Evgenij Ševčuk
politico moldavo
Evgenij Vasil'evič Ševčuk (1968 – vivente), politico moldavo della Transnistria.
Citazioni di Evgenij Ševčuk
modificaIntervista di Vzglyad, Rbth.com, 2 aprile 2014
- La Transnistria si è sempre trovata in una condizione di blocco permanente. Tuttavia tale blocco si è rafforzato notevolmente nel 2006, quando ci fu un effettivo arresto dell'esportazione delle proprie merci, del sistema bancario e della stessa possibilità di trasferire merci e passeggeri servendosi delle proprie compagnie di trasporto. Fu fermato anche il trasporto fluviale e aereo. Adesso la situazione è aggravata dal fatto che le misure restrittive sono già applicate alla libertà di circolazione dei cittadini. In particolare, ciò riguarda i cittadini russi, ovvero gli uomini che hanno maturato l’età per il servizio militare. Tali restrizioni si rivelano per noi dolorose, perché in Transnistria vivono circa 200mila cittadini russi.
- Noi crediamo che qualsiasi tipo di problema con i vicini vada risolto al tavolo dei negoziati. Spero che dopo un certo periodo si arrivi a capire che i cittadini ucraini, russi e moldavi devono potersi muovere attraverso i confini liberamente.
- [Sull'annessione della Crimea alla Russia] Per quanto riguarda la Crimea, noi transnistriani sosteniamo appieno la posizione del governo della Federazione Russa, secondo cui ogni stato è tenuto a difendere i propri cittadini, dovunque essi si trovino. Lo fanno tutti i paesi civilizzati. E lo fa anche la Federazione Russa. Dal nostro punto di vista, non potrebbe essere altrimenti.
- Credo che non vada collocata una riserva al centro dell'Europa poiché i transnistriani hanno le proprie preferenze e convinzioni. Devono essere rispettati la volontà del popolo e l'opinione dei cittadini che vivono qui. Penso che, sia per la Moldavia che per la Transnistria, una delle opzioni migliori per la stabilizzazione sia la formula, più volte da me espressa, del «divorzio» civile. Esistono gli esempi della Repubblica Ceca e Slovacchia. Noi dobbiamo accettare la realtà dei fatti, non interferire l'uno con l'altro, sviluppare la propria economia e occuparci di stabilire le condizioni per la crescita del potenziale umano all'interno dello stato.
Intervista di Hans von der Brelie, Euronews.com, 7 giugno 2014
- [«Tra pochi giorni la Moldavia firmerà l'accordo sul libero scambio con l'Unione europea. Cosa significa questo per la Transnistria?»]
In generale la firma di questo accordo avrà conseguenze negative per noi, perché non abbiamo partecipato ai negoziati. Certo alcuni aspetti positivi ci sono, ma quelli negativi sono più numerosi. Ecco perché crediamo che alla fine l'impatto di questo accordo per il libero scambio tra Moldavia ed Unione europea, sarà negativo. Durante le trattative non abbiamo mai smesso di sottolineare gli aspetti per noi negativi e ci stiamo sforzando di cambiare le cose, ma pare non serva a molto. - La riunificazione [con la Moldavia] sarebbe una buona idea, se non ci fossero le contraddizioni, non ci fossero punti di conflitto tra la Transnistria e la Moldavia. Inoltre anche la popolazione della Transnistria dovrebbe esprimere il desiderio di riunirsi alla Moldavia, ma non è questo il caso, anzi assistiamo al contrario. Crediamo piuttosto, che in questo momento, l'opzione migliore sia quella di un «civile divorzio» dalla Moldavia, per poi sfruttare al meglio le possibilità economiche chi si profilano per la Transnistria.
- Il nostro primo obiettivo è l'indipendenza e il riconoscimento internazionale, questo è il primo passo. E vogliamo che la volontà della popolazione della Transnistria venga presa in considerazione. Certo, nel mondo ci sono diversi Paesi con diverse opinioni. E tra questi potrebbero essercene alcuni che optano per il ricorso alla forza per risolvere questa questione. Ma non credo che sia un'opzione praticabile nel 21esimo secolo. Credo invece che al giorno d'oggi dovremmo riuscire a risolvere i problemi al tavolo dei negoziati, e dovremmo rispettare la volontà dei cittadini di questo Paese.
- La Transnistria è stata accusata di traffico d'armi e di essere umani, sono insinuazioni che vengono fatte da tempo e continuano tutt'ora. Voglio affermare con chiarezza che lo Stato della Transnistria non è in alcun modo coinvolto in questo tipo di attività. Sono insinuazioni che vengono fatte con l'obiettivo di impaurire i Paesi europei, per indurli a credere che devono temerci, che devono intervenire contro di noi per risolvere il problema.
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