; Federico era tratto, quando prendeva la penna, a teorizzare di cose d'arte, a parlare diffusamente e bene del ritratto, che veramente avrebbe potuto dargli fama immortale, mentre egli invece aveva occupato ogni suo tempo in forme d'arte di troppo superiori alle sue forze. (Federico Hermanin) - La prima opera che ci presenti definita e distinta da quella del fratello [Taddeo] la personalità di Federico Zuccari, è l'Epifania della cappella Grimani in S. Francesco delle Vigne a Venezia, firmata e datata 1564, dal marchigiano ventiduenne. [...]. Nello scenario veneto, in cui persino riappaiono, in angolo a destra, i lastroni marmorei cari a Jacopo Bassano, i personaggi si dispongono lungo le due linee a V frequenti nell'arte veronesiana; ma nel disporle Federico Zuccari mostra di non aver la minima idea del valore cromatico delle costruzioni sfaccettate di Paolo [Veronese], e delle conseguenti rifrazioni di colore: egli rimane il manierista romano che mira a un'eleganza di pose compassata e frigida. La sensibilità del giovane, non ancora qui soffocata dalle aride formule, si riflette nella grazia decorativa che viene al quadro da una distribuzione di figure sparsa e leggiera, culminante nel nodo serico della Vergine e degli angeli. Il bimbo, minuscolo gingillo, dà l'ultimo tocco a questo singolare esempio manieristico di eleganza languente e preziosa. Anche il colore, nelle sue note basse e fioche, ci presenta in questo esordio di Federico Zuccari un'opera studiata, fredda, ma gentile, aliena da pretensioni spirituali e formali, e come timida in quel tentativo incerto e commovente di conciliare il mondo d'arte da cui è uscita e il nuovo raggiante in Venezia. (Adolfo Venturi)
- Questo pittore che considerava con così grande dispregio il naturalismo di Michelangiolo da Caravaggio, da non degnarsi quasi di volgere il capo al rumore grande che si faceva intorno alle pitture dell Cappella di S. Matteo in San Luigi de' Francesi, in cui il giovane artista lombardo aveva posto in pratica le belle teorie sul «ritratto naturale», sentiva pure tutta la potenza di questa speciale forma d'arte che col ritrarre nella sua verità il «piccolo mondo ed il suo cielo» come era, nel bello e nel brutto, nel buono e nel cattivo, dava veramente figurazioni della vita umana ed apriva, dinanzi agli occhi sbigottiti degli ammiratori, pagine palpitanti del gran dramma dell'essere. (Federico Hermanin)
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