Egidio Osio
nobile e militare italiano
Egidio Osio (1840 – 1902), generale italiano.
Citazioni di Egidio Osio
modifica- [Parlando del principe ereditario, futuro re Vittorio Emanuele III, con il professor Morandi[1]] Come mai, con tanto ingegno, mostra così poca fantasia?[2]
- [Parlando del principe ereditario, futuro re Vittorio Emanuele III] Il Principe è libero di fare tutto quello che voglio io.[3]
- [Rivolto al principe ereditario, futuro re Vittorio Emanuele III] Si ricordi che il figlio di un Re, come il figlio di un calzolaio, quando è asino, è asino.[4]
Citazioni su Egidio Osio
modifica- Giovane ancora, e con tutta la sua rigidezza compitissimo e simpaticissimo, egli apparteneva allo stato maggiore; aveva fatto le campagne del 1859, 60 e 66, segnalandosi alla presa di Capua; aveva seguito gl'Inglesi nella spedizione contro re Teodoro d'Abissinia; era stato addetto militare alla nostra Ambasciata a Berlino, e, dottissimo, studiava sempre: io lo trovavo quasi ogni mattina con un classico latino in mano, e in verità avrei giurato che in vita sua non avesse fatto mai altro che lo studioso e l'educatore. Come semplice curiosità, voglio anche notare ch'egli discende dalla medesima cospicua famiglia di quel suo omonimo Egidio, reso tristamente celebre dal Manzoni nella storia della Monaca di Monza. (Luigi Morandi)
- Il colonnello Egidio Osio, ufficiale di stato maggiore, governatore del principe di Napoli dal 9 maggio 1881, non si discosta dal prototipo dell'ufficiale medio italiano con l'unica eccezione che è lombardo. (Romano Bracalini)
- Militare dalla testa ai piedi, Osio era un uomo duro, imperioso, abituato al comando. [...] Ma era anche un gran signore, perfetto uomo di mondo, e nutrito di buone letture. Sebbene la sua carriera potesse esserne notevolmente avvantaggiata, esitò molto ad accettare l'incarico [di tutore del principe ereditario], vi si risolse solo dietro garanzia che nemmeno i genitori avrebbero più interferito nell'educazione del ragazzo, di cui egli diventava unico e assoluto responsabile, e al termine della sua missione non beneficiò di nessuno "scatto di grado". (Indro Montanelli)
- Si è detto che plagiò il suo pupillo [futuro Vittorio Emanuele III] e ne lesionò definitivamente il carattere terrorizzandolo e mortificandone gli slanci. Si è detto che anche sul suo fisico ebbe pessima influenza costringendolo a penosi e logoranti sforzi. Si è detto che furono i suoi metodi repressivi a creare nel Principe quei complessi d'inferiorità da cui fu sempre afflitto, a traumatizzarlo, a inaridirlo, a riempirne l'animo di sordi rancori.
Ma se non proprio di falsità, si tratta di verità contraffatte. (Indro Montanelli)
Note
modifica- ↑ Luigi Morandi (1844–1922), precettore dal 1881 al 1886 del principe ereditario.
- ↑ Luigi Morandi, Come fu educato Vittorio Emanuele III, Torino, 1905, p. 58; citato in Robert Katz, La fine dei Savoia (The Fall of the House of Savoy), traduzione di Maria Vittoria Martinelli, Editori Riuniti, Roma, 1975, p. 199.
- ↑ Citato in Indro Montanelli, L'Italia di Giolitti (1900-1920), Rizzoli, Milano, 1974, p. 15.
- ↑ Citato in Indro Montanelli, L'Italia di Giolitti (1900-1920), Rizzoli, Milano, 1974, p. 18.
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