Fabrizio De André e PFM. Il concerto ritrovato
film del 2020 diretto da Walter Veltroni
Fabrizio De André e PFM. Il concerto ritrovato
Paese | Italia |
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Anno | 2020 |
Genere | documentario |
Regia | Walter Veltroni |
Sceneggiatura | Walter Veltroni |
Interpreti e personaggi | |
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Fabrizio De André e PFM. Il concerto ritrovato, film documentario/drammatico del 2020, diretto da Walter Veltroni.
Frasi
modificaCitazioni in ordine temporale.
- Il diktat di Fabrizio era quello che noi dovevamo essere invisibili, cioè dovevamo riprendere ma senza farci vedere. Praticamente eravamo lì senza esserci. (Piero Frattari)
- Questo materiale filmato che erano su cassette u-matic 3/4 di pollice da un'ora, sono arrivate fino a noi per un miracolo, diciamo. Chiaramente Fabrizio si opponeva a tutte le trasmissioni televisive, le cose di questo tipo e quindi finirono nel dimenticatoio in fondo ad un archivio. Questo fino agli anni '83, '84. Erano tre cassette sostanzialmente ma che erano all'interno di facilmente di 2000, 2500 altre cassette u-matic, e sempre di quel formato, che erano state destinate al macero. Casualmente venni a sapere di questa cosa e immediatamente le recuperai. (Piero Frattari)
- Anche a noi tutti ci dicevano: "Ma siete pazzi a fare una cosa così: mescolarvi con un cantautore". E quindi non c'era una persona in Italia all'epoca che era d'accordo per fare questa cosa qua. Neanche una. Case discografiche, giornalisti, amici, parenti. (Patrick Djivas)
- Essere qua [teatro parrocchiale di Corsico (MI)] per me significa rivedere un po' le figure, i vissuti. Lo spostamento della batteria sulla sinistra per non dare troppo fastidio a Fabrizio. La diposizione delle tastiere. Lo spazio dedicato alle chitarre messo proprio vicino a lui per riuscire a fare un po' opaco al centro in maniera da dare anche a lui quel supporto, quella presenza che sentivo necessaria anche perché ci si passava o gli passavo io direttamente gli strumenti e quindi c'era una simbiosi molto forte. (Franco Mussida)
- Noi abbiamo imparato il peso delle parole, dei testi. E comunque dopo così tanti anni siamo ancora qui parlarne. Vuol dire che la cosa non è finita. E credo proprio che non finirà. (Franz Di Cioccio)
- Fabrizio era un visionario. E quello che personalmente mi manca di Fabrizio è la capacità sempre degli artisti di raccontarci e di vedere le cose che tutti guardano ma che pochi vedono. (Franco Mussida)
- Quello che manca fondamentalmente è la possibilità di godere delle sue visioni. (Franco Mussida)
- Era un uomo che sapeva che il conflitto esiste […] che faceva parte della vita. (David Riondino)
- Genti diverse venute dall'Est | dicevan che in fondo era uguale, | credevano a un altro diverso da te | e non mi hanno fatto del male. (Fabrizio De André) [da Il testamento di Tito]
- Ricorda di santificare le feste. | Facile per noi ladroni | entrare nei templi che rigurgitan salmi | di schiavi e dei loro padroni | senza finire legati agli altari | sgozzati come animali. (Fabrizio De André) [da Il testamento di Tito]
- Non commettere atti che non siano puri | cioè non disperdere il seme. | Feconda una donna ogni volta che l'ami | così sarai uomo di fede | poi la voglia svanisce e il figlio rimane | e tanti ne uccide la fame. | Io, forse, ho confuso il piacere e l'amore | ma non ho creato dolore. (Fabrizio De André) [da Il testamento di Tito]
- E tu aspetta un amore più fidato. | Il tuo accendino sai io l'ho già regalato | e lo stesso quei due peli d'elefante | mi fermavano il sangue li ho dati a un passante. | Poi il resto viene sempre da sé. | I tuoi "Aiuto" saranno ancora salvati. | Io mi dico è stato meglio lasciarci | che non esserci mai incontrati. (Fabrizio De André) [da Giugno '73]
- Per osservarvi affittare un chilo d'erba | ai contadini in pensione e alle loro donne | e regalare a piene mani oceani | ed altre, ed altre onde ai marinai in servizio | fino a scoprire ad uno ad uno i vostri nascondigli | senza rimpiangere la mia credulità | perché già | dalla prima trincea | ero più curioso di voi | ero molto più curioso di voi. (Fabrizio De André) [da Amico fragile]
- E ancora ucciso dalla vostra cortesia | nell'ora in cui un mio sogno | ballerina di seconda fila | agitava per chissà quale avvenire | il suo presente di seni enormi | e il suo cesareo fresco | pensavo è bello che dove finiscono le mie dita | debba in qualche modo incominciare una chitarra. (Fabrizio De André) [da Amico fragile]
