Edmund Husserl
Edmund Gustav Albrecht Husserl (1859 – 1938), filosofo austriaco.
Citazioni di Edmund Husserl
modifica- Guardiamo alle cose stesse! L'unico modo di investigare il senso di ciò che si manifesta è considerarlo come correlato di coscienza, come oggetto di intenzione.[1]
- L'esperienza in sé non è scienza.[2]
- L'uomo che ha gustato una volta i frutti della filosofia, che ha imparato a conoscere i suoi sistemi, e che allora, immancabilmente, li ha ammirati come i beni più alti della cultura, non può più rinunciare alla filosofia e al filosofare.[3]
- La coscienza desta, la vita desta, è un vivere andando incontro, un vivere che dall'"ora", va incontro al nuovo "ora" [...]. Il tempo è la forma ineliminabile delle realtà individuali.[4]
- Nessun filosofo del passato infatti ha contribuito in modo così decisivo al senso della fenomenologia come il maggior pensatore francese, Renato Cartesio. È lui che la fenomenologia deve onorare come suo patriarca.[5]
- Siamo completamente sprovvisti di una scienza razionale sull'uomo e sulla comunità umana.[6]
- Tutta la coscienza è coscienza di qualcosa.[7]
Crisi e rinascita della cultura europea
modifica- Il termine Europa allude evidentemente all'unità di una vita, di un'azione, di un lavoro spirituale.[8]
- Le idee, queste nuove e meravigliose formazioni di senso prodotte da singole persone, [...] nascondono dentro di sé infinità intenzionali. (p. 58)
- [La nozione di Dio] subisce per così dire una logicizzazione, diventa cioè un rappresentante del logos assoluto. (p. 75)
La crisi delle scienze europee e la fenomenologia trascendentale
modifica- La crisi di una scienza comporta nientemeno che la sua peculiare scientificità, il modo in cui si è proposta i suoi compiti e perciò in cui ha elaborato la propria metodica, siano diventati dubbi.
- Le mere scienze di fatti creano meri uomini di fatto.
- Sia che la fisica sia rappresentata da un Newton da un Planck o da un Einstein o da qualsiasi altro scienziato del futuro, essa è sempre stata e continua ad essere una scienza esatta.
La filosofia come scienza rigorosa
modificaSin dai suoi primi inizi la filosofia ha avanzato la pretesa di essere scienza rigorosa e, precisamente, la scienza in grado di soddisfare le più alte esigenze teoretiche e di rendere possibile in prospettiva etico-religiosa, una vita regolata da pure norme razionali. Questa pretesa è stata fatta valere ora con maggiore, ora con minore energia, senza essere però mai completamente abbandonata neppure in tempi moderni in cui gli interessi e le capacità della pura teoria minacciavano di venir meno o in cui le forze religiose soffocavano la libertà della ricerca teoretica. In nessuna epoca del suo sviluppo la filosofia è stata in grado di soddisfare la pretese di essere scienza rigorosa; neppure nell'epoca moderna che, pur nella molteplicità e contrapposizione degli orientamenti filosofici, si sviluppa dal Rinascimento sino a noi in una direzione essenzialmente unitaria.
Citazioni
modifica- La scienza è un valore tra altri valori di pari diritto. (p. 101)
- Non voglio dire qui che la filosofia è ancora una scienza imperfetta, ma semplicemente che non è per nulla una scienza, che come scienza non ha neppur cominciato a esistere, poiché non vi si trova neppure un frammento di contenuto dottrinario teoretico oggettivamente fondato. Tutte le scienze sono imperfette, comprese le scienze esatte tanto esaltate.[9]
- Ogni scienza naturale è nei suoi punti di partenza ingenua. Per essa la natura che intende ricercare c'è semplicemente.
- Sono questi [la filosofia dello storicismo] solo tentativi senza speranza. Non dalle filosofie ma dalle cose e dai problemi deve provenire l'impulso alla ricerca. (p. 105)
Dipende proprio dall'essenza della filosofia, in quanto essa risale alle origini ultime, che il suo lavoro scientifico si muova nelle sfere dell'intuizione diretta e il passo più grande che la nostra epoca deve compiere sta nel riconoscere che all'intuizione filosofica correttamente intesa, all'apprensione fenomenologica d'essenza, si schiude un campo di ricerca infinito ed una scienza, che pur senza il ricorso a tutti quei metodi indiretti di matematizzazione e simbolizzazione, all'apparato di inferenze e dimostrazioni, ottiene tuttavia una grande quantità delle più rigorose conoscenze decisive per ogni filosofia ulteriore.
