Ettore Bignone

filologo classico e letterato italiano (1879-1953)

Ettore Bignone (1879 – 1953), filologo classico e letterato italiano.

Ettore Bignone

Citazioni di Ettore Bignone

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  • [Empedocle] Quest'uomo greco che attraversa le splendide e giovani città della Sicilia acclamato come un maestro e venerato come un semidio, vestito di porpora, con sandali sonori di bronzo e la corona apollinea sul capo, in attitudine complessa fra il dotto ed il profeta, quest'uomo che è poeta immaginoso e filosofo sottile, medico e scienziato, che indaga la natura con amore e attenzione sempre vigile e promette al suo discepolo ideale di rivelargli i misteri di arti occulte:
    ... dalle case dell’Ade trarrai dei defunti la vita!
    quest'uomo sconvolge stranamente le linee consuete della vita greca nell'età classica.[1]

Come leggo?

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  • Cominciai a leggere prima di saper leggere. Letture fattemi da mia madre, ascoltate con grandi occhi assorti di fanciullo che vedevano nel sogno quei mondi che la voce cara, voce d'oro, rivelava dai periodi scanditi con toni amorosi.
    Dopo d'allora il leggere fu la mia vita e la mia malattia. Come mi era stato dato quale premio d'amore, fu una lenta ascesi di passione. (p. 72)
  • Leggere voleva dire allora, e vuol dire ancora, quando io sono migliore o meno peggiore, conquistare una forma di vita. Non posso pensare alle vere, grandi letture, se non come iniziazioni. Le mie letture più appassionate, letture sofferte non meno che godute, furono perciò di poeti e di filosofi. (p. 73)
  • [...] leggere per le cose, per le vicende, con abbandono pieno alla narrazione, non mi riesce più. È una gioia e un fascino della adolescenza ormai perduto. E perché integrano la vita, le mie letture più care e più avide non sono nella chiusa stanza, ma al mare e sui monti, dinanzi a spazi immensi, in un vasto ripercotersi di taciti accordi di gioia e di bellezza dell'arte alla natura e dalla natura all'arte. Quando ho quella gioia, non domando altro dalla vita. (p. 73)
  • Come tramiti a conquiste di vita sono avido di tutti i libri di storia civile, di storia dell'arte, della cultura e della filosofia, di metrica, di storia delle lingue: alcuni di questi ultimi, del Meillet, del Hoffmann, del Kretschmer, ho letti riletti spogliati, con la passione onde si legge un romanzo, tanto sentivo nella storia della parola, dei modi del dire, dei ritmi, rivelarsi la più intima vita dell'antico. E se qualche affinamento ebbi nella compagnia e nella lezione dei classici, fu di cogliere sempre più quell'unità meravigliosa fra parola e pensiero, fra ritmo e immagine che vuole altrettanto intuito quanta conoscenza, e una lettura ritmica e ad alta voce, come solo ad alta voce leggevano, poeti e prosatori, gli antichi. E bisognerebbe così legger tutto. Ma quali libri resisterebbero a questa prova cruciale? (p. 74)
  1. Da I poeti filosofi della Grecia. Empedocle. Studio critico, Fratelli Bocca Editori, Torino, 1916, cap. I, pp. 3-4.

Bibliografia

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  • Ettore Bignone, Come leggo? Domanda ai più noti scrittori d'oggi, Felice Le Monnier, Firenze, 1935, pp. 72-74.

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