Entello, eroe sicano.

Entello e Darete in un'illustrazione del Cinquecento

Citazioni di Entello modifica

  • Né disio d'onore, | né vaghezza di gloria unqua, signore, | mi lasciâr mai nè mai viltà mi prese: | ma l'incarco degli anni, il freddo sangue, | e la scemata mia destrezza e forza | mi ritraggono a dietro. Io quando avessi | o men quei giorni, o non men quel vigore, | onde costui di sé tanto presume, | già per diletto mio seco alle mani | sarei venuto, e non dal premio indotto, | ché premio non ne chero. E pur qui sono. (Publio Virgilio Marone, Eneide)
  • Or che diria costui | se visto avesse i cesti e l'armi stesse | d'Ercole invitto, e l'infelice pugna, | onde in su questo lito Èrice cadde? | D'Èrice tuo fratello eran quest'armi: | vedi che son ancor di sangue infette | e d'umane cervella. Il grande Alcide | con queste Èrice assalse: e con quest'io | m'essercitai, mentre le forze e gli anni | eran più verdi e non canuti i crini. (Publio Virgilio Marone, Eneide) [a Enea]

Citazioni su Entello modifica

  • Ah! [...] Entello, | tu sei pur fra gli eroi de' nostri tempi | il più noto e 'l più forte; e come soffri | ch'un sì gradito pregio or ti si tolga | senza contesa? Adunque è stato invano | fin qui da noi rammemorato e cólto | Èrice, in ciò nostro maestro e dio? | Ov'è la fama tua che ancor si spande | per la Trinacria tutta? Ove son tante | appese a i palchi tue famose spoglie? (Aceste: Publio Virgilio Marone, Eneide)

Altri progetti modifica