Adottando quel principio che potremmo chiamare del «radicalismo del punto di partenza», cominceremo col mettere da parte ogni eventuale convinzione precedente, e in particolare col non considerare acquisita alcuna verità della scienza.[10]
Citazioni su Edmund Husserl
modifica- Edmund Husserl, nome che ormai mi fa pensare a una marca di tonache per preti irretiti da un oscuro scisma della chiesa battista. (Muriel Barbery)
- Io sono profondamente influenzato da Husserl, probabilmente appresi da lui, che non aveva grandi conoscenze di storia, l'approccio positivo a essa, il suo interesse per l'oggettivismo del pensiero greco e medioevale, per il contributo intuitivo della dialettica apparentemente solo concettuale, per la costruzione storica e ideale dei sistemi di ontologia. (Alexandre Koyré)
- La fenomenologia di Husserl, – quale che possa essere la nostra personale posizione nei suoi confronti –, ci richiama tutti alla riflessione sulla nostra condizione presente, nella sua realtà e nelle sue possibilità, e sui rischi che possono divenire mortali, se non ci decidiamo a prendere finalmente coscienza della verità del nostro tempo, che ci vuole critici radicali dell'alienazione, della feticizzazione e del dogmatismo per un mondo nuovo, in cui l'uomo sia autentico portatore della ragione. In questo senso, lo studio di Husserl e della fenomenologia ci aiuta a capire noi stessi, a recuperarci dall'essere smarriti in un mondo, dove ci sentiamo spaesati, per ritrovarci in un mondo che sia la casa dell'uomo, il mondo della ragione e della infinita comunicazione. (Giuseppe Semerari)
- Lo sviluppo futuro della filosofia del Novecento potrebbe essere almeno in parte determinato da una rinascita della filosofia husserliana. Man mano che vengono pubblicati i manoscritti husserliani ci si rende conto che non solo Scheler e Hartmann[11] vanno interpretati in funzione della filosofia di Husserl, ma che anche l'esistenzialismo di Martin Heidegger è interno a una particolare problematica che nasce dalla fenomenologia. (Enzo Paci)
Note
modifica- ↑ Da I problemi fondamentali della fenomenologia. Lezioni sul concetto naturale di mondo, a cura di V. Costa, Quodlibet, Macerata, 2008; citato in Husserl, a cura di Tommaso Tuppini, Corriere della Sera, Milano, 2014. ISBN 9788861267206
- ↑ Citato in Come funziona la filosofia, a cura di Marcus Weeks, traduzione di Daniele Ballarini, Gribaudo, 2020, p. 119. ISBN 9788858025598
- ↑ Da La crisi delle scienze europee e la fenomenologia trascendentale, Il Saggiatore.
- ↑ Da Lezioni per la fenomenologia della coscienza interna del tempo, Franco Angeli.
- ↑ Da Cartesianische Meditationen und Pariser Vorträge; citato in Alexandre Koyré, Lezioni su Cartesio.
- ↑ Citato in AA.VV., Il libro della filosofia, traduzione di Daniele Ballarini e Anna Carbone, Gribaudo, 2018, p. 63. ISBN 9788858014165
- ↑ Citato in Come funziona la filosofia, a cura di Marcus Weeks, traduzione di Daniele Ballarini, Gribaudo, 2020, p. 120. ISBN 9788858025598
- ↑ Dalla conferenza La crisi dell'umanità europea e la filosofia, p. 53.
- ↑ Citato in Dizionario delle citazioni, a cura di Italo Sordi, BUR, 1992. ISBN 88-17-14603-X
- ↑ Citato in Fruttero & Lucentini, Íncipit, Mondadori, 1993.
- ↑ Max Scheler (1874–1928) e Nicolai Hartmann (1882–1950), filosofi tedeschi.
Bibliografia
modifica- Edmund Husserl, Crisi e rinascita della cultura europea, Marsilio, Venezia, 1999.
- Edmund Husserl, La crisi delle scienze europee e la fenomenologia trascendentale, traduzione di Enrico Filippini, Il Saggiatore, Milano 1983.
- Edmund Husserl, La filosofia come scienza rigorosa, traduzione di Corrado Sinigaglia, prefazione di G. Semerari, Laterza, Bari, 2005, ISBN: 9788842076285
- Alexandre Koyré, Lezioni su Cartesio (Entretiens sur Descartes), traduzione di Hélene Tenda e Paolo Guidera, a cura di Paolo Guidera, Tranchida Editori, Milano, 1990.
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