- E poi seduto | in mezzo ai vostri arrivederci | Mi sentivo meno stanco di voi, | ero molto meno stanco di voi. (Fabrizio De André) [da Amico fragile]
- Potevo assumere un cannibale al giorno | per farmi insegnare la mia distanza dalle stelle. | Potevo attraversare litri e litri di corallo | per raggiungere un posto che si chiamasse arrivederci. | E mai che mi sia venuto in mente | di essere più ubriaco di voi | di essere molto più ubriaco di voi. (Fabrizio De André) [da Amico fragile]
- La cosa che mi ha stupito, sono quattro anni che vivo lì in Gallura io, è che questo ballu tundu che fanno loro è molto simile, quasi identico allo square dance, allora è nato questo square dance che si chiama Zirichiltaggia che vuol dire lucertolaio. (Fabrizio De André)
- Ti ni sei andatu a campà cun li signuri | fenditi comandà da to mudderi | e li soldi di babbu l'hai spesi tutti | in cosi boni, midicini e giornali | che to fiddolu a cattr'anni aja jà l'ucchijali. [1] (Fabrizio De André) [da Zirichiltaggia]
- [Introducendo la canzone Rimini]Piccola storia della piccola borghesia. Io ne so qualcosa perché credo di essere un piccolo borghese. Adesso... [il pubblico fischia e lui ride] No la cosa che mi piaccia o che non mi piaccia è così. Anche se ci avessi il cancro sarei incazzato, hai capito. Però la medicina non l'hanno ancora trovata. Io penso addirittura che la medicina per curare il cancro e la piccola borghesia sia la stessa. (Fabrizio De André)
- Via del Campo, c'è una bambina | con le labbra color rugiada | gli occhi grigi come la strada | nascon fiori dove cammina.(Fabrizio De André) [da Via del Campo]
- Via del Campo, c'è una puttana | gli occhi grandi color di foglia | se di amarla ti vien la voglia | basta prenderla per la mano | e ti sembra di andar lontano | Lei ti guarda con un sorriso | non credevi che il paradiso | fosse solo lì al primo piano.(Fabrizio De André) [da Via del Campo]
- Dopo i templi aztechi e il confine | le prime stelle sul Rio Grande | di notte sogno il campanile | e il collo di Ramon pieno di sangue | Sono stato proprio io all'osteria | a premere le dita sul grilletto. | Vieni mia Maddalena, voliamo via | Il cane abbaia quel che è fatto è fatto.(Fabrizio De André) [da Avventura a Durango]
- Ma la passione spesso conduce | a soddisfare le proprie voglie | senza indagare se il concupito | ha il cuore libero oppure ha moglie. | E fu così che da un giorno all'altro | Bocca di rosa si tirò addosso | l'ira funesta delle cagnette | a cui aveva sottratto l'osso. (Fabrizio De André) [da Bocca di rosa]
- Ma le comari d'un paesino | non brillano certo in iniziativa | le contromisure fino a quel punto | si limitavano all'invettiva. (Fabrizio De André) [da Bocca di rosa]
- Ma una notizia un po' originale | non ha bisogno di alcun giornale | come una freccia dall'arco scocca | vola veloce di bocca in bocca. (Fabrizio De André) [da Bocca di rosa]
- Persino il parroco che non disprezza | fra un miserere e un'estrema unzione | il bene effimero della bellezza | la vuole accanto in processione | e con la Vergine in prima fila | e bocca di rosa poco lontano | si porta a spasso per il paese | l'amore sacro e l'amor profano. (Fabrizio De André) [da Bocca di rosa]
- Mia madre ha un mulino e un figlio infedele | gli inzucchera il naso di torta di mele | Mia madre e il mulino son nati ridendo. (Fabrizio De André) [da Volta la carta]
- E chiese al vecchio dammi il pane | ho poco tempo e troppa fame | E chiese al vecchio dammi il vino | ho sete e sono un assassino. | Gli occhi dischiuse il vecchio al giorno | non si guardò neppure intorno | ma versò il vino e spezzò il pane | per chi diceva ho sete e ho fame. (Fabrizio De André) [da Il pescatore]
- Vennero in sella due gendarmi | Vennero in sella con le armi | chiesero al vecchio se lì vicino | fosse passato un assassino. | Ma all'ombra dell'ultimo sole | s'era assopito il pescatore | e aveva un solco lungo il viso | come una specie di sorriso. (Fabrizio De André) [da Il pescatore]
Note
modifica- ↑ Te ne sei andato a vivere con i signori | facendoti comandare da tua moglie | i soldi di papà li hai spesi tutti | in dolci medicine e giornali | e tuo figliolo a quattro anni ha già gli occhiali.
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