Donazione di Costantino

falso documento storico che giustificava il potere giurisdizionale e territoriale della Chiesa cattolica su Roma e sull'Impero romano d'Occidente

Donazione di Costantino, in latino Constitutum Constantini, documento apocrifo utilizzato per giustificare l'origine del potere temporale dei pontefici romani.

Papa Silvestro riceve la tiara, simbolo del potere temporale, dall'imperatore Costantino (affresco nell'oratorio di San Silvestro di Roma)

Citazioni sulla donazione di Costantino

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  • L'autore dell'atto di donazione pone evidentemente grande importanza in ciò che si riconosca nei Chierici romani il diritto di ornare i loro cavalli di bianche gualdrappe. Perfetta rispondenza collo spirito del tempo e del luogo, quando tal cosa era considerata di non comune importanza, privilegio prezioso dei chierici romani ad esclusione di tutti altri. (Ignaz von Döllinger)
  • Sino alla metà del secolo VIII non si può scoprire alcuna traccia di quella donazione, diventata in seguito così celebre, in virtù della quale Costantino, subito dopo il battesimo e in riconoscenza della salute ricuperata per mezzo di Silvestro, avrebbe dato a questo Papa e a' suoi successori molti diritti estesissimi ecclesiastici e civili, al clero romano molti privilegi di onore, inoltre al Papa Roma e l'Italia. (Ignaz von Döllinger)

  Citazioni in ordine temporale.

  • La famosa «donazione di Costantino» non soltanto avrebbe concesso al Vescovo di Roma onorificenze e insegne imperatorie, ed attribuito privilegio di senato al clero romano, ma avrebbe dato Roma e Italia in proprietà al Pontefice. Infatti [l'imperatore] Costantino, dicevasi, come fu guarito della lebbra per virtù del battesimo amministratogli da [papa] Silvestro, compreso di reverenza verso il principe degli Apostoli, abbandonava Roma, e umilmente si riduceva in un angolo del Bosforo[1], e al successore di Pietro lasciava in dono la città capitale dell'universo e l'Italia. Questa fola, che per la prima volta era tratta in campo da un Papa [Adriano I] nell'anno 777, fu invenzione di un prete romano, e fu coniata in un tempo nel quale crollava in Italia il reggimento greco[2], in cui il reame dei Longobardi ruinava per dissensioni interne e per l'urto potente dei Franchi, in un tempo in cui il Papa poteva concepire l'ardito disegno di dominare da vero padrone una gran parte d'Italia.
  • Se la invenzione della donazione di Costantino rivela la ingorda brama di dominazione che agitava il clericato romano oltre ogni fine, essa è d'altra parte documento storico dei concetti che, al tempo della prossima rinnovazione dell'Impero occidentale, si erano venuti formando riguardo alle relazioni della Chiesa e dello Stato. La Chiesa è tenuta precisamente in conto di un impero religioso con un Cesare pontefice alla testa; a lui sono soggetti tutti i Metropoliti e tutti i Vescovi d'Oriente e di Occidente.
  • La donazione di Costantino statuisce la separazione delle due podestà, della podestà imperiale e di quella spirituale, e nei tratti fondamentali determina quel dualismo, che in tutto il corso del medio evo tenne armati un contro l'altro , la Chiesa e lo Stato, il Papa e l'Imperatore.
  1. Nella città di Bisanzio, poi Costantinopoli.
  2. il potere dell'Impero bizantino.

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