Elisa Balsamo
ciclista su strada e pistard italiana
Elisa Balsamo (1998 – vivente), ciclista su strada e pistard italiana.
Citazioni di Elisa Balsamo
modificaCitazioni in ordine temporale.
- Confesso che all'inizio è stato colpo di fulmine, puro e semplice, da bambina, per l'oggetto-bici: il manubrio, le cromature, i raggi, il vento che ti accarezza il volto e i capelli. La mia prima bicicletta? E come faccio a scordarmela? Era una Colnago rossa! I miei genitori sono appassionati di ciclismo, e allora capitava spesso di andare nel negozio di questo amico di famiglia, e lei era lì, rossa e bellissima, che mi fissava ogni volta! E ogni volta volevo provarla, ma non arrivavo mai ai pedali. Il giorno che finalmente li ho toccati con i piedi, la bici è venuta con me a casa! E ammetto che all'inizio ho usato le rotelle![1]
- È vero, la velocità in bici mi piace. O meglio, non è una cosa cui ho mai pensato mentre sono in bici. Lì mi sento bene, è il mio posto naturale.[1]
- Il ciclismo è indubbiamente uno sport di squadra. È evidente in specialità come l'inseguimento a squadre in cui tutta la squadra prende la medaglia e sale sul podio, ma anche nelle prove su strada, dove solo uno viene premiato e il resto della squadra rimane nascosta. Senza compagni non si può raggiungere nulla. Io adoro il ciclismo proprio per questo: perché individualmente non si raggiunge nulla e bisogna trovare una perfetta armonia con le proprie compagne.[2]
- Quando dico, e lo dico spesso, che mi fido ciecamente di Ilaria Sanguineti, l'ultima donna del mio treno, non faccio della retorica. Nel momento in cui sono sulla sua ruota, so che la traiettoria scelta sarà quella giusta e mi sento sicura. Senza parlare più di tanto.[3]
- Mi è piaciuto studiare [...]. Ho studiato credendo che dovesse esserci qualcosa di altro nella quotidianità oltre al ciclismo, ben sapendo che, per quanto tutte noi lo trattiamo come se fosse l'intera nostra vita, il ciclismo non è la vita. Deve esserci altro, bisogna cercarlo e metterlo nelle nostre giornate, altrimenti diventa un problema. L'università era questo per me e ora che è finita sento la differenza. Riempio il mio tempo libero, condivido passioni [...] e quando non sono in sella non mi annoio mai. Anzi, mettiamola così: ho scelto di non annoiarmi mai.[3]
- [Nel 2024] [...] ormai anche il ciclismo femminile si è evoluto e il livello si è notevolmente alzato, occorre arrivare alle gare al 110% della forma altrimenti è impossibile essere competitivi. Ci sono tante ragazze fortissime in gruppo [...] e in ogni gara si deve dare il massimo, tante volte mi guardo intorno e mi viene da chiedermi come fare a tenere testa a tutte queste ragazze così forti [...]. Il ciclismo femminile sta facendo dei grandissimi passi avanti, non abbiamo nulla da invidiare agli uomini a livello di corse e di percorsi, ci manca solo la visibilità. [...] ci potrebbe essere la diretta di molte più gare e magari qualche volta ci meriteremmo un po' di posto in più sulla stampa. Facciamo gli stessi sacrifici degli uomini, regaliamo spettacolo ed emozioniamo.[4]
Stefano Zago, alvento.cc, 22 marzo 2021.
- Sono una perfezionista, ma, nonostante questo, non sono quasi mai contenta di me. Sarà un fatto caratteriale. Io dico sempre che la componente più importante del ciclismo sono le compagne e non è retorica. Per come sono fatta, senza loro al mio fianco, probabilmente avrei già smesso. Di sicuro non avrei ottenuto tutti i risultati di cui parliamo. Sento la necessità di qualcuno che mi sproni, che mi faccia capire che devo crederci, che quello che immagino può succedere.
- [Su Chiara Consonni] Ci conosciamo da tanti anni e siamo completamente diverse ma c'è una chimica particolare fra noi. In corsa ci capiamo alla perfezione, siamo sintonizzate. Quando sono io a vincere, le prime braccia ad alzarsi al cielo sono le sue, poco dietro di me.
- [Sul ciclismo su pista] Nelle discipline di gruppo, quando osservi le scarpe a fine corsa le vedi striate, sfrisate. È il contatto fra noi a renderle così. L'adrenalina non te ne fa rendere conto ma sfiori ogni manubrio. Molti mi chiedono se non mi fa paura l'idea di essere senza freni. Bene, se avessimo freni ci faremmo molto male perché ad ogni contatto l'istinto sarebbe quello di frenare. Invece sappiamo che per accelerare si scende nel lato basso dell'anello e per frenare si sale.
- La prima volta che sono stata in un velodromo a Torino, dimenticandomi di non avere i freni, sono caduta, una brutta caduta. Mi faceva male dappertutto, ma sai qual è la prima cosa che ho fatto? Mi sono sistemata in fretta perché dopo pochi minuti sarebbe partita un'altra gara e non potevo perdermela nonostante tutte le sbucciature. Ci ho pensato parecchio e ho capito che, nonostante tutto, io sono proprio quella ragazza lì.
Note
modifica- ↑ a b Dall'intevista di Alley Oop in Donne di sport 2019, Il Sole 24 Ore, 2019; citato in Dario Ricci, Elisa Balsamo: "Da una Colnago rossa con le rotelle sono arrivata agli ori su pista", alleyoop.ilsole24ore.com, 5 novembre 2019.
- ↑ Da Matrix intervista Elisa Balsamo, matrixfitnessblog.it, 9 novembre 2022.
- ↑ a b Da Stefano Zago, Inizio anno con vista Parigi: intervista a Elisa Balsamo, alvento.cc, 10 gennaio 2024.
- ↑ Citato in Giorgia Monguzzi, Balsamo. «Una vittoria speciale, grazie alla squadra. E speriamo che per noi ci sia sempre più spazio sui media», tuttobiciweb.it, 17 marzo 2024.